Il denaro sequestrato dai Carabinieri di Minervino Murge
Il denaro sequestrato dai Carabinieri di Minervino Murge
Cronaca

Operazione "Madre terra", scacco a due organizzazioni criminali attive a Minervino. Video

10 persone in carcere, 7 ai domiciliari. In manette anche due guardie particolari giurate

Quasi 100 Carabinieri del Comando Provinciale Bat - supportati da personale dei Comandi Provinciali di Foggia, Bari, Potenza e Salerno, del 6° nucleo elicotteri, dallo Squadrone eliportato cacciatori Carabinieri Puglia e dal Nucleo cinofili Carabinieri di Modugno - hanno dato esecuzione a ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura tranese, con gravi indizi di colpevolezza nel procedimento a carico di 17 soggetti indagati per più episodi di estorsione (anche con il cosiddetto "cavallo di ritorno"), danneggiamento (anche tramite incendio), furto aggravato, incendio doloso, ricettazione, illecita concorrenza, induzione indebita a dare o promettere utilità, uccisione di animali e detenzione illecita di arma da fuoco, riscontrati nel territorio di Minervino Murge e di Andria. 10 degli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Trani, altri 7 posti agli arresti domiciliari, a disposizione del Gip.

Le indagini condotte dalla Stazione Carabinieri di Minervino Murge e della Compagnia Carabinieri di Andria, sotto la direzione della Procura della Repubblica, hanno avuto inizio nel 2020 a seguito di alcune denunce per danneggiamento di terreni agricoli ricevute dai Carabinieri, cui le vittime si erano rivolte in ragione del consolidato rapporto di fiducia esistente tra l'Arma e la comunità locale.

Secondo l'impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle successive fasi processuali condotta anche alla luce del contributo della difesa) nell'area del territorio murgiano e pre murgiano ricadente nei comuni di Andria e Minervino Murge sono attivi due gruppi criminali - tra loro indipendenti e con propaggini estese a Montemilone e Poggiorsini - che attraverso l'impiego di metodi violenti si contendevano la supremazia nel controllo del territorio, cercando di imporre servizi di guardiania abusiva a titolo di protezione.

Alcuni degli indagati, con l'utilizzo della violenza consistita in danneggiamenti a seguito di incendio, minacce di ripercussioni fisiche nonché furto e danneggiamento di culture riuscivano ad imporre i prezzi dei prodotti ortofrutticoli in alcuni esercizi commerciali di Minervino Murge, portando la concorrenza a chiudere oppure a rinunciare al proposito di rilevare attività commerciali (estorsione ambientale). In particolare, con l'intento di far desistere un imprenditore locale dalla volontà di rilevare una rivendita di ortofrutta in quel centro, è stato incendiato e completamente distrutto un prefabbricato di sua proprietà adibito a deposito di attrezzi agricoli. La vittima, in stato di assoggettamento psicologico a seguito dell'atto intimidatorio, ha rinunciato al proposito di acquistare l'attività commerciale.

Tra gli arrestati, figurano anche due guardie particolari giurate in servizio nel locale consorzio di guardie campestri. I soggetti risultano indagati anche per alcuni episodi di induzione indebita a dare o promettere utilità. Nell'ambito dello svolgimento delle loro funzioni, durante l'espletamento del servizio di controllo e prevenzione di reati predatori avrebbero sorpreso individui nell'atto di perpetrare furti nei terreni agricoli sui quali erano competenti a vigilare e - dietro minaccia di far intervenire le forze dell'ordine - si sarebbero fatti consegnare somme di denaro, assicurandone così l'impunità.

Furti, danneggiamenti e incendi sarebbero stati perpetrati non solo quali atti intimidatori ma anche per la realizzazione della tecnica del "cavallo di ritorno"; gli indagati - dopo aver sottrratto mezzi agricoli - avrebbero costretto le vittime, sotto la minaccia implicita della mancata restituzione del bene, a consegnare somme di denaro per tornare in possesso dei veicoli.

Tra i numerosi episodi ricostruiti nel corso delle indagini, ne è emerso uno che si ritiene particolarmente significativo. Un soggetto - nella circostanza in compagnia di altro individuo - adoperando illecitamente un fucile da caccia ha sparato a due cani randagi che si aggiravano nei pressi dei terreni di sua proprietà: l'atto di violenza ha provocato il grave ferimento di uno degli animali e la morte dell'altro. I Carabinieri della Stazione di Minervino Murge - con l'ausilio delle guardie zoofile - hanno rinvenuto la carcassa del cane con evidenti ferite da arma da fuoco, accertando che l'animale era dotato di microchip intestato al Comune di Minervino Murge.

Il risultato conseguito costituisce l'esito dell'azione di contrasto ai fenomeni criminali predatori nella provincia Bat ed ha consentito di fare luce su 11 episodi di danneggiamento di colture, 10 di furto fra colture e mezzi agricoli e 6 estorsioni, anche con il metodo del "cavallo di ritorno". Secondo una stima l'ammontare complessivo dei danni provocati ed il valore dei mezzi e delle attrezzature rubate danni ed i furti perpetrati, utili al successivo cavallo di ritorno, piuttosto che finalizzati ad imporre il proprio volere assoggettando le vittime, si aggira su un valore complessivo di 425mila euro.

Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e, all'esecuzione della misura cautelare, seguirà l'interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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