Politica
Nomina Rosa Barone al Welfare, le opposizioni: "Gioco di potere"
Le reazioni alla nomina della consigliera pentastellata all'Assessorato regionale
Minervino - mercoledì 27 gennaio 2021
10.36
Se per il Movimento 5 Stelle «quando si intraprende un percorso basato sui temi, il sostegno del M5S arriva puntuale», la nomina della consigliera pentastellata Rosa Barone come assessore al welfare della Regione Puglia non è stata digerita così bene dalle opposizioni. E non va meglio all'interno dello stesso gruppo della Barone. Assente la candidata presidente Antonella Laricchia dalla nota di auguri firmata dai collegi consiglieri Grazia Di Bari, Cristian Casili e Marco Galante.
Un elemento che non è sfuggito agli avversari. In primis al senatore di Forza Italia Dario Damiani. «Ufficializzato nero su bianco il tradimento elettorale in Puglia – scrive il senatore forzista – Superfluo persino evidenziare che ormai il Movimento nato anticasta è diventato elemento fisso di arredo di ogni stanza del potere».
Dello stesso avviso anche il senatore Roberto Marti, commissario regionale della Lega Puglia: «A Roma come a Bari, con Conte o con Emiliano, il Pd e il M5S si coalizzano nel palazzo alle spalle degli elettori, costruendo maggioranze che non sono mai state né votate né scelte dal popolo». E con lui, il consigliere regionale leghista, Davide Bellomo che avanza: «Mi chiedo come possano i colleghi consiglieri del M5S, fino a poco fa implacabili puritani moralisti della politica, giustificare ai loro elettori la loro bulimia di potere?».
La risposta, sarebbe da ricercarsi nelle parole dello stesso Movimento che si appella alla crisi in atto per evidenziare la responsabilità della scelta. «In questo momento – scrivono – è necessario far funzionare uno degli assessorati che giocano un ruolo importante in questa crisi pandemica, appunto quello al welfare. I pugliesi non possono aspettare ed è per questo che abbiamo scelto Rosa Barone per il ruolo di assessore, ma sarà fondamentale il gioco di squadra, la squadra di chi con impegno vuole costruire».
«Stupefacente – aggiunge Dario Damiani – la capacità del Presidente Emiliano di mistificare la realtà per far digerire ai pugliesi questo innesto: il tradimento elettorale diventa nelle sue parole di oggi "sintesi di democrazia diretta e democrazia rappresentativa" e una becera operazione di poltrone "una sperimentazione politica umile e aperta"».
Ed è a quella sperimentazione che allude, invece, il capogruppo PD in consiglio regionale, Filippo Caracciolo che parla della Puglia come di un «laboratorio politico all'avanguardia».
«L'ingresso nella giunta regionale della consigliera del M5S Rosa Barone – prosegue Caracciolo – sancisce in maniera concreta e definitiva l'accordo politico-programmatico tra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. La Puglia è la prima regione italiana nella quale si concretizza questa alleanza, Michele Emiliano si è mostrato politico lungimirante e perseverante».
Ma la «verità – attacca da Fratelli d'Italia l'ex candidato del centrodestra, Raffaele Fitto – è che l'accordo Michele Emiliano-M5S è il più classico dei patti di potere, quelli che quando li facevano gli altri i grillini gridavano: Venduti! Oggi, ormai, le parole d'ordine, a Bari come a Roma, sono trasformismo e poltrone».
«Il Partito Democratico, il centrosinistra ed il Movimento 5 Stelle – la posizione di Caracciolo – hanno mostrato di avere tra di loro un minimo comune denominatore che in opposizione ai totalitarismi di propaganda li ha portati a condividere una responsabilità di governo resa ancor più gravosa dal periodo che stiamo vivendo».
Un elemento che non è sfuggito agli avversari. In primis al senatore di Forza Italia Dario Damiani. «Ufficializzato nero su bianco il tradimento elettorale in Puglia – scrive il senatore forzista – Superfluo persino evidenziare che ormai il Movimento nato anticasta è diventato elemento fisso di arredo di ogni stanza del potere».
Dello stesso avviso anche il senatore Roberto Marti, commissario regionale della Lega Puglia: «A Roma come a Bari, con Conte o con Emiliano, il Pd e il M5S si coalizzano nel palazzo alle spalle degli elettori, costruendo maggioranze che non sono mai state né votate né scelte dal popolo». E con lui, il consigliere regionale leghista, Davide Bellomo che avanza: «Mi chiedo come possano i colleghi consiglieri del M5S, fino a poco fa implacabili puritani moralisti della politica, giustificare ai loro elettori la loro bulimia di potere?».
La risposta, sarebbe da ricercarsi nelle parole dello stesso Movimento che si appella alla crisi in atto per evidenziare la responsabilità della scelta. «In questo momento – scrivono – è necessario far funzionare uno degli assessorati che giocano un ruolo importante in questa crisi pandemica, appunto quello al welfare. I pugliesi non possono aspettare ed è per questo che abbiamo scelto Rosa Barone per il ruolo di assessore, ma sarà fondamentale il gioco di squadra, la squadra di chi con impegno vuole costruire».
«Stupefacente – aggiunge Dario Damiani – la capacità del Presidente Emiliano di mistificare la realtà per far digerire ai pugliesi questo innesto: il tradimento elettorale diventa nelle sue parole di oggi "sintesi di democrazia diretta e democrazia rappresentativa" e una becera operazione di poltrone "una sperimentazione politica umile e aperta"».
Ed è a quella sperimentazione che allude, invece, il capogruppo PD in consiglio regionale, Filippo Caracciolo che parla della Puglia come di un «laboratorio politico all'avanguardia».
«L'ingresso nella giunta regionale della consigliera del M5S Rosa Barone – prosegue Caracciolo – sancisce in maniera concreta e definitiva l'accordo politico-programmatico tra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. La Puglia è la prima regione italiana nella quale si concretizza questa alleanza, Michele Emiliano si è mostrato politico lungimirante e perseverante».
Ma la «verità – attacca da Fratelli d'Italia l'ex candidato del centrodestra, Raffaele Fitto – è che l'accordo Michele Emiliano-M5S è il più classico dei patti di potere, quelli che quando li facevano gli altri i grillini gridavano: Venduti! Oggi, ormai, le parole d'ordine, a Bari come a Roma, sono trasformismo e poltrone».
«Il Partito Democratico, il centrosinistra ed il Movimento 5 Stelle – la posizione di Caracciolo – hanno mostrato di avere tra di loro un minimo comune denominatore che in opposizione ai totalitarismi di propaganda li ha portati a condividere una responsabilità di governo resa ancor più gravosa dal periodo che stiamo vivendo».