Territorio
Cresce l'occupazione nella Bat
Il tasso si attesta intorno al 41,4%: quasi quattro punti in più rispetto al 2013
BAT - martedì 31 marzo 2015
12.55
Contrariamente al dato regionale, nella Bat torna a salire per numero di occupati nell'anno 2014 raggiungendo il 41,4%. Si torna ai livelli registrati nel 2010 quando gli occupati erano poco più di 110mila. La Bat è l'unica provincia pugliese che fa un balzo in avanti in termini occupazionali, in una regione che continua a soffrire e registra un nuovo calo che si attesta al 41,8 per cento. Si tratta del parametro riferito al quarto trimestre del 2014, di cui il 55,8 per cento riguarda gli uomini, mentre il 28,1 per cento le donne. Gli occupati sono un milione 130mila (nel trimestre precedente erano un milione 139mila e il tasso si attestava al 42 per cento). La Provincia di Barletta Andria Trani passa da un 37,7%, registrato nel 2013, ad un 41,4% con circa 10mila posti di lavoro in più in un solo anno.
La curva del tasso di occupazione in Puglia mostra come si è partiti da un 45,1% nel 2004, passando per un incremento sino al 46,6% nel 2007 e 2008 con una rapida discesa a partire dal 2009 dove il tasso registrato fu il 44,9%. Nel 2013 gli occupati in Puglia erano il 42,3 %. La diminuzione degli ultimi anni conferma il persistere di una condizione ancora critica. «I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano l'estrema criticità della situazione occupazionale nella nostra regione. Anche nella provincia di Brindisi ed in quella di Barletta-Andria-Trani, dove il dato è in risalita rispetto al 2013, il valore assoluto risulta essere ancora troppo basso. Grande preoccupazione suscita la situazione della provincia di Foggia, in cui dal 2010 ad oggi il numero degli occupati ha subito un crollo verticale. In particolare - continua il presidente - colpiscono i numeri dell'occupazione femminile: ad oggi solo poco più di una donna pugliese su quattro ha un lavoro regolare e questo è un fatto intollerabile. Auspichiamo che i provvedimenti contenuti nel Jobs Act, unitamente agli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità, contribuiscano in maniera importante a sbloccare il mercato del lavoro. Tuttavia – sottolinea il presidente – questi interventi da soli non bastano per generare occupazione. Sono le imprese, specie quelle piccole e medie, a creare posti di lavoro. Solo attraverso un piano organico di sostegno allo sviluppo imprenditoriale ed incisive riforme in materia di fisco, credito, giustizia civile e burocrazia, la cui ipertrofia è spesso occasione di corruzione, potremo porre le basi per una stabile ripresa occupazionale».
Ecco la situazione nelle province pugliesi: Bari si ferma al 45,1 per cento (contro il 45,2 del 2013), Foggia scende dal 38,6 al 37,2, Taranto dal 42,8 al 41,4 e Lecce dal 42,3 al 41,6. In ripresa, invece, rispetto al 2013, la provincia di Brindisi che passa dal 43 al 44 per cento e quella di Barletta-Andria-Trani che passa dal 37,7 al 41,4 per cento.
La curva del tasso di occupazione in Puglia mostra come si è partiti da un 45,1% nel 2004, passando per un incremento sino al 46,6% nel 2007 e 2008 con una rapida discesa a partire dal 2009 dove il tasso registrato fu il 44,9%. Nel 2013 gli occupati in Puglia erano il 42,3 %. La diminuzione degli ultimi anni conferma il persistere di una condizione ancora critica. «I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano l'estrema criticità della situazione occupazionale nella nostra regione. Anche nella provincia di Brindisi ed in quella di Barletta-Andria-Trani, dove il dato è in risalita rispetto al 2013, il valore assoluto risulta essere ancora troppo basso. Grande preoccupazione suscita la situazione della provincia di Foggia, in cui dal 2010 ad oggi il numero degli occupati ha subito un crollo verticale. In particolare - continua il presidente - colpiscono i numeri dell'occupazione femminile: ad oggi solo poco più di una donna pugliese su quattro ha un lavoro regolare e questo è un fatto intollerabile. Auspichiamo che i provvedimenti contenuti nel Jobs Act, unitamente agli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità, contribuiscano in maniera importante a sbloccare il mercato del lavoro. Tuttavia – sottolinea il presidente – questi interventi da soli non bastano per generare occupazione. Sono le imprese, specie quelle piccole e medie, a creare posti di lavoro. Solo attraverso un piano organico di sostegno allo sviluppo imprenditoriale ed incisive riforme in materia di fisco, credito, giustizia civile e burocrazia, la cui ipertrofia è spesso occasione di corruzione, potremo porre le basi per una stabile ripresa occupazionale».
Ecco la situazione nelle province pugliesi: Bari si ferma al 45,1 per cento (contro il 45,2 del 2013), Foggia scende dal 38,6 al 37,2, Taranto dal 42,8 al 41,4 e Lecce dal 42,3 al 41,6. In ripresa, invece, rispetto al 2013, la provincia di Brindisi che passa dal 43 al 44 per cento e quella di Barletta-Andria-Trani che passa dal 37,7 al 41,4 per cento.