#VivalItalia, perché dobbiamo trasformare l’angoscia in coraggio
Continua la vita, continua l'entusiasmo
venerdì 6 marzo 2020
9.09
«"Quel vecchio unge le panche!" gridarono a una voce alcune donne che vider l'atto. La gente che si trovava in chiesa (in chiesa!) fu addosso al vecchio». Sembra l'altro ieri invece è il 1630. L'unica differenza è che oggi la caccia all'untore si è spostata su WhatsApp. Ma la paura che ottunde l'animo e offusca le menti è praticamente la stessa. Così scopriamo che l'Italia all'epoca del Coronavirus è più o meno la stessa di quella della peste a Milano raccontata da Alessandro Manzoni ne "I promessi sposi".
Un Paese in preda agli umori, profondamente angosciato e ormai sempre più accartocciato su sé stesso. Possiamo darci torto? Dare una risposta è complicato. Dal 2001 viviamo in un'epoca decadente contrassegnata dal terrorismo, dalle catastrofi naturali, dalle minacce incombenti, che lentamente ma inesorabilmente hanno contribuito a radicare dentro ciascuno di noi la paura di viaggiare, di spostarci, di confrontarci con l'altro. Una disposizione d'animo simile a quella che alla fine del 1800 Edvard Munch ha dipinto nel suo celebre "L'urlo".
Eppure è proprio quando tutto sembra perduto che l'Italia dà il meglio di sé. Proprio nei momenti più difficili abbiamo dimostrato la capacità di reagire, di asciugarci le lacrime e di rimboccarci le maniche della camicia. L'abbiamo fatto dopo la guerra, l'abbiamo fatto dopo i terremoti, l'abbiamo fatto dopo le stragi. Lo faremo anche adesso. La differenza, ieri come oggi, la farà il cuore degli italiani, quel saper trasformare l'angoscia in coraggio. In fondo è sempre una questione di umore, di spirito, quello che in questi momenti ci deve guidare a ritrovare la fiducia e la speranza.
Del resto basta guardarsi intorno: la bellezza, la storia, il patrimonio culturale, i tesori eno-gastronomici del nostro Paese restano e resistono anche al Covid-19. La luce di queste splendide mattinate di Puglia, i mandorli in fiore e il mare azzurro sullo sfondo è la controprova. A volte camminando per strada nell'aria tiepida si annusa già quel profumo della bella stagione che verrà, dei frutti colorati che presto torneranno a crescere tra il verde degli alberi.
Il virus se ne faccia una ragione, l'Italia e la Puglia continueranno a splendere. #VivalItalia, #VivalaPuglia.
Un Paese in preda agli umori, profondamente angosciato e ormai sempre più accartocciato su sé stesso. Possiamo darci torto? Dare una risposta è complicato. Dal 2001 viviamo in un'epoca decadente contrassegnata dal terrorismo, dalle catastrofi naturali, dalle minacce incombenti, che lentamente ma inesorabilmente hanno contribuito a radicare dentro ciascuno di noi la paura di viaggiare, di spostarci, di confrontarci con l'altro. Una disposizione d'animo simile a quella che alla fine del 1800 Edvard Munch ha dipinto nel suo celebre "L'urlo".
Eppure è proprio quando tutto sembra perduto che l'Italia dà il meglio di sé. Proprio nei momenti più difficili abbiamo dimostrato la capacità di reagire, di asciugarci le lacrime e di rimboccarci le maniche della camicia. L'abbiamo fatto dopo la guerra, l'abbiamo fatto dopo i terremoti, l'abbiamo fatto dopo le stragi. Lo faremo anche adesso. La differenza, ieri come oggi, la farà il cuore degli italiani, quel saper trasformare l'angoscia in coraggio. In fondo è sempre una questione di umore, di spirito, quello che in questi momenti ci deve guidare a ritrovare la fiducia e la speranza.
Del resto basta guardarsi intorno: la bellezza, la storia, il patrimonio culturale, i tesori eno-gastronomici del nostro Paese restano e resistono anche al Covid-19. La luce di queste splendide mattinate di Puglia, i mandorli in fiore e il mare azzurro sullo sfondo è la controprova. A volte camminando per strada nell'aria tiepida si annusa già quel profumo della bella stagione che verrà, dei frutti colorati che presto torneranno a crescere tra il verde degli alberi.
Il virus se ne faccia una ragione, l'Italia e la Puglia continueranno a splendere. #VivalItalia, #VivalaPuglia.