Politica
Bufera sul gesto di Roccotelli, Laforgia: «Interrogherò il ministro dell'istruzione»
Dure reazioni dal mondo della politica e dell'attivismo
Minervino - martedì 28 settembre 2021
18.06
Le spiegazioni dell'ex sindaco di Minervino Murge Luigi Roccotelli sull'equivoco gesto dell'orecchio durante il comizio di ieri sera non sono servite a placare gli animi del mondo politico.
Il filmato in cui Roccotelli si tocca l'orecchio mentre parla di Nichi Vendola ha fatto il giro dell'Italia, suscitando le più disparate reazioni.
Il senatore Francesco Laforgia, del gruppo misto, si è detto pronto ad interrogare il Ministro dell'Istruzione Bianchi. «Siamo stanchi di questi attacchi che discriminano le persone in base al proprio orientamento sessuale. Presenterò un'interrogazione al ministro dell'istruzione Bianchi per sapere quali azioni intenda intraprendere per tutelare tante e tanti studenti dagli atteggiamenti omofobi del suddetto Roccotelli e se lo ritenga ancora idoneo a svolgere la funzione di educatore. Aggiungo che eventi come questi segnalano sempre di più l'urgenza di approvare il ddl Zan».
Anche il segretario nazionale del Partito Socialista Enzo Maraio è intervenuto sull'argomento: «Il consigliere comunale ed ex sindaco di Minervino Murge in Puglia, Luigi Roccotelli, attualmente impegnato come docente, durante un comizio in piazza si è riferito a Nichi Vendola nominandolo "Ventola" toccandosi l'orecchio con un gesto dichiaratamente dispregiativo e lesivo della comunità LGBTQI. I socialisti considerano davvero inaccettabile tale atto e soprattutto che aspiranti "politici" ed "educatori" possano continuare ad esercitare la loro funzione di comunità con gesti discriminatori e sgradevoli come questo».
Anche l'attivista e avvocatessa Cathy Latorre ha stigmatizzato l'accaduto: «Questa non è politica, non si tratta neanche di avere toni duri nei confronti degli avversari: è sintomo di un disagio e di una ignoranza profonda che non si ferma ai pregiudizi personali, ma all'esternarli in pubblico mettendo nel mirino una caratteristica o un aspetto di una persona che si vuol colpire non per il proprio operato politico, ma per la propria vita personale. Come se indicare l'omosessualità di un avversario fosse ancora come uno stigma da espiare e di cui vergognarsi, e per questo utilizzabile come arma politica. "Mi stavo grattando l'orecchio" ha detto, giustificandosi, l'ex sindaco. Almeno la dignità di ammettere i propri sbagli, 'signor' Roccotelli. Almeno quella. Solidarietà a Nichi, amico di una vita e certamente immune a così basse dimostrazioni di inumanità».
Il filmato in cui Roccotelli si tocca l'orecchio mentre parla di Nichi Vendola ha fatto il giro dell'Italia, suscitando le più disparate reazioni.
Il senatore Francesco Laforgia, del gruppo misto, si è detto pronto ad interrogare il Ministro dell'Istruzione Bianchi. «Siamo stanchi di questi attacchi che discriminano le persone in base al proprio orientamento sessuale. Presenterò un'interrogazione al ministro dell'istruzione Bianchi per sapere quali azioni intenda intraprendere per tutelare tante e tanti studenti dagli atteggiamenti omofobi del suddetto Roccotelli e se lo ritenga ancora idoneo a svolgere la funzione di educatore. Aggiungo che eventi come questi segnalano sempre di più l'urgenza di approvare il ddl Zan».
Anche il segretario nazionale del Partito Socialista Enzo Maraio è intervenuto sull'argomento: «Il consigliere comunale ed ex sindaco di Minervino Murge in Puglia, Luigi Roccotelli, attualmente impegnato come docente, durante un comizio in piazza si è riferito a Nichi Vendola nominandolo "Ventola" toccandosi l'orecchio con un gesto dichiaratamente dispregiativo e lesivo della comunità LGBTQI. I socialisti considerano davvero inaccettabile tale atto e soprattutto che aspiranti "politici" ed "educatori" possano continuare ad esercitare la loro funzione di comunità con gesti discriminatori e sgradevoli come questo».
Anche l'attivista e avvocatessa Cathy Latorre ha stigmatizzato l'accaduto: «Questa non è politica, non si tratta neanche di avere toni duri nei confronti degli avversari: è sintomo di un disagio e di una ignoranza profonda che non si ferma ai pregiudizi personali, ma all'esternarli in pubblico mettendo nel mirino una caratteristica o un aspetto di una persona che si vuol colpire non per il proprio operato politico, ma per la propria vita personale. Come se indicare l'omosessualità di un avversario fosse ancora come uno stigma da espiare e di cui vergognarsi, e per questo utilizzabile come arma politica. "Mi stavo grattando l'orecchio" ha detto, giustificandosi, l'ex sindaco. Almeno la dignità di ammettere i propri sbagli, 'signor' Roccotelli. Almeno quella. Solidarietà a Nichi, amico di una vita e certamente immune a così basse dimostrazioni di inumanità».