Cronaca
Scoppiate tubature a Minervino, campagne inondate dall'acqua
A dare l’allarme Coldiretti Puglia che ha chiesto l’intervento immediato del Consorzio e dei Vigili del Fuoco
Minervino - martedì 18 giugno 2019
9.55
Centinaia di metri cubi d'acqua stanno inondando le campagne dalle prime luci dell'alba, a causa dello scoppio delle tubature del Consorzio di Bonifica commissariato Terre d'Apulia in Contrada Bocca di Lupo a Minervino.
A dare l'allarme Coldiretti Puglia che ha chiesto l'intervento immediato del Consorzio e dei Vigili del Fuoco. "Le tubature del diametro di 1 metro sono in vetroresina ed è la terza volta che scoppiano, riversando sulle campagne una valanga d'acqua con un danno mostruoso sulle colture in corso. Grano allettato, oliveti e vigneti allagati, seminativi distrutti, terreni portati via dalla violenza dell'acqua con un fiume in piena che sta travolgendo le campagne fino all'Ofanto, un duro colpo ad un territorio dove sono già evidenti i segnali di dissesto idrogeologico", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"Il grave problema del consumo del suolo in Puglia, per cui mancano all'appello 162mila ettari di suolo consumato sulla totale della superficie territoriale, aggiunge Muraglia, riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67%, perché in Puglia la terra frana e si consuma in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese".
"Nel 2006 le tubature sono scoppiate la prima volta – racconta Salvatore Patruno, cerealicoltore di Minervino – ho fatto causa e l'ho vinta. Nel 2017 è accaduto nuovamente e sono tuttora in causa. Oggi per la terza volta le tubature sono scoppiate, inondando nuovamente i campi e creando anche voragini molto pericolose. E' impensabile che continuiamo a subire danni pesantissimi, effetti dell'incuria e delle mancate opere di manutenzione delle reti della bonifica. Alberi e canneti nei canali di scolo, tombini ostruiti, tubature fragili mettono a repentaglio il lavoro di un anno in un attimo".
Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni, denuncia Coldiretti Puglia e a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori.
Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l'81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia su dati ISPRA.
A dare l'allarme Coldiretti Puglia che ha chiesto l'intervento immediato del Consorzio e dei Vigili del Fuoco. "Le tubature del diametro di 1 metro sono in vetroresina ed è la terza volta che scoppiano, riversando sulle campagne una valanga d'acqua con un danno mostruoso sulle colture in corso. Grano allettato, oliveti e vigneti allagati, seminativi distrutti, terreni portati via dalla violenza dell'acqua con un fiume in piena che sta travolgendo le campagne fino all'Ofanto, un duro colpo ad un territorio dove sono già evidenti i segnali di dissesto idrogeologico", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"Il grave problema del consumo del suolo in Puglia, per cui mancano all'appello 162mila ettari di suolo consumato sulla totale della superficie territoriale, aggiunge Muraglia, riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67%, perché in Puglia la terra frana e si consuma in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese".
"Nel 2006 le tubature sono scoppiate la prima volta – racconta Salvatore Patruno, cerealicoltore di Minervino – ho fatto causa e l'ho vinta. Nel 2017 è accaduto nuovamente e sono tuttora in causa. Oggi per la terza volta le tubature sono scoppiate, inondando nuovamente i campi e creando anche voragini molto pericolose. E' impensabile che continuiamo a subire danni pesantissimi, effetti dell'incuria e delle mancate opere di manutenzione delle reti della bonifica. Alberi e canneti nei canali di scolo, tombini ostruiti, tubature fragili mettono a repentaglio il lavoro di un anno in un attimo".
Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni, denuncia Coldiretti Puglia e a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori.
Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l'81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia su dati ISPRA.