Cronaca
Emergenza rifiuti, no alla biostabilizzazione a Foggia
Le città della provincia iniziano a subire la situazione critica
BAT - venerdì 19 giugno 2015
23.59
I rifiuti della BAT non potranno più esser biostabilizzati a Foggia: gli impianti della struttura in terra dauna sono saturi e fino al 30 giugno non potranno più accogliere nessun camion contenente spazzatura. E' l'escalation dell'emergenza in Provincia a tenere con il fiato sospeso cittadini e politica alla disperata ricerca di soluzioni utili a non creare giorno dopo giorno l'impossibilità di programmare interventi duraturi. Da due giorni, infatti, i camion delle ditte di raccolta dei rifiuti indifferenziati sono pieni e fermi per l'impossibilità di trasferire il carico nell'impianto foggiano giunto in quindici giorni al collasso. A Trani la situazione più preoccupante: dal neo Sindaco Bottaro l'invito ai concittadini a non conferire indifferenziato nei bidoni stracolmi di rifiuti non svuotati già da due giorni. Buste in strada per una città che non è riuscita ancora a far partire la raccolta differenziata porta a porta.
Situazione che resta più tranquilla nelle città di Andria, Canosa e Barletta, dove la frazione indifferenziata, pari a circa il 30% del totale, è raccolta una sola volta a settimana e, per ora, non vi sono ancora particolari disagi per i cittadini anche se il prolungarsi dell'emergenza potrebbe creare difficoltà alle abitazioni stesse. L'affannosa ricerca di una soluzione è capitata in un momento altamente delicato per il mondo della politica: la transizione del governo regionale con l'insediamento ancora rimandato di Emiliano per i problemi con la legge elettorale, ma anche il passaggio politico delle amministrative di Andria e Trani dove si è ancora lontani dal veder all'opera le rispettive giunte comunali. A Canosa, invece, questa mattina un Consiglio Comunale monotematico sull'emergenza rifiuti per comunicazioni da parte del Primo Cittadino, Ernesto La Salvia, sulla situazione emergenziale ed in particolare sulla soluzione del conferimento di parte dei rifiuti nella discarica privata di rifiuti speciali non pericolosi di Canosa stessa. Una parte in questo impianto ed un'altra parte nell'impianto di Barletta, dove sino al 30 giugno dovrebbero esser conferiti i rifiuti indifferenziati senza neanche la biostabilizzazione solo dopo un'eventuale ordinanza dell'Organo di Gestione d'Ambito (OGA) che, per ragioni di pubblica utilità, potrebbe bypassare la necessità di biostabilizzare i rifiuti.
Altra ipotesi è il trasferimento dei camion a Grottaglie nella discarica pubblica tarantina con l'incognita costi che salirebbero ancora oltre il doppio che già sarà corrisposto alle discariche private. Il Consiglio Comunale di Canosa ha visto le parti particolarmente animate con in testa batti e ribatti di maggioranza ed opposizione tra le parole del Sindaco La Salvia. L'Organo di gestione dei rifiuti della BAT, di cui è presidente il Sindaco di Andria Nicola Giorgino, ha deliberato all'unanimità l'utilizzo delle discariche di Barletta e Canosa in via emergenziale per via di costi leggermente più bassi del trasporto nella discarica di Grottaglie, ma duri sono stati gli attacchi delle opposizioni su di una scelta operata anche con il consenso del Primo Cittadino canosino. Per La Salvia, impossibile bloccare l'attività delle discariche private ed impossibile realizzare ordinanze ad hoc su di un deliberato di Consiglio Comunale poichè la gestione spetta ad un organo superiore che ha pieni poteri in materia di rifiuti. Un caos amministrativo e decisionale che trascina, una delle province più virtuose del mezzogiorno in termini di raccolta differenziata, in una emergenza assolutamente evitabile a partire dagli anni passati.
Situazione che resta più tranquilla nelle città di Andria, Canosa e Barletta, dove la frazione indifferenziata, pari a circa il 30% del totale, è raccolta una sola volta a settimana e, per ora, non vi sono ancora particolari disagi per i cittadini anche se il prolungarsi dell'emergenza potrebbe creare difficoltà alle abitazioni stesse. L'affannosa ricerca di una soluzione è capitata in un momento altamente delicato per il mondo della politica: la transizione del governo regionale con l'insediamento ancora rimandato di Emiliano per i problemi con la legge elettorale, ma anche il passaggio politico delle amministrative di Andria e Trani dove si è ancora lontani dal veder all'opera le rispettive giunte comunali. A Canosa, invece, questa mattina un Consiglio Comunale monotematico sull'emergenza rifiuti per comunicazioni da parte del Primo Cittadino, Ernesto La Salvia, sulla situazione emergenziale ed in particolare sulla soluzione del conferimento di parte dei rifiuti nella discarica privata di rifiuti speciali non pericolosi di Canosa stessa. Una parte in questo impianto ed un'altra parte nell'impianto di Barletta, dove sino al 30 giugno dovrebbero esser conferiti i rifiuti indifferenziati senza neanche la biostabilizzazione solo dopo un'eventuale ordinanza dell'Organo di Gestione d'Ambito (OGA) che, per ragioni di pubblica utilità, potrebbe bypassare la necessità di biostabilizzare i rifiuti.
Altra ipotesi è il trasferimento dei camion a Grottaglie nella discarica pubblica tarantina con l'incognita costi che salirebbero ancora oltre il doppio che già sarà corrisposto alle discariche private. Il Consiglio Comunale di Canosa ha visto le parti particolarmente animate con in testa batti e ribatti di maggioranza ed opposizione tra le parole del Sindaco La Salvia. L'Organo di gestione dei rifiuti della BAT, di cui è presidente il Sindaco di Andria Nicola Giorgino, ha deliberato all'unanimità l'utilizzo delle discariche di Barletta e Canosa in via emergenziale per via di costi leggermente più bassi del trasporto nella discarica di Grottaglie, ma duri sono stati gli attacchi delle opposizioni su di una scelta operata anche con il consenso del Primo Cittadino canosino. Per La Salvia, impossibile bloccare l'attività delle discariche private ed impossibile realizzare ordinanze ad hoc su di un deliberato di Consiglio Comunale poichè la gestione spetta ad un organo superiore che ha pieni poteri in materia di rifiuti. Un caos amministrativo e decisionale che trascina, una delle province più virtuose del mezzogiorno in termini di raccolta differenziata, in una emergenza assolutamente evitabile a partire dagli anni passati.