«Territorio in ginocchio a causa del Parco. Il problema non sia strumentalizzato per scopi elettorali»

La nota del Comitato delle attività produttive dell’Alta Murgia, portavoce di agricoltori, allevatori e cittadini di Minervino

giovedì 10 giugno 2021
Una nota dai toni aspri quella del Comitato delle attività produttive dell'Alta Murgia che rappresenta il rammarico di agricoltori, allevatori e cittadini di Minervino Murge e si sentono traditi dall'amministrazione per la gestione della adesione del territorio al Parco Nazionale dell'Alta Murgia.

Il Comitato ritiene che «il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, dall'istituzione (2004) ad oggi non abbia portato alcun beneficio alla popolazione» e che anzi sia stato «il colpo di grazia della chiusura di tante aziende operanti nel territorio» le cui problematiche sarebbero state «strumentalizzate per un tornaconto politico-elettorale».

L'indignazione del Comitato fa riferimento alla proposta avanzata nella primavera 2016, inserita nel programma politico della Lista SIAMO Minervino riguardante la "Ridefinizione dei confini del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, con l'esclusione delle Superfici Agricole Utilizzate (SAU)". «Uno dei tanti progetti promessi alla cittadinanza dall'attuale amministrazione (Roccotelli-Mancini), ma mai realizzati al solo scopo di racimolare consensi elettorali» - scrive il Comitato.

«Da ottobre 2016 a novembre 2019, - continua - tantissimi incontri-confronti anche con le Istituzioni (vari Presidenti del Parco e della Comunità del Parco), dove il Comitato è riuscito a dimostrare inequivocabilmente e concretamente le assurdità di tale inutile carrozzone».

«Sin dall'inizio, tuttavia, si notava una chiara riluttanza e distacco da parte dell'Amministrazione Roccotelli-Mancini nell'affrontare le problematiche derivanti dall'istituzione Parco. Un esempio su tutti: la richiesta di un questionario infinito (Dati anagrafici-fogli mappali-Agro-particelle-elenco delle motivazioni), un lavoro immane, fatto allora da Roccotelli-Mancini al solo scopo di allungare i tempi e di stancare i cittadini. Ma il Comitato, determinato nel percorso, proseguiva spedito e riusciva egregiamente (anche grazie alla collaborazione di circa 400 cittadini) a superare con successo l'ennesima pretestuosa richiesta dell'Amministrazione».

«Nel novembre 2019 – spiega il Comitato - la Sindaca, dopo mesi ed anni di assoluto immobilismo, convocava il Responsabile cittadino e provinciale del Comitato e dichiarava: "Uscire dal Parco è impossibile e tantomeno impegnarsi a tentare la procedura amministrativa"».

Per quanto esposto, il Comitato evidenzia il risentimento di «agricoltori, allevatori e cittadini che hanno a cuore il destino economico della comunità, che si sentono traditi da questo comportamento inammissibile di Amministratori sia per l'incapacità di affrontare un problema, sia per le menzogne elargite».

Perché gravare tutti gli agricoltori ed allevatori di un lavoro così impegnativo, sottraendoli ai loro impegni quotidiani, quando era così chiaro che non c'era e non c'è alcuna volontà politica di occuparsi di questo tema? È la domanda del Comitato che chiede alla Sindaca e alla sua amministrazione «di risparmiarci nella prossima campagna elettorale il "problema" Parco e di non fare promesse che non si può o non si vuole mantenere, tantomeno di usare una disgrazia vissuta da tanti cittadini ed aziende solo ed esclusivamente per propaganda elettorale».