Religioni
Due Diocesi unite per celebrare il patrono dei giornalisti
Martedì una Santa Messa presieduta da Monsignor Luigi Mansi, Vescovo di Andria
Minervino - sabato 21 gennaio 2023
8.53
Le Diocesi di Andria e Trani-Barletta-Bisceglie si ritroveranno ancora una volta insieme in occasione della memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione sociale. Lo hanno rimarcato i direttori degli uffici per le comunicazioni sociali don Felice Bacco (Andria) e Riccardo Losappio (Trani-Barletta-Bisceglie): «Martedì 24 gennaio, memoria di san Francesco di Sales (1567-1622), celebriamo insieme la festa dei giornalisti e degli operatori della comunicazione sociale. Quest'anno la celebrazione eucaristica si terrà nella Diocesi di Andria, alle ore 11, al Santuario del Santissimo Salvatore, sede anche dell'emittente cattolica Teledehon, che trasmetterà in diretta la celebrazione (canale 19).
A presiederla sarà Sua Eccellenza Monsignor Luigi Mansi, Vescovo della Diocesi di Andria.
Questo appuntamento annuale, accanto ad altri momenti, ci offre l'occasione per sviluppare, in un contesto di preghiera, qualche considerazione sul ruolo dei giornalisti all'interno del variegato mondo della comunicazione. E la riflessione muove proprio dall'esperienza di Francesco di Sales maturata prima nell'attività di studioso e poi nel ministero episcopale come vescovo di Ginevra. Egli si dedicò al giornalismo e alla stampa nel periodo a cavallo tra il millecinquecento e il milleseicento avvalendosi di una cospicua corrispondenza epistolare con i fedeli della sua diocesi, corrispondenza che veniva altresì stampata e diffusa nel territorio a lui affidato».
Questo il tema scelto quest'anno da Papa Francesco, in occasione della 57.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali:
«Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15)»
(operare secondo la verità nella carità)
Il tema si collega idealmente a quello del 2022, "Ascoltare con l'orecchio del cuore", e vuole inserirsi in particolare nel cammino che condurrà tutta la Chiesa alla celebrazione del Sinodo di ottobre 2023.
Parlare con il cuore significa "rendere ragione della speranza che è in noi" (1Pt 3,14-17) e farlo con mitezza, utilizzando il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un tempo contraddistinto – anche nella vita ecclesiale – da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli animi, siamo invitati ad andare controcorrente, a favorire il dialogo e la comunione, pur rispettando la diversità delle opinioni.
Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell'uomo del nostro tempo, come ci insegna in modo sublime la pagina evangelica che narra il dialogo tra il misterioso Viandante e i discepoli di Emmaus.
Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l'affermarsi di una comunicazione non ostile. Una comunicazione aperta al dialogo con l'altro, che favorisca un "disarmo integrale", che si adoperi a smontare "la psicosi bellica" che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano.
A presiederla sarà Sua Eccellenza Monsignor Luigi Mansi, Vescovo della Diocesi di Andria.
Questo appuntamento annuale, accanto ad altri momenti, ci offre l'occasione per sviluppare, in un contesto di preghiera, qualche considerazione sul ruolo dei giornalisti all'interno del variegato mondo della comunicazione. E la riflessione muove proprio dall'esperienza di Francesco di Sales maturata prima nell'attività di studioso e poi nel ministero episcopale come vescovo di Ginevra. Egli si dedicò al giornalismo e alla stampa nel periodo a cavallo tra il millecinquecento e il milleseicento avvalendosi di una cospicua corrispondenza epistolare con i fedeli della sua diocesi, corrispondenza che veniva altresì stampata e diffusa nel territorio a lui affidato».
Questo il tema scelto quest'anno da Papa Francesco, in occasione della 57.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali:
«Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15)»
(operare secondo la verità nella carità)
Il tema si collega idealmente a quello del 2022, "Ascoltare con l'orecchio del cuore", e vuole inserirsi in particolare nel cammino che condurrà tutta la Chiesa alla celebrazione del Sinodo di ottobre 2023.
Parlare con il cuore significa "rendere ragione della speranza che è in noi" (1Pt 3,14-17) e farlo con mitezza, utilizzando il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un tempo contraddistinto – anche nella vita ecclesiale – da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli animi, siamo invitati ad andare controcorrente, a favorire il dialogo e la comunione, pur rispettando la diversità delle opinioni.
Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell'uomo del nostro tempo, come ci insegna in modo sublime la pagina evangelica che narra il dialogo tra il misterioso Viandante e i discepoli di Emmaus.
Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l'affermarsi di una comunicazione non ostile. Una comunicazione aperta al dialogo con l'altro, che favorisca un "disarmo integrale", che si adoperi a smontare "la psicosi bellica" che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano.