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Giornata mondiale dei poveri. Il Papa: "Ignorarli mette in crisi il concetto di democrazia"

La riflessione di Don Geremia Acri sul messaggio del Pontefice

Nelle parole di Don Geremia Acri la riflessione sul messaggio di Papa Francesco per la V Giornata Mondiale del Povero che si celebra oggi.

«I poveri li avete sempre con voi» (Mc 14,7) È, questo un messaggio che oggi risuona con tutta la sua carica di significato in un tempo caratterizzato dalla post pandemia sanitaria.

Nel messaggio per la V "Giornata mondiale dei Poveri" Papa Francesco ci spiega che «Gesù non solo sta dalla parte dei poveri, ma condivide con loro la stessa sorte. I poveri li avete sempre con voi: la loro presenza in mezzo a noi è costante, ma non deve indurre a un'abitudine che diventa indifferenza, bensì coinvolgere in una condivisione di vita che non ammette deleghe…un gesto di beneficenza presuppone un benefattore e un beneficato, mentre la condivisione genera fratellanza. L'elemosina, è occasionale; la condivisione invece è duratura. La prima rischia di gratificare chi la compie e di umiliare chi la riceve; la seconda rafforza la solidarietà e pone le premesse necessarie per raggiungere la giustizia. Insomma, i credenti, quando vogliono vedere di persona Gesù e toccarlo con mano, sanno dove rivolgersi: i poveri sono sacramento di Cristo, rappresentano la sua persona e rinviano a Lui».

Un messaggio che ci guida all'essenziale e a superare le barriere dell'indifferenza nei confronti della povertà che cambia e assume volti differenti. «I poveri di ogni condizione e ogni latitudine ci evangelizzano -sottolinea papa Bergoglio- perché permettono di riscoprire in modo sempre nuovo i tratti più genuini del volto del Padre».

Ma chi sono i poveri di oggi? Sono i nostri fratelli e sorelle migrati orfani di patria, di affetti familiari, di lavoro e di dignità; sono tutte le persone sole sfiorate da tempo dall'ala fredda della solitudine; sono le famiglie sfinite nella povertà; sono i tanti papà e le tante mamme svilite in un ruolo che non riescono più a governare; sono gli anziani impoveriti da una pensione sociale inadeguata; sono poveri anche i tanti giovani che faticano a trovare una visione nel loro futuro; sono gli uomini e le donne di qualsiasi estrazione sociale che cadono nella trappola delle dipendenze.

Povertà e fragilità socio/culturale sono due facce della stessa medaglia che riemergono nelle storie che quotidianamente varcano la soglia di Casa Accoglienza "S.M. Goretti" della Diocesi di Andria e della Comunità Migrantesliberi. Storie che anche le Istituzioni dovrebbero conoscere a fondo per intervenire prontamente sulla necessità di riforme urgenti e politiche pubbliche di contrasto alle povertà. Anche Papa Francesco lo ricorda, esortando le istituzioni a fare la propria parte: «È una sfida che i Governi e le Istituzioni mondiali hanno bisogno di recepire con un lungimirante modello sociale, capace di andare incontro alle nuove forme di povertà che investono il mondo e che segneranno in maniera decisiva i prossimi decenni. Se i poveri sono messi ai margini, come se fossero i colpevoli della loro condizione, allora il concetto stesso di democrazia è messo in crisi e ogni politica sociale diventa fallimentare». Parole dure, ma necessarie che rimarcano come la povertà, al contrario, dovrebbe indurre a una «progettualità creativa, che consenta di accrescere la libertà effettiva di poter realizzare l'esistenza con le capacità proprie di ogni persona».

In un periodo in cui la crisi economica domina i discorsi di molti politici e le conversazioni di molte persone comuni, vale sempre la pena ricordare che la povertà più grande che c'è nel mondo non è la mancanza di cibo ma quella d'amore, quando avremo imparato ad amare incondizionatamente nostro fratello e nostra sorella, solo allora saremo ricchi ed avremo sconfitto la miseria.
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