Territorio
Agriturismi in Puglia, crescita del 2%
Coldiretti: «Serve una strategia unica di accoglienza»
Minervino - lunedì 23 maggio 2022
12.23
Gli imprenditori del comparto agrituristico pugliese, nonostante il crack da oltre 60 milioni di euro causato dal Covid, non si sono arresi e gli ultimi dati hanno fatto registrare una crescita del 2% rispetto al 2019 del numero di agriturismi, in controtendenza alle statistiche nazionali che segnano uno scenario sostanzialmente invariato secondo quanto emerso da un'analisi di Coldiretti Puglia diffusa in occasione dell'incontro fra l'assessore regionale al turismo Granfranco Lopane, il presidente di Terranostra Puglia Filippo De Miccolis ed il direttore di Coldiretti Puglia Pietro Piccioni per disegnare una strategia univoca e condivisa dell'accoglienza turistica in Puglia.
«Va data centralità al ruolo dell'agriturismo nelle politiche del turismo in Puglia con gli agriturismi che si sono mostrati resilienti proprio grazie al contributo prevalente dell'attività agricola, alla trasformazione e alla vendita diretta dei prodotti, proponendo nuovi prodotti e servizi proprio per adattarsi e resistere meglio al crisi causata dalla pandemia. Gli agricoltori hanno mostrato una grande voglia di affrontare il futuro con energia e competenza e per questo abbiamo proposto un testo di legge per armonizzare le misure per il settore e soprattutto aggiungere servizi innovativi utili all'offerta agrituristica» ha affermato il presidente De Miccolis.
Se la tavola con la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere l'agriturismo è la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare l'offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, ma anche attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.
«L'agriturismo e lo sviluppo multifunzionale delle aziende agricole devono rientrare nelle strategie regionali, incluse quelle a sostegno del settore turistico» ha aggiunto De Miccolis. «E' evidente l'importanza dell'identità agricola e del patrimonio rurale del nostro territorio e del paesaggio nella comunicazione istituzionale e di marketing turistico. Ma gli oneri di cura del territorio e del paesaggio rimangono in capo agli operatori agrituristici che sono troppo spesso abbandonati ad affrontare da soli sfide enormi come Xylella, siccità, cambiamenti climatici e da ultimo anche il Covid».
La Puglia si rivela una delle mete più gettonate per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi con il 33% tra i più belli d'Italia, dove si conservano le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e i 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presidi presìdi della biodiversità.
I piccoli comuni tra i più belli d'Italia sono 40 in provincia di Lecce, 38 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto e 2 in provincia di Bari, con l'80% delle Dop e Igp e della miriade di produzioni locali tradizionali che vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i 5mila abitanti e riguardando specialità come la carota giallo -viola di Tiggiano, la cipolla di Zapponeta, la fava di Zollino, la patata di Zapponeta, il pisello nano di Zollino, il pomodoro di Morciano, la fava di Carpino, la cacioricotta caprino orsarese, il lardo di Faeto, il prosciutto di Faeto, il calzone di Ischitella, l'arancia del Gargano, il limone femminello del Gargano e la patata novella di Galatina: un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.
Il cibo infatti è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia, 9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica. Il risultato è che un numero crescente di italiani sta pensando di rimanere in patria magari organizzando una vacanza di prossimità. Se la montagna resta la meta privilegiata, a crescere sono le ferie a km zero soprattutto nei piccoli borghi che – ha sottolineato Coldiretti – consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città.
«Va data centralità al ruolo dell'agriturismo nelle politiche del turismo in Puglia con gli agriturismi che si sono mostrati resilienti proprio grazie al contributo prevalente dell'attività agricola, alla trasformazione e alla vendita diretta dei prodotti, proponendo nuovi prodotti e servizi proprio per adattarsi e resistere meglio al crisi causata dalla pandemia. Gli agricoltori hanno mostrato una grande voglia di affrontare il futuro con energia e competenza e per questo abbiamo proposto un testo di legge per armonizzare le misure per il settore e soprattutto aggiungere servizi innovativi utili all'offerta agrituristica» ha affermato il presidente De Miccolis.
Se la tavola con la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere l'agriturismo è la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare l'offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, ma anche attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.
«L'agriturismo e lo sviluppo multifunzionale delle aziende agricole devono rientrare nelle strategie regionali, incluse quelle a sostegno del settore turistico» ha aggiunto De Miccolis. «E' evidente l'importanza dell'identità agricola e del patrimonio rurale del nostro territorio e del paesaggio nella comunicazione istituzionale e di marketing turistico. Ma gli oneri di cura del territorio e del paesaggio rimangono in capo agli operatori agrituristici che sono troppo spesso abbandonati ad affrontare da soli sfide enormi come Xylella, siccità, cambiamenti climatici e da ultimo anche il Covid».
La Puglia si rivela una delle mete più gettonate per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi con il 33% tra i più belli d'Italia, dove si conservano le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e i 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presidi presìdi della biodiversità.
I piccoli comuni tra i più belli d'Italia sono 40 in provincia di Lecce, 38 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto e 2 in provincia di Bari, con l'80% delle Dop e Igp e della miriade di produzioni locali tradizionali che vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i 5mila abitanti e riguardando specialità come la carota giallo -viola di Tiggiano, la cipolla di Zapponeta, la fava di Zollino, la patata di Zapponeta, il pisello nano di Zollino, il pomodoro di Morciano, la fava di Carpino, la cacioricotta caprino orsarese, il lardo di Faeto, il prosciutto di Faeto, il calzone di Ischitella, l'arancia del Gargano, il limone femminello del Gargano e la patata novella di Galatina: un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.
Il cibo infatti è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia, 9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica. Il risultato è che un numero crescente di italiani sta pensando di rimanere in patria magari organizzando una vacanza di prossimità. Se la montagna resta la meta privilegiata, a crescere sono le ferie a km zero soprattutto nei piccoli borghi che – ha sottolineato Coldiretti – consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città.