Incidente cinghiale
Incidente cinghiale
Territorio

«I cinghiali sono un problema», dagli agricoltori alla politica la voce è unanime

Le posizioni dei rappresentanti politici, degli enti e delle associazioni di categoria

In apertura immagine di repertorio

La presenza massiccia di cinghiali sul territorio pugliese è un problema verso la cui risoluzione non è più possibile attendere.

Il grido degli agricoltori di Coldiretti che stamattina hanno manifestato a Bari è soltanto l'ultima delle proteste che ormai da anni vede scendere in piazza i rappresentanti di territori che vengono fortemente danneggiati da questa invasiva presenza.

Un disagio che si trasforma in grido di allarme se si considera che, sempre più spesso, i cinghiali rappresentano un pericolo per gli automobilisti provocando anche gravi incidenti stradali.

«Un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti è il tragico bilancio nell'anno dell'emergenza Covid dell'invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, abbattendo recinzioni, guadando fiumi e attraversando strade e autostrade mettendo a rischio la vita e la sicurezza delle persone». E' quanto emerge dall'analisi di Coldiretti su dati Asaps.
"La situazione in Puglia si è aggravata a causa del lungo lockdown che ha svuotato le strade rurali e di città, consentendo una più libera circolazione dei selvatici. Bisogna intervenire subito e con determinazione con l'attività di controllo e contenimento contro l'invasione dei cinghiali con avvistamenti continui nelle are del Parco dell'Alta Murgia, del Gargano, nella Murgia Barese e Tarantina, nel Subappennino Dauno, nei pressi della Foresta di Mercadante, fino ad arrivare ai centri urbani", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. Una vera e propria emergenza nazionale che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti sui quasi 850mila chilometri di strade e autostrade italiane con i cinghiali che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso, 1,2 metri di altezza e 2 metri di lunghezza. E se su arterie statali, provinciali e comunali non ci sono quasi mai reti di respingimento contro i selvatici, sui 6.757 chilometri di autostrada – sottolinea la Coldiretti – esistono protezioni che non sempre sono sufficienti e adeguate a impedire il passaggio di animali di grossa taglia visto che sono state realizzate negli anni '60-'70, quando la grande fauna selvatica era rarissima e le recinzioni avevano lo scopo esclusivo di evitare l'attraversamento del bestiame.

"Non si tratta più solo di una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone – insiste il presidente Muraglia - che va affrontato con decisione. Le aree rurali e anche le città, vedi quanto accade nel capoluogo di regione a Bari, sono invase da cinghiali che mettono a repentaglio l'incolumità delle persone con incidenti anche gravi, fanno razzia nei campi di frutta, legumi, piantine, ortaggi, con inevitabili ripercussioni anche di natura igienico-sanitaria".

TARANTINI (PNAM): «Piena solidarietà agli agricoltori»

L'Ente Parco dell'Alta Murgia conosce da vicino il problema cinghiali. Da anni si prova ad arginare e contenere l'emergenza, adottando ogni tipo di iniziativa per porre un freno ai danni che ne conseguono. Oggi, il presidente Francesco Tarantini, è intervenuto alla manifestazione di Bari manifestando solidarietà ad agricoltori ed allevatori di un'aera che si estende su 13 comuni e rappresenta una importante fetta di Puglia.

«Il Parco dell'Alta Murgia ha ribadito oggi piena solidarietà agli agricoltori, ma soprattutto la disponibilità concreta a collaborare per contenere l'emergenza. L'aumento dei cinghiali colpisce l'Italia da nord a sud, con danni alle colture e notevoli squilibri ecologici. Un problema non più rinviabile che va affrontato – ne abbiamo discusso pochi giorni fa con le associazioni agricole – unendo le forze tra enti, istituzioni e soggetti portatori di interesse, creando subito una cabina di regia regionale con un approccio organico. L'Ente Parco si è attivato modificando il regolamento danni da fauna per aumentare gli indennizzi di risarcimento agli agricoltori. In corso c'è una strategia di gestione che vede il monitoraggio della specie e il coordinamento delle catture tramite chiusini, in parallelo al progetto pilota FiCiPAM per creare una filiera sostenibile del cinghiale. Un passo avanti decisivo sarà l'approvazione del regolamento delle aree contigue, per esercitare la caccia controllata nelle aree limitrofe al Parco e ridurre così la presenza dell'animale. Alla Regione chiediamo di nuovo di approvarlo quanto prima».

L'impegno della politica

Ventola: «Deliberare un piano di abbattimento»

L'argomento è di vivo interesse anche da parte degli esponenti politici dei vari territori, più volte intervenuti sull'argomento.
Francesco Ventola, consigliere regionale di Fratelli d'Italia ed espressione politica del territorio BAT si è così espresso: «La manifestazione della Coldiretti sull'invasione dei cinghiali nelle campagne e nelle città è la prova della sconfitta della politica che non decide. Il problema cinghiali non è di oggi, ma già nella passata legislatura con alcuni sindaci e molti agricoltori avviammo un percorso con l'allora assessore per contenere soprattutto la riproduzione degli animali, ma incontri e parole rimasero solo lettera morta. Oggi i cinghiali non sono solo un problema per gli agricoltori che vedono devastati i loro campi, ma di salute pubblica perché ormai, in cerca di cibo, scorrazzano nelle periferie dei paesi o sulle spiagge fra i bagnanti, ma sono un problema anche di ordine pubblico per gli incidenti stradali che provocano e per il pericolo che rappresentano per le persone che li incrociano per le strade cittadine.
Ma la politica non decide perché – specie nell'eterna campagna elettorale di Michele Emiliano – si deve strizzare l'occhio a quei pseudo ambientalisti per cui i cinghiali non devono essere abbattuti. Ora basta, però, questo è il momento delle decisioni che possono già essere prese anche in base alle norme vigenti regionali, consentendo l'abbattimento attraverso l'attività di selecontrollo in alcuni periodi dell'anno.
Dobbiamo agire in modo definitivo, risolvendo il problema all'agricoltore e non promettendogli sempre qualche elemosina d'indennizzo che richiede, peraltro, pratiche burocratiche e legali che scoraggiano pure queste azioni.
Nei prossimi giorni la Giunta deve deliberare senza se e senza ma un Piano di abbattimento. Deve fare una scelta coraggiosa, perché oggi di questo c'è bisogno. Chi non ha il coraggio neppure di pronunciare la parola abbattimento in Giunta vuol dire che non ha nessuna volontà di risolvere il problema.
Fratelli d'Italia ci mette la faccia perché si faccia chiarezza affinché gli agricoltori possano tornare a occuparsi solo dei loro campi, senza dover passare le giornate a manifestare nelle piazze per chiedere cose sacrosante».

Tammacco: «Non si può più perdere tempo»

"Il problema della presenza dei cinghiali sul territorio pugliese, è un problema che va risolto e va risolto subito. Il fattore tempo è fondamentale. Per questo, presenteremo come opposizione in Consiglio regionale già la prossima settimana un ordine del giorno che prepari il terreno ad una legge che regolamenti l'abbattimento dei cinghiali. Come è avvenuto in altre regioni. L'agricoltura in Puglia è un settore vitale perché lo si lasci in balia di mandrie affamate e pericolose che distruggono raccolti e il lavoro dei nostri agricoltori.
Il fenomeno che attraversa tutta la Puglia va affrontato dalla politica in maniera altrettanto trasversale perché minaccia l'economia dell'intera regione e di un intero comparto oltre che essere un problema di ordine pubblico e di sicurezza dei cittadini. Bene fa la Coldiretti a chiedere che siano le prefetture a prendere in mano la situazione per difendere non solo le campagne, ma anche le zone urbane periferiche dal pericolo dei cinghiali. Non aspettiamo che ci colgano di sorpresa episodi drammatici e tragedie, che peraltro sono già accaduti, secondo i dati diffusi da Coldiretti. Il momento di decidere è arrivato, non c'è più tempo da perdere. Più controlli nelle zone più a rischio come i parchi, il subeppennino Dauno e la Murgia, ma anche un piano straordinario di abbattimenti e il limite alla proliferazione sono le azioni da intraprendere con la massima urgenza. Questo è la politica, fare delle scelte.
Così il consigliere de La Puglia Domani Saverio Tammacco partecipando alla manifestazione organizzata della Coldiretti a Bari per chiedere al Governo regionale misure straordinarie di controllo e di contenimento dei cinghiali, sotto la regia dei prefetti".
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