Politica
Rsa, la Mancini risponde alla Lega: «Ho segnalato anomalie per il bene della comunità»
Il partito aveva accusato la sindaca di interessi nel reclutamento del personale nelle Opere Pie
Minervino - venerdì 28 agosto 2020
Con un video messaggio sul proprio profilo personale di Facebook, la sindaca Maria laura Mancini risponde alle dichiarazioni apparse sui social da parte della sezione del partito della Lega-Salvini Premier di Minervino Murge in merito alla questione della Rsa. In particolare, la sezione locale del partito fa riferimento alla nota inviata dalla stessa sindaca al Prefetto con la quale la Mancini rilevava modalità anomale nelle procedure di assunzione del personale dell'ente Opere Pie Riunite, chiedendo interventi o delucidazioni.
Con lo stesso strumento del social network, la sindaca fornisce puntualizzazioni.
«È stato messo in discussione il mio operato di vigilanza sanitaria all'interno della Rsa, cosa assolutamente non corretta. Il mio ruolo istituzionale - spiega la Mancini - era riportare quotidianamente al Prefetto, quale massima autorità governativa nella provincia, la situazione sanitaria del paese e delle strutture sensibili. Ho interloquito costantemente con il presidente dell'Opera Pia, con la direzione generale dell'Asl, con il dott. Russo dell'ufficio igiene, con il dott. Matera, responsabile del dipartimento di prevenzione.
Quotidianamente dalla Prefettura giungevano gli aggiornamenti sulla evoluzione della situazione epidemiologica. Per tutta la durata della fase emergenziale sono stata in allerta e ben informata su quanto stesse accadendo all'interno della struttura, pur sapendo che la competenza era strettamente riservata alla Asl e agli enti preposti alla vigilanza» - spiega la sindaca.
Poi risponde all'accusa del partito della Lega di «aver rivolto il mio interesse al solo reclutamento del personale all'iterno della struttura a voler intendere un mio personale interesse. Falso!» - tuona la Mancini. «Tutta l'amministrazione ha sempre svolto azioni concrete e trasparenti rivolte al bene della comunità. Queste dichiarazioni sono di una cattiveria assoluta nei miei confronti, provocata da sciacalli mediatici che si nutrono di odio nei miei confronti, maldicenze ridicole che fanno male all'anima da parte di chi non è connesso con la realtà. Vi invito a svolgere con responsablità il vostro ruolo di oppositori» - sottolinea con amarezza.
«Ma i cittadini sono attenti testimoni delle mie azioni e della mia amministrazione, svolti in giorni difficili. Tutti a Minervino sanno chi gestisce le assunzioni presso le Opere Pie e non sono io».
«Ho scritto al Prefetto perchè avevo rilevavo una situazione inopportuna: due cittadini estranei alla struttura stavano reclutando personale sanitario specializzato per conto e a nome delle Opere Pie divulgando i loro numeri di telefono, in una fase emergenziale di pandemia. Non si trattava di responsabili, operatori dell'ente e neanche di operatori di agenzie interinali incaricate. Pertanto, ho evidenziato al Prefetto una forma di reclutamento che rappresentava una grave anomalia. Gli atti che scrivo sono pubblici, consultabili, verificabili da chiunque, ho agito alla luce del sole per il bene della comunità».
Alla missiva della sindaca, giungevano le rassicurazioni da parte dell Direttore Generale, Alessandro Delle Donne, chiamato in causa dallo stesso Prefetto che spiegava che la struttura operasse in regime privatistico avendo quindi discrezionalità insindacabile nella scelta delle modalità di reclutamento, ma che «in virtù del convenzionamento avrebbero rilevato tutto quanto stesse accadendo». Il dossier dell'Asl ha poi portato alla chiusura della Rssa rilevando, fra le altre anomalie, anche la carenza organizzativa nella gestione del personale in fase emergenziale.
Tutto il fascicolo inerente la fase di epidemia sarà depositato presso la Procura del Tribunale di Trani per indagini e trasparenza.
«La superficialità è stata pagata a caro prezzo a danni di anziani, operatori e dell'ente. - conclude la sindaca - Ma sono fiduciosa che tutto si risolverà, voglio essere ottimista».
Con lo stesso strumento del social network, la sindaca fornisce puntualizzazioni.
«È stato messo in discussione il mio operato di vigilanza sanitaria all'interno della Rsa, cosa assolutamente non corretta. Il mio ruolo istituzionale - spiega la Mancini - era riportare quotidianamente al Prefetto, quale massima autorità governativa nella provincia, la situazione sanitaria del paese e delle strutture sensibili. Ho interloquito costantemente con il presidente dell'Opera Pia, con la direzione generale dell'Asl, con il dott. Russo dell'ufficio igiene, con il dott. Matera, responsabile del dipartimento di prevenzione.
Quotidianamente dalla Prefettura giungevano gli aggiornamenti sulla evoluzione della situazione epidemiologica. Per tutta la durata della fase emergenziale sono stata in allerta e ben informata su quanto stesse accadendo all'interno della struttura, pur sapendo che la competenza era strettamente riservata alla Asl e agli enti preposti alla vigilanza» - spiega la sindaca.
Poi risponde all'accusa del partito della Lega di «aver rivolto il mio interesse al solo reclutamento del personale all'iterno della struttura a voler intendere un mio personale interesse. Falso!» - tuona la Mancini. «Tutta l'amministrazione ha sempre svolto azioni concrete e trasparenti rivolte al bene della comunità. Queste dichiarazioni sono di una cattiveria assoluta nei miei confronti, provocata da sciacalli mediatici che si nutrono di odio nei miei confronti, maldicenze ridicole che fanno male all'anima da parte di chi non è connesso con la realtà. Vi invito a svolgere con responsablità il vostro ruolo di oppositori» - sottolinea con amarezza.
«Ma i cittadini sono attenti testimoni delle mie azioni e della mia amministrazione, svolti in giorni difficili. Tutti a Minervino sanno chi gestisce le assunzioni presso le Opere Pie e non sono io».
«Ho scritto al Prefetto perchè avevo rilevavo una situazione inopportuna: due cittadini estranei alla struttura stavano reclutando personale sanitario specializzato per conto e a nome delle Opere Pie divulgando i loro numeri di telefono, in una fase emergenziale di pandemia. Non si trattava di responsabili, operatori dell'ente e neanche di operatori di agenzie interinali incaricate. Pertanto, ho evidenziato al Prefetto una forma di reclutamento che rappresentava una grave anomalia. Gli atti che scrivo sono pubblici, consultabili, verificabili da chiunque, ho agito alla luce del sole per il bene della comunità».
Alla missiva della sindaca, giungevano le rassicurazioni da parte dell Direttore Generale, Alessandro Delle Donne, chiamato in causa dallo stesso Prefetto che spiegava che la struttura operasse in regime privatistico avendo quindi discrezionalità insindacabile nella scelta delle modalità di reclutamento, ma che «in virtù del convenzionamento avrebbero rilevato tutto quanto stesse accadendo». Il dossier dell'Asl ha poi portato alla chiusura della Rssa rilevando, fra le altre anomalie, anche la carenza organizzativa nella gestione del personale in fase emergenziale.
Tutto il fascicolo inerente la fase di epidemia sarà depositato presso la Procura del Tribunale di Trani per indagini e trasparenza.
«La superficialità è stata pagata a caro prezzo a danni di anziani, operatori e dell'ente. - conclude la sindaca - Ma sono fiduciosa che tutto si risolverà, voglio essere ottimista».