Cani randagi
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Vita di città

Randagismo, i volontari: «Minervino è un paese che non rispetta la legge»

Vibrante denuncia sui social da parte del gruppo di volontari

La denuncia apparsa sui social network da parte dei volontari di Minervino Murge che si occupano di animali randagi è molto pesante. Sulla pagina Facebook "Minervino Murge lotta per la vita degli animali e per il rispetto della natura", un lungo post racconta di incresciosi episodi che hanno visto i volontari subire persino minacce da parte di chi non gradisce il loro operato; inoltre si fa riferimento a presunti episodi di maltrattamenti nei confronti degli animali.

Il gruppo, inoltre, denuncia presunte inadempienze alla normativa vigente da parte del Comune di Minervino Murge.

«Questo è il paese della gente che vive delle sagre e pensa al cibo locale (basta vedere i gruppi minervinesi), che tiene pulito in maniera compulsiva l' uscio di casa e che prende a calci gli animali. I padroni li lasciano liberi senza preoccuparsi della loro incolumità, non li microcippano, non raccolgono le deiezioni, molti li lasciano vivere legati a catena corta e al freddo o al sole bollente e soprattutto non sterilizzano abbandonando valanghe di cucciolate in sacchetti chiusi. E sono quelli che abbandonano i gattini o cuccioli di gatto sulla collina piena di volpi e cinghiali» si legge nella lunga nota, nella quale inoltre si stigmatizza l'operato dell'amministrazione comunale.

«L'amministrazione, senza una regola per la tutela degli animali, non conosce uno straccio di norma. La legge prevede norme precise a carico dei comuni in tutela degli animali: Canile sanitario dove dare primo soccorso e sterilizzare gli animali, reimmissione sul territorio» continua la nota.

E ancora «Non esiste controllo sui cani patronali che sono quasi tutti non microcippati e sterilizzati e i cui cuccioli vengono buttati a morire di stenti . Si strozzano i pochi volontari buttati in locali non a norma portandogli i cuccioli abbandonati o andando a elemosinare ai volontari dei paesi vicini lasciando pure conti salati da pagare. Per un volontario chiedere la sterilizzazione è come pregare un santo che non ti ascolta.E la gente vede branchi abbandonati ed ha paura, usa il veleno o li fanno sparire».

La dura vita del volontario è racchiusa anche nel racconto di un episodio che sarebbe capitato (il condizionale è d'obbligo) a uno di essi

«È capitato che un vigile minacciasse un volontario di denuncia per un cane regolarmente microcippato perchè abbaiava, oppure cittadini minacciati da altri cittadini di uccidere se si continua a dare cibo agli animali. Un paese dove l' assessore (di cui non si è mai occupata) non vuole randagi per strada perché altrimenti rischia di perdere i voti dei paesani che odiano gli animali e fa false promesse (...) o minaccia di sbattere i cani in canile (quale? visto che non c'e convenzione) se entro pochi giorni non si crea una associazione (...) Questo e' un paese senza legge con una amministrazione che vuole dettare la personale legge sulla pelle dei volontari che in pochi anni hanno raccolto, sputato sangue e curato a proprie spese tantissimi animali facendoli adottare».

Ci riserviamo, ovviamente, di ospitare sulle nostre pagine l'eventuale replica dell'amministrazione comunale a queste pesanti accuse.

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