Territorio
Geo su Rai3 si affaccia sulla Murgia dal Balcone di Puglia, Minervino Murge
Il programma tv condotto da Sveva Sagramola e da Emanuele Biggi sui luoghi della transumanza
Minervino - giovedì 4 giugno 2020
In un documentario che ha ripercorso i luoghi della transumanza sull'altopiano murgiano, il noto programma televisivo Geo, in onda su Rai 3, condotto da Sveva Sagramola e da Emanuele Biggi, ha fatto tappa anche nel territorio di Minervino Murge.
Nella puntata andata in onda il 2 giugno, Geo si è soffermata ad osservare gli incantevoli scorci dell'Alta Murgia, con il suo paesaggio selvaggio e variegato, pietroso e arido ma anche rigoglioso di storia, tradizioni, leggende in cui agricoltura e pastorizia hanno sfidato e vinto la mancanza di acqua.
Un viaggio, quello di Geo, iniziato proprio dal borgo di Minervino Murge. Con la sua caratteristica Scesciola, in arabo "labirinto", ovvero la città vecchia col suo intrigo di vicoli e scalette aggrappati alle pendici della collina, il Balcone di Puglia offre irripetibili scorci sulle gravine circostanti, da cui si osserva la terra murgiana adatta alla pastorizia, costellata di incantevoli jazzi, gli antichi recinti utilizzati per il bestiame durante la transumanza.
È in questa terra, diventata poi Parco nazionale dell'Alta Murgia, che gli ulivi la fanno da padroni e testimoni millenari e che si coltiva una delle più prelibate tipologie di oliva: la Coratina. Nota ormai in tutto il mondo per dare origine ad un olio dalle eccellenti qualità organolettiche che vanno dal pizzichino all'amaro, con un colore ed un aroma intensi e ricco di polifenoli, è stata protagonista del documentario andato in onda su Rai3, assieme agli importanti vitigni autoctoni come il nero di Troia. Con il suo rosso intenso e un profumo di frutta, vaniglia e more, l'uva di Troia si narra sia stata portata da Diomede che, approdando sull'Ofanto, piantò qui le sue barbatelle.
Una scoperta che passa dalle masserie alla chiesetta neviera del parco dell'Alta Murgia, fra i pascoli di pecore e mucche che danno al territorio il latte utilizzato per la realizzazione, rigorosamente a mano e secondo le antiche tradizioni, degli eccellenti prodotti caseari, e i profumi delle erbe selvatiche che si trasformano in ingredienti originali e prelibati per la tradizione culinaria murgiana.
Nella puntata andata in onda il 2 giugno, Geo si è soffermata ad osservare gli incantevoli scorci dell'Alta Murgia, con il suo paesaggio selvaggio e variegato, pietroso e arido ma anche rigoglioso di storia, tradizioni, leggende in cui agricoltura e pastorizia hanno sfidato e vinto la mancanza di acqua.
Un viaggio, quello di Geo, iniziato proprio dal borgo di Minervino Murge. Con la sua caratteristica Scesciola, in arabo "labirinto", ovvero la città vecchia col suo intrigo di vicoli e scalette aggrappati alle pendici della collina, il Balcone di Puglia offre irripetibili scorci sulle gravine circostanti, da cui si osserva la terra murgiana adatta alla pastorizia, costellata di incantevoli jazzi, gli antichi recinti utilizzati per il bestiame durante la transumanza.
È in questa terra, diventata poi Parco nazionale dell'Alta Murgia, che gli ulivi la fanno da padroni e testimoni millenari e che si coltiva una delle più prelibate tipologie di oliva: la Coratina. Nota ormai in tutto il mondo per dare origine ad un olio dalle eccellenti qualità organolettiche che vanno dal pizzichino all'amaro, con un colore ed un aroma intensi e ricco di polifenoli, è stata protagonista del documentario andato in onda su Rai3, assieme agli importanti vitigni autoctoni come il nero di Troia. Con il suo rosso intenso e un profumo di frutta, vaniglia e more, l'uva di Troia si narra sia stata portata da Diomede che, approdando sull'Ofanto, piantò qui le sue barbatelle.
Una scoperta che passa dalle masserie alla chiesetta neviera del parco dell'Alta Murgia, fra i pascoli di pecore e mucche che danno al territorio il latte utilizzato per la realizzazione, rigorosamente a mano e secondo le antiche tradizioni, degli eccellenti prodotti caseari, e i profumi delle erbe selvatiche che si trasformano in ingredienti originali e prelibati per la tradizione culinaria murgiana.