Cronaca
Ieri sciopero per protestare contro la riforma della "Buona scuola"
In piazza i principali sindacati Bat che gridano «Renzi stai sereno»
BAT - mercoledì 6 maggio 2015
17.46
«Al presidente del Consiglio Renzi diciamo, guarda queste piazze, la piazza della scuola e stai sereno». E' questo il messaggio finale che i principali sindacati, Cgil, Cisl e Uil, hanno portato in piazza nello sciopero unitario di ieri, martedì 5 maggio, in tutta la penisola ed in particolar modo nella Città di Bari dove sono stati oltre 10mila i manifestanti in corteo. La protesta è tutta incentrata sulla Riforma, cosiddetta della "Buona Scuola", in discussione in Commissione parlamentare e pronta ad arrivare alla Camera con un testo che, tuttavia, non piace al mondo della Scuola.
Un mondo della scuola che a partire dalle nostre città ha sospeso le lezioni per una partecipazione vicina all'80% con scuole chiuse e cancelli serrati vista la protesta trasversale di insegnanti, personale Ata, genitori e studenti stessi: «Il 5 maggio si celebra un momento importante nella storia della scuola italiana, della nostra democrazia - hanno ribadito i sindacati sul palco di Bari - Il Governo sta definendo l'organizzazione della scuola italiana in modo sbagliato. Le persone presenti qui oggi, quelle che stanno scioperando, protestando, vogliono esprimere la loro contrarietà a questo provvedimento. Invece di ascoltarli il governo, a proposito dello sciopero, negli ultimi due giorni, ha parlato di "non senso", "esibizione di corporativismo", "minoranza rumorosa". Farebbero bene a chiedere scusa».
Alla base della protesta diversi punti cruciali della riforma in discussione: innanzitutto il ruolo ed i compiti dei dirigenti scolastici oltre all'assunzione dei precari ed alla valutazione del personale. «La scuola protesta - hanno ribadito Cgil, Cisl e Uil - perché per molti precari con abilitazione non solo non viene previsto il ruolo ma il licenziamento pur in presenza di un posto e tanti anni di insegnamento, perché nel testo c'è un accentramento di poteri nelle mani del dirigente, nella individuazione del personale, nella valutazione anche delle metodologie didattiche, nella distribuzione degli aumenti di merito. Una persona sola al comando contrasta con il pluralismo culturale e la libertà di insegnamento. La scuola protesta perché il contratto è bloccato ed è inaccettabile che si voglia definire per legge orario, obblighi di servizio e retribuzioni. La libertà di insegnamento è scritta nella costituzione, non si tocca. Stiano attenti a non scrivere emendamenti come 'individua' al posto di 'sceglie', che non servono a niente. Nella valutazione non pensino ad emendamenti che prevedano la costituzione di un nucleo nel quale gli aumenti di merito possono essere decisi anche dagli studenti, che parteciperebbero alla valutazione degli insegnanti; ciò significherebbe realizzare una scuola al contrario che non esiste in nessun paese europeo».
Il percorso che i sindacati continuano a proporre prevede: «Un decreto per i precari per garantire le 100 mila assunzioni dal primo settembre - ribadiscono i sindacati - una discussione parlamentare ampia per valorizzare l'autonomia, per modernizzare la scuola con investimenti che portino l'Italia al livello degli altri paesi europei; un contratto innovativo per valorizzare il lavoro che si fa a scuola». Il corteo nel capoluogo pugliese si è snodato per il centro cittadino con diversi bus giunti anche dalla BAT. Una piccola protesta con insegnanti e studenti, si è radunata anche in Piazza Catuma nella Città di Andria per esporre tutto il dissenso alla "Buona Scuola" immaginata dal Governo Renzi.
Un mondo della scuola che a partire dalle nostre città ha sospeso le lezioni per una partecipazione vicina all'80% con scuole chiuse e cancelli serrati vista la protesta trasversale di insegnanti, personale Ata, genitori e studenti stessi: «Il 5 maggio si celebra un momento importante nella storia della scuola italiana, della nostra democrazia - hanno ribadito i sindacati sul palco di Bari - Il Governo sta definendo l'organizzazione della scuola italiana in modo sbagliato. Le persone presenti qui oggi, quelle che stanno scioperando, protestando, vogliono esprimere la loro contrarietà a questo provvedimento. Invece di ascoltarli il governo, a proposito dello sciopero, negli ultimi due giorni, ha parlato di "non senso", "esibizione di corporativismo", "minoranza rumorosa". Farebbero bene a chiedere scusa».
Alla base della protesta diversi punti cruciali della riforma in discussione: innanzitutto il ruolo ed i compiti dei dirigenti scolastici oltre all'assunzione dei precari ed alla valutazione del personale. «La scuola protesta - hanno ribadito Cgil, Cisl e Uil - perché per molti precari con abilitazione non solo non viene previsto il ruolo ma il licenziamento pur in presenza di un posto e tanti anni di insegnamento, perché nel testo c'è un accentramento di poteri nelle mani del dirigente, nella individuazione del personale, nella valutazione anche delle metodologie didattiche, nella distribuzione degli aumenti di merito. Una persona sola al comando contrasta con il pluralismo culturale e la libertà di insegnamento. La scuola protesta perché il contratto è bloccato ed è inaccettabile che si voglia definire per legge orario, obblighi di servizio e retribuzioni. La libertà di insegnamento è scritta nella costituzione, non si tocca. Stiano attenti a non scrivere emendamenti come 'individua' al posto di 'sceglie', che non servono a niente. Nella valutazione non pensino ad emendamenti che prevedano la costituzione di un nucleo nel quale gli aumenti di merito possono essere decisi anche dagli studenti, che parteciperebbero alla valutazione degli insegnanti; ciò significherebbe realizzare una scuola al contrario che non esiste in nessun paese europeo».
Il percorso che i sindacati continuano a proporre prevede: «Un decreto per i precari per garantire le 100 mila assunzioni dal primo settembre - ribadiscono i sindacati - una discussione parlamentare ampia per valorizzare l'autonomia, per modernizzare la scuola con investimenti che portino l'Italia al livello degli altri paesi europei; un contratto innovativo per valorizzare il lavoro che si fa a scuola». Il corteo nel capoluogo pugliese si è snodato per il centro cittadino con diversi bus giunti anche dalla BAT. Una piccola protesta con insegnanti e studenti, si è radunata anche in Piazza Catuma nella Città di Andria per esporre tutto il dissenso alla "Buona Scuola" immaginata dal Governo Renzi.