Cronaca
Traffico di droga dall'Albania alla Puglia, arresti anche nella Bat. IL VIDEO
Operazione Dia Bari, 43 le persone in manette
Minervino - mercoledì 14 marzo 2018
14.16
L'hanno denominta SHEFI che in albanese significa 'testa' l'operazione che ha portato nella notte e nella prima mattinata di oggi all'arresto di 43 persone, 20 italiani, 21 albanesi e 2 Rumeni, in Albania per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Un vera e propria 'holding' della droga come l'ha definita lo stesso Procuratore della Repubblica di Bari Giuseppe Volpe, che aveva la base in Albania e gli acquirenti in Puglia che poi smistavano la droga nel resto d'Italia, in Europa e anche nel Nord Europa. Entrambe le organizzazioni criminali infatti avevano rapporti con organizzazioni delinquenziali pugliesi deputate a compiti logistici ed in Albania con organizzazioni criminali deputate alla produzione, al confezionamento, allo smistamento ed al trasferimento. Ad eseguire le operazioni il Centro Operativo D.I.A. di Bari, con l'ausilio dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, dei Centri e Sezioni Operativi D.I.A. di Roma, Napoli, Reggio Calabria, Catania, Lecce, Catanzaro, Salerno e Bologna, nonché di Interpol, dell'Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese.
Le indagini effettuate dalla D.I.A. di Bari, tra maggio 2016 e gennaio 2017, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di soggetti, sia italiani che di etnia albanese, appartenenti a due potenti e distinte organizzazioni criminali, operanti a Bari e Mola, con ramificazioni, oltre che in Albania, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo. L'operazione della Procura Distrettuale Antimafia di Bari, apre quindi nuovi spiragli nella cooperazione internazionale delle forze di Polizia dato che per la prima volta personale della Dia italiana è andato nel Paese delle Aquile per eseguire direttamente perquisizioni, sequestri e arresti.
Oltre 2300 chilogrammi di droga tra marijuana, cocaina ed eroina sono stati sequestrati per proventi stimati in oltre 15 milioni di euro considerando le circa 7 milioni di dosi singole ricavabili dallo spaccio.
Il traffico avveniva via mare utilizzando natanti appositamente equipaggiati sull'asse "Albania-Puglia", lo sbarco era effettuato in sinergia con le organizzazioni criminali pugliesi, i depositi erano a Bari e Provincia, uno in particolare nel quartiere Carrassi con a capo un cittadino albanese considerato al vertice di una delle due organizzazioni criminali, il trasporto sull'asse "Puglia-territorio nazionale" veniva effettuato "via terra" da corrieri italiani con "veicoli staffetta", i destinatari erano in Puglia, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo.
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione pedinamento e controllo, hanno permesso, tra l'altro, di arrestare in mare a Polignano con il supporto del Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari - due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di stupefacente, fermare a Bari Carrassi un corriere italiano con un furgone carico di oltre mille chili di marijuana sbarcata poco prima a Torre a Mare dall'Albania, intercettare in autostrada a Grottaminarda ed a Vasto due corrieri italiani mentre trasportavano 13 chili di stupefacente destinato a Salerno ed a Tortoreto (Te), arrestare due corrieri albanesi con 8 chili di stupefacente a Scicli (Rg) dopo essere scesi da un autobus proveniente da Bari, individuare un altro deposito a Mola di Bari all'interno del quale sono stati sequestrati oltre cinquanta chili di droga e un panetto di cocaina purissima.
Per il Giudice per le Indagini Preliminari, Roberto Oliveri del Castillo "la disponibilità e l'importazione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, ha denotato l'inserimento dei personaggi coinvolti nei reati in contesti associativi di primissimo spessore. Per poter disporre di diversi chili di sostanza stupefacente si devono avere canali di approvvigionamento ben collaudati ed efficienti che solo i narcotrafficanti di rilievo posseggono. Così come per ottenere importare grossi quantitativi addirittura superiori ai mille chilogrammi di marijuana "all'ingrosso" bisogna avere credenziali nel mondo della criminalità e avere la disponibilità di contante derivante da attività di spaccio. In altri termini, si tratta di professionisti del traffico di stupefacente".
I provvedimenti cautelari - nei confronti di 20 italiani, 21 albanesi e 2 Rumeni - sono stati eseguiti in Albania (in esecuzione di un mandato d'arresto internazionale) e nelle province di Bari, Bat, Brindisi, Potenza, Bologna, Salerno, Ragusa e Teramo.
Le indagini effettuate dalla D.I.A. di Bari, tra maggio 2016 e gennaio 2017, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di soggetti, sia italiani che di etnia albanese, appartenenti a due potenti e distinte organizzazioni criminali, operanti a Bari e Mola, con ramificazioni, oltre che in Albania, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo. L'operazione della Procura Distrettuale Antimafia di Bari, apre quindi nuovi spiragli nella cooperazione internazionale delle forze di Polizia dato che per la prima volta personale della Dia italiana è andato nel Paese delle Aquile per eseguire direttamente perquisizioni, sequestri e arresti.
Oltre 2300 chilogrammi di droga tra marijuana, cocaina ed eroina sono stati sequestrati per proventi stimati in oltre 15 milioni di euro considerando le circa 7 milioni di dosi singole ricavabili dallo spaccio.
Il traffico avveniva via mare utilizzando natanti appositamente equipaggiati sull'asse "Albania-Puglia", lo sbarco era effettuato in sinergia con le organizzazioni criminali pugliesi, i depositi erano a Bari e Provincia, uno in particolare nel quartiere Carrassi con a capo un cittadino albanese considerato al vertice di una delle due organizzazioni criminali, il trasporto sull'asse "Puglia-territorio nazionale" veniva effettuato "via terra" da corrieri italiani con "veicoli staffetta", i destinatari erano in Puglia, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo.
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione pedinamento e controllo, hanno permesso, tra l'altro, di arrestare in mare a Polignano con il supporto del Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari - due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di stupefacente, fermare a Bari Carrassi un corriere italiano con un furgone carico di oltre mille chili di marijuana sbarcata poco prima a Torre a Mare dall'Albania, intercettare in autostrada a Grottaminarda ed a Vasto due corrieri italiani mentre trasportavano 13 chili di stupefacente destinato a Salerno ed a Tortoreto (Te), arrestare due corrieri albanesi con 8 chili di stupefacente a Scicli (Rg) dopo essere scesi da un autobus proveniente da Bari, individuare un altro deposito a Mola di Bari all'interno del quale sono stati sequestrati oltre cinquanta chili di droga e un panetto di cocaina purissima.
Per il Giudice per le Indagini Preliminari, Roberto Oliveri del Castillo "la disponibilità e l'importazione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, ha denotato l'inserimento dei personaggi coinvolti nei reati in contesti associativi di primissimo spessore. Per poter disporre di diversi chili di sostanza stupefacente si devono avere canali di approvvigionamento ben collaudati ed efficienti che solo i narcotrafficanti di rilievo posseggono. Così come per ottenere importare grossi quantitativi addirittura superiori ai mille chilogrammi di marijuana "all'ingrosso" bisogna avere credenziali nel mondo della criminalità e avere la disponibilità di contante derivante da attività di spaccio. In altri termini, si tratta di professionisti del traffico di stupefacente".
I provvedimenti cautelari - nei confronti di 20 italiani, 21 albanesi e 2 Rumeni - sono stati eseguiti in Albania (in esecuzione di un mandato d'arresto internazionale) e nelle province di Bari, Bat, Brindisi, Potenza, Bologna, Salerno, Ragusa e Teramo.