Scomparsa Vassalli, al lavoro i cani molecolari della Polizia

La Procura indaga sull'omicidio escluso l'allontanamento volontario

martedì 1 settembre 2015 16.04
Ormai sono praticamente nulle le speranze di ritrovare in vita Giuseppe Vassalli, 26enne di Canosa di Puglia, scomparso lo scorso 18 agosto. Il ritrovamento della sua auto bruciata e la mancanza, al momento dell'allontanamento, di farmaci “salva-vita” di cui necessita il giovane, hanno indotto gli investigatori ad escludere l'’allontanamento volontario, facendo propendere, sin da subito, per una ipotesi di omicidio. Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani ed eseguite dalla Polizia di Stato di Canosa, hanno consentito, sinora, di inquadrare il presunto omicidio in ambienti malavitosi locali.

Sembra infatti che il 26enne facesse negli ultimi tempi "frequentazioni particolari" come le hanno definite gli stessi inquirenti. Un possibile caso di "lupara bianca" a cui il territorio canosino, in realtà, non è nuovo: questo sarebbe il quarto in 12 anni a Canosa di Puglia, dopo quelli di Sabino D'Ambra sparito senza lasciare tracce nel 2010, e di Alessandro Sorrenti e Sabino Sasso di cui non si hanno più notizie dal dicembre del 2003. Grande è comunque il riserbo sulla vicenda e sulle indagini che, comunque, continuano a muoversi su due piani paralleli: le ricerche e l'eventuale individuazione dei responsabili.

Un territorio di oltre 72 chilometri quadrati da scandagliare, che dal 20 agosto vede all'opera, tra forze dell'ordine e volontari, circa 300 uomini che si stanno concentrando attorno alla zona delle Diga del Locone tra i territori di Canosa e Minervino Murge proprio dove è stata ritrovata bruciata l'autovettura di proprietà della famiglia del 26enne. Il rogo, che probabilmente è stato indotto nella stessa serata della scomparsa del giovane, ha provocato anche l'estensione nei terreni circostanti. Da quel punto hanno cominciato nella giornata di ieri la loro ricerca anche i cani, cosiddetti molecolari, della Polizia di Stato provenienti da Palermo e Pescara alla ricerca di tracce e possibili resti umani.

L'attivazione del Piano di ricerca delle persone scomparse, attivo dal 2013 da parte della Protezione Civile della BAT, ha consentito anche il coinvolgimento, sin da subito, oltre agli agenti del Commissariato di P.S. di Canosa anche del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, della Croce Rossa Italiana, della Federazione delle Misericordie di Puglia e delle associazioni di volontariato del territorio, con volontari ed unità specialistiche.