Attualità
“R(estate) Insieme con noi”, progetto di contrasto alla povertà educativa
Intervento della Caritas diocesana di Andria attraverso il sostegno allo studio e la creazione di spazi di socializzazione
Minervino - lunedì 14 dicembre 2020
Comunicato Stampa
La Caritas diocesana di Andria ha monitorato e rilevato il bisogno sempre più diffuso di interventi per il contrasto alla povertà educativa, attraverso il sostegno allo studio e la possibilità di creare spazi di socializzazione. Il progetto "R(estate) Insieme con noi: non lasciamo soli i nostri ragazzi!" si sviluppa in due momenti distinti dell'anno: il primo coincide con il periodo scolastico e il secondo con i mesi estivi.
Per il periodo scolastico la Caritas diocesana, non propone un doposcuola tout court ma un potenziamento, un approfondimento della materia in cui il minore è più carente, ed è rivolta ai minori dalla 5a elementare al 3° anno di scuola superiore. Il tempo che il minore trascorre con gli educatori contribuisce a costruire la sua esperienza educativa. Il secondo periodo, che coincide con i mesi estivi, è spinto dalla motivazione e dal desiderio di non lasciare soli i ragazzi durante questo tempo. Si tratta di sostenere le famiglie nella difficoltà educativa e nelle fragilità che spesso accompagnano la condizione di povertà e rendono estremamente complesso gestire i minori durante il periodo estivo. È un ulteriore elemento che incide sul loro benessere con il rischio di riattivare situazioni di rifiuto, abbandono ed emarginazione (cfr. Il manifesto "Riscriviamo il Futuro" di Save the Children sulla povertà educativa).
La proposta intende:
- garantire un intervento formativo (scolastico e pedagogico): leggere, scrivere e far di conto. L'intento è sempre quello di evitare la perdita di motivazione che spinge all'insuccesso scolastico, per mantenere vivo l'interesse per il piacere della conoscenza.
- proporre attività laboratoriali e ludiche per costruire momenti di svago da contesti familiari difficili e insostenibili;
- offrire un luogo sicuro dove sperimentare il piacere dello stare insieme;
- offrire il momento del pranzo come spazio di una sana alimentazione, di socializzazione e condivisione dell'esperienza.
«Ogni volta che un ragazzo o una ragazza lascia la scuola, ogni volta che un giovane smette di credere nel proprio futuro, a fallire è un'intera comunità. Sono ancora tanti, troppi, i casi di dispersione scolastica». «Non possiamo fare tutto da soli. È necessario un intervento qualificato e continuativo nel tempo! Ci piacerebbe - scrivono i responsabili della Caritas diocesana - dare ai ragazzi una buona notizia: c'è un'amico/a che non ti conosce ma che ti vuole bene!».
«Una comunità che diventa "educante", in un determinato territorio, decide di assumere una responsabilità condivisa per la crescita dei bambini, delle bambine e degli adolescenti. Costruire una Comunità educante vuol dire impegnarsi per rigenerare il territorio, a partire dai diritti dei bambini, promuovendo la bellezza, l'inclusione e l'accoglienza, la legalità, la cultura, l'ambiente, la valorizzazione delle differenze, la cittadinanza attiva».
Per il periodo scolastico la Caritas diocesana, non propone un doposcuola tout court ma un potenziamento, un approfondimento della materia in cui il minore è più carente, ed è rivolta ai minori dalla 5a elementare al 3° anno di scuola superiore. Il tempo che il minore trascorre con gli educatori contribuisce a costruire la sua esperienza educativa. Il secondo periodo, che coincide con i mesi estivi, è spinto dalla motivazione e dal desiderio di non lasciare soli i ragazzi durante questo tempo. Si tratta di sostenere le famiglie nella difficoltà educativa e nelle fragilità che spesso accompagnano la condizione di povertà e rendono estremamente complesso gestire i minori durante il periodo estivo. È un ulteriore elemento che incide sul loro benessere con il rischio di riattivare situazioni di rifiuto, abbandono ed emarginazione (cfr. Il manifesto "Riscriviamo il Futuro" di Save the Children sulla povertà educativa).
La proposta intende:
- garantire un intervento formativo (scolastico e pedagogico): leggere, scrivere e far di conto. L'intento è sempre quello di evitare la perdita di motivazione che spinge all'insuccesso scolastico, per mantenere vivo l'interesse per il piacere della conoscenza.
- proporre attività laboratoriali e ludiche per costruire momenti di svago da contesti familiari difficili e insostenibili;
- offrire un luogo sicuro dove sperimentare il piacere dello stare insieme;
- offrire il momento del pranzo come spazio di una sana alimentazione, di socializzazione e condivisione dell'esperienza.
«Ogni volta che un ragazzo o una ragazza lascia la scuola, ogni volta che un giovane smette di credere nel proprio futuro, a fallire è un'intera comunità. Sono ancora tanti, troppi, i casi di dispersione scolastica». «Non possiamo fare tutto da soli. È necessario un intervento qualificato e continuativo nel tempo! Ci piacerebbe - scrivono i responsabili della Caritas diocesana - dare ai ragazzi una buona notizia: c'è un'amico/a che non ti conosce ma che ti vuole bene!».
«Una comunità che diventa "educante", in un determinato territorio, decide di assumere una responsabilità condivisa per la crescita dei bambini, delle bambine e degli adolescenti. Costruire una Comunità educante vuol dire impegnarsi per rigenerare il territorio, a partire dai diritti dei bambini, promuovendo la bellezza, l'inclusione e l'accoglienza, la legalità, la cultura, l'ambiente, la valorizzazione delle differenze, la cittadinanza attiva».