Territorio
La Puglia per la valorizzazione dell'agricoltura a km 0
Via libera alla proposta di legge
Minervino - mercoledì 18 aprile 2018
10.20
Il Consiglio regionale ha approvato con il solo voto contrario della consigliera Francesca Franzoso la proposta di legge che contiene "Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari a chilometro zero e in materia di vendita diretta dei prodotti agricoli" (presentata dall'esponente della maggioranza Enzo Colonna), con una assegnazione in bilancio di 500 mila euro.
"La modernizzazione del sistema agro-alimentare – ha spiegato il presidente della IV Commissione che ha licenziato la pdl, Donato Pentassuglia - ha favorito, negli ultimi decenni, la crescita ed il consolidamento di "filiere lunghe", modalità di distribuzione dominate da imprese di grandi dimensioni e che operano su mercati globali, in cui la necessità di standardizzazione e di flessibilità di approvvigionamento ha portato all'omologazione delle colture produttive agricole e alla conseguente uniformità dei gusti e dei consumi, al deterioramento della diversità biologica e culturale e ad un consistente impatto ecologico, dovuto ai molteplici passaggi intermedi della filiera, nonché alla forte riduzione della possibilità per il cittadino-consumatore di esercitare un effettivo controllo sull'origine e sulle modalità di produzione di ciò che acquista e consuma".
"Consumare prodotti di filiera corta – ha continuato Pentassuglia - originari del territorio e quindi a «chilometro zero», significa ridurre considerevolmente le emissioni in atmosfera di gas nocivi (in termini di emissioni annue una tonnellata di anidride carbonica per famiglia), i numerosi passaggi di imballaggio e confezionamento, oltre a promuovere modelli virtuosi ed ecocompatibili di agricoltura locale. La locuzione a «chilometro zero» identifica dunque una politica economica che predilige il prodotto locale garantito dal produttore nella sua genuinità e soprattutto consente un risparmio nel processo di trasporto del prodotto, anche in termini di notevole riduzione dei costi ambientali".
Anche la Regione Puglia, quindi assume fra le priorità politiche la promozione di un'alimentazione sana, al pari di altri Governi, nazionali e regionali, oltreché dell'Unione europea.
Secondo quanto previsto dalla iniziativa legislativa "favorire il consumo di prodotti del territorio, freschi e stagionali, vuol dire allo stesso tempo, garantire un reddito adeguato ai produttori locali, assicurare una buona nutrizione, sostenere l'agricoltura di qualità legata alle realtà locali, tutelare l'ambiente e la biodiversità" – così come spiegato dal consigliere Colonna.
La presente proposta di legge si prefigge l'obiettivo prioritario di valorizzare nel territorio regionale i prodotti agricoli e agroalimentari «a chilometro zero», ossia quelli che soddisfano congiuntamente requisiti di sostenibilità ambientale e di qualità alimentare, promuovendone l'acquisto e il consumo sia da parte delle pubbliche amministrazioni che nel settore privato e garantendo ai consumatori una informazione trasparente, puntuale ed efficace in ordine alla tracciabilità dei prodotti e dei prezzi.
Diversi sono gli interventi intesi a valorizzare e promuovere l'utilizzo e la diffusione dei prodotti a chilometro zero previsti dalla presente proposta: le disposizioni per favorirne l'utilizzo nell'ambito dei servizi di ristorazione collettiva e nelle forniture di prodotti alimentari gestiti da enti pubblici; quelle per disciplinare la vendita diretta al dettaglio da parte degli imprenditori agricoli; le disposizioni in materia di commercio di tali prodotti e le previsioni in capo ai Comuni nella programmazione dei mercati a ciò adibiti; la previsione di contributi regionali a favore delle imprese del settore della ristorazione, dell'ospitalità e della lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli che si approvvigionano di prodotti a chilometro zero.
Vengono disciplinate anche le modalità di concessione agli operatori del marchio di filiera di nuova creazione denominato «Puglia KM 0». Un segno distintivo e una garanzia certificata che rappresentano un riconoscimento formale della provenienza e della qualità dei prodotti da utilizzare sia sugli articoli alimentari che sui menù degli esercizi di ristorazione e nelle mense pubbliche.
Sono previste disposizioni per garantire ai cittadini le informazioni sulle iniziative promosse con la presente proposta, anche attraverso la creazione di un portale web a ciò dedicato, ed alcune norme tese a disciplinare il regime dei controlli e delle sanzioni in caso di infrazione.
Con tali misure si intende sostenere sul territorio regionale nuovi modelli di distribuzione e vendita e, contestualmente, valorizzare le piccole e medie imprese agricole, per lo più a conduzione familiare, che operano sul medesimo territorio e ne preservano l'identità.
La consigliera Franzoso ha espresso tutte le sue perplessità nei confronti di una legge che "guarda al passato e non al futuro, che sostiene teorie scientifiche smentite nei fatti da tempo" ha detto in Aula. Inoltre la consigliera di Forza Italia, ha sottolineato in particolare la sua contrarietà verso politiche che tendano a "chiudere" invece che "aprire i recinti". "Non si possono accettare politiche di diffusione del chilometro zero nelle scuole – ha detto – è inconcepibile pensare di insegnare ai ragazzi che piccolo è bello, abbandonando il concetto di appartenenza nel mondo globale e quindi ad una cultura più ampia senza confini".
"La modernizzazione del sistema agro-alimentare – ha spiegato il presidente della IV Commissione che ha licenziato la pdl, Donato Pentassuglia - ha favorito, negli ultimi decenni, la crescita ed il consolidamento di "filiere lunghe", modalità di distribuzione dominate da imprese di grandi dimensioni e che operano su mercati globali, in cui la necessità di standardizzazione e di flessibilità di approvvigionamento ha portato all'omologazione delle colture produttive agricole e alla conseguente uniformità dei gusti e dei consumi, al deterioramento della diversità biologica e culturale e ad un consistente impatto ecologico, dovuto ai molteplici passaggi intermedi della filiera, nonché alla forte riduzione della possibilità per il cittadino-consumatore di esercitare un effettivo controllo sull'origine e sulle modalità di produzione di ciò che acquista e consuma".
"Consumare prodotti di filiera corta – ha continuato Pentassuglia - originari del territorio e quindi a «chilometro zero», significa ridurre considerevolmente le emissioni in atmosfera di gas nocivi (in termini di emissioni annue una tonnellata di anidride carbonica per famiglia), i numerosi passaggi di imballaggio e confezionamento, oltre a promuovere modelli virtuosi ed ecocompatibili di agricoltura locale. La locuzione a «chilometro zero» identifica dunque una politica economica che predilige il prodotto locale garantito dal produttore nella sua genuinità e soprattutto consente un risparmio nel processo di trasporto del prodotto, anche in termini di notevole riduzione dei costi ambientali".
Anche la Regione Puglia, quindi assume fra le priorità politiche la promozione di un'alimentazione sana, al pari di altri Governi, nazionali e regionali, oltreché dell'Unione europea.
Secondo quanto previsto dalla iniziativa legislativa "favorire il consumo di prodotti del territorio, freschi e stagionali, vuol dire allo stesso tempo, garantire un reddito adeguato ai produttori locali, assicurare una buona nutrizione, sostenere l'agricoltura di qualità legata alle realtà locali, tutelare l'ambiente e la biodiversità" – così come spiegato dal consigliere Colonna.
La presente proposta di legge si prefigge l'obiettivo prioritario di valorizzare nel territorio regionale i prodotti agricoli e agroalimentari «a chilometro zero», ossia quelli che soddisfano congiuntamente requisiti di sostenibilità ambientale e di qualità alimentare, promuovendone l'acquisto e il consumo sia da parte delle pubbliche amministrazioni che nel settore privato e garantendo ai consumatori una informazione trasparente, puntuale ed efficace in ordine alla tracciabilità dei prodotti e dei prezzi.
Diversi sono gli interventi intesi a valorizzare e promuovere l'utilizzo e la diffusione dei prodotti a chilometro zero previsti dalla presente proposta: le disposizioni per favorirne l'utilizzo nell'ambito dei servizi di ristorazione collettiva e nelle forniture di prodotti alimentari gestiti da enti pubblici; quelle per disciplinare la vendita diretta al dettaglio da parte degli imprenditori agricoli; le disposizioni in materia di commercio di tali prodotti e le previsioni in capo ai Comuni nella programmazione dei mercati a ciò adibiti; la previsione di contributi regionali a favore delle imprese del settore della ristorazione, dell'ospitalità e della lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli che si approvvigionano di prodotti a chilometro zero.
Vengono disciplinate anche le modalità di concessione agli operatori del marchio di filiera di nuova creazione denominato «Puglia KM 0». Un segno distintivo e una garanzia certificata che rappresentano un riconoscimento formale della provenienza e della qualità dei prodotti da utilizzare sia sugli articoli alimentari che sui menù degli esercizi di ristorazione e nelle mense pubbliche.
Sono previste disposizioni per garantire ai cittadini le informazioni sulle iniziative promosse con la presente proposta, anche attraverso la creazione di un portale web a ciò dedicato, ed alcune norme tese a disciplinare il regime dei controlli e delle sanzioni in caso di infrazione.
Con tali misure si intende sostenere sul territorio regionale nuovi modelli di distribuzione e vendita e, contestualmente, valorizzare le piccole e medie imprese agricole, per lo più a conduzione familiare, che operano sul medesimo territorio e ne preservano l'identità.
La consigliera Franzoso ha espresso tutte le sue perplessità nei confronti di una legge che "guarda al passato e non al futuro, che sostiene teorie scientifiche smentite nei fatti da tempo" ha detto in Aula. Inoltre la consigliera di Forza Italia, ha sottolineato in particolare la sua contrarietà verso politiche che tendano a "chiudere" invece che "aprire i recinti". "Non si possono accettare politiche di diffusione del chilometro zero nelle scuole – ha detto – è inconcepibile pensare di insegnare ai ragazzi che piccolo è bello, abbandonando il concetto di appartenenza nel mondo globale e quindi ad una cultura più ampia senza confini".