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«Nella Rssa c'è ancora rischio contagio», la CISL Fisascat scrive alla Procura

Il sindacato: «I lavoratori hanno paura»

«I lavoratori non contagiati lamentano che ancora ad oggi perdura la situazione di rischio contagio, sicchè essi hanno il fondato timore di restarne vittime» .

È uno stralcio della lettera denuncia che l'avvocato Antonio Lacerenza, per conto di Luigi De Ceglie segretario del sindacato Fisascat Cisl Bari Bat, ha inviato al Prefetto, ai vertici di Villa Bilanzuoli, alla Procura della Repubblica, al sindaco e alla Asl per evidenziare presunte carenze della struttura nella quale si sono verificate decine di casi di contagio da coronavirus tra ospiti e operatori della residenza socio sanitaria di Minervino Murge.

Una nota nella quale si fa presente che già dallo scorso 5 aprile si era data voce ai lavoratori preoccupati e si riferisce che operatori socio sanitari ed ausiliari «per primi avevano denunciato quanto stava accadendo all'interno della r.s.s.a., con grave rischio contagio anche per loro, e tanto ciò è vero che alcuni operatori sono rimasti vittime del COVID -19»

Lacerenza afferma che: «la struttura non ha previsto, ad esempio, dei percorsi di accesso in sicurezza per cui costoro (i lavoratori, ndr) sono costretti a cambiarsi in spogliatoi che non sono sterilizzati, sicchè i loro indumenti, scarpe comprese, possono venire contagiati, e tornando a casa trasmetterlo ai loro cari, o con chi essi vengono a contatto»

Nella nota si puntualizza che «nessuno degli operatori si vuole sottrarre al proprio dovere di leale collaborazione nell'interesse degli assistiti e degli anziani ospiti» ma si chiede che «il dipendente possa lavorare in estrema sicurezza, senza mettere a repentaglio la propria salute, o la vita propria e degli altri».

Il contenuto della missiva è forte e fa riferimento ad una presunta «gravissima e colposa inadempienza contrattuale delle Opere Pie Riunite, ma anche la violazione delle più elementari norme di sicurezza».

«Per fare fronte a questa pandemia non c'è bisogno di eroi, in quanto i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari nelle strutture pubbliche e private e quelli del 1 18 che sono deceduti sul lavoro, non avevano nessuna voglia di morire per contagio da Coronavirus - Covid -19: essi sono morti a causa della colposa negligenza della Politica ed, a cascata, di quanti posti al timone di Regioni, Assessorati alla Sanità, ed a cascata, chi era preposto alle Direzioni Generali delle ASL, e più giù nella catena, alla direzione di strutture ospedaliere e di r.s.s.a., i quali si sono mossi con eccessivo e colposo ritardo» continua la denuncia.

E ancora: «i lavoratori della r.s.s.a. [...] intendono essere tutelati al cento per cento nello svolgimento della loro attività, a cominciare dal riceversi idonei locali sterili nei quali potersi cambiare per indossare tute. mascherine ed idonei calzari per andare a prestare la loro opera non da eroi,senza patemi, non avendo messo a tutt'oggi la struttura a disposizione dei locali idonei per andare a dimorare dopo il lavoro (ad es. alberghi, B&B, ecc.)».

Il legale chiede dunque l'intervento della Procura di Trani «atteso che si sarebbe già verificato il reato di lesioni colpose per quei lavoratori che sono rimasti inconsapevolmente contagiati da Covid -19 mentre erano al lavoro in struttura senza che le Opere Pie Riunite avessero fatto nulla per tutelarli».

Ribadiamo la disponibilità di MinervinoViva ad ospitare, qualora ce ne fossero, eventuali repliche.
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