Sospesa l'attività del centro "spoke" di reumatologia a Minervino
Provvedimento del servizio di programmazione della Regione Puglia
domenica 20 dicembre 2015
11.49
Autorizzazione sospesa per il centro "spoke" dell'ambulatorio di reumatologia di Minervino Murge. Il provvedimento è stato preso dal servizio di programmazione assistenza ospedaliera della Regione Puglia in favore della tutela della salute dei cittadini, nell'ambito di un'indagine in corso da parte dei Nas dei Carabinieri di Taranto su delega del Sostituto Procuratore di Brindisi, Stefano De Nozza.
Nessuna attività ambulatoriale da più di un mese, dunque, e fascicolo d'inchiesta aperto a seguito dell'esposto di un'associazione di tutela dei malati che chiedeva formalmente il rispetto degli standard minimi di legge per avviare attività nei diversi centri sotto la lente d'ingrandimento della procura di Brindisi. Indagine che non si è arrestata e che, anzi, si è allargata sull'intero territorio pugliese partendo proprio da Taranto. Si tratta, infatti, oltre a quello di Minervino, di altri nove ambulatori pubblici pugliesi per patologie reumatiche, a cui la Regione Puglia ha sospeso l'autorizzazione all'attività. I centri, istituiti sul modello «hub» per le patologie più complesse e «smoke» per quelle meno complesse ma in entrambi i casi i centri stessi devono interagire. Secondo l'inchiesta sembrerebbe esserci stata la mancanza dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici. Già nella delibera di giunta regionale del 1 ottobre, comunque, vi era la conferma che lo stesso Ambulatorio di Reumatologia di Minervino aveva la "carenza di requisiti minimi per accogliere un centro spoke". Qualche giorno dopo l'intervento del servizio di programmazione dello stesso ente regionale e la sospensione dell'attività.
Nella BAT sono ben tre i centri che hanno visto sospesa la propria attività: oltre a Minervino vi sono anche gli ambulatori, entrambi centri hub, di Barletta e Margherita di Savoia.
Nessuna attività ambulatoriale da più di un mese, dunque, e fascicolo d'inchiesta aperto a seguito dell'esposto di un'associazione di tutela dei malati che chiedeva formalmente il rispetto degli standard minimi di legge per avviare attività nei diversi centri sotto la lente d'ingrandimento della procura di Brindisi. Indagine che non si è arrestata e che, anzi, si è allargata sull'intero territorio pugliese partendo proprio da Taranto. Si tratta, infatti, oltre a quello di Minervino, di altri nove ambulatori pubblici pugliesi per patologie reumatiche, a cui la Regione Puglia ha sospeso l'autorizzazione all'attività. I centri, istituiti sul modello «hub» per le patologie più complesse e «smoke» per quelle meno complesse ma in entrambi i casi i centri stessi devono interagire. Secondo l'inchiesta sembrerebbe esserci stata la mancanza dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici. Già nella delibera di giunta regionale del 1 ottobre, comunque, vi era la conferma che lo stesso Ambulatorio di Reumatologia di Minervino aveva la "carenza di requisiti minimi per accogliere un centro spoke". Qualche giorno dopo l'intervento del servizio di programmazione dello stesso ente regionale e la sospensione dell'attività.
Nella BAT sono ben tre i centri che hanno visto sospesa la propria attività: oltre a Minervino vi sono anche gli ambulatori, entrambi centri hub, di Barletta e Margherita di Savoia.