Rottura Calenda-Letta, Angiola: «Ripartiamo con il nostro programma»

Il parlamentare di Azione, eletto nel collegio che comprendeva anche Minervino, pronto a ricandidarsi

lunedì 8 agosto 2022
«Abbiamo inizialmente creduto nella possibilità di costruire un'agenda credibile, fatta di temi e argomenti che toccano la vita reale della gente, che danno risposte concrete e realizzabili, un'agenda che fosse condivisa e sostenuta in un'alleanza con il Pd. Alla fine, abbiamo dovuto prendere atto che quella non era un'alleanza per affermare un'idea di politica e di società, ma soltanto un tentativo maldestro di sommare, in una coalizione piena di contradizioni, partiti con visioni e programmi diversi e contrastanti. Una vera e propria accozzaglia». Queste le parole con cui Nunzio Angiola, deputato di Azione eletto nel 2018 in quota al Movimento 5 Stelle nel collegio Puglia 5 della Camera, che comprendeva il territorio di 15 comuni tra cui Spinazzola e Minervino Murge, ha commentato la rottura tra il suo attuale partito e i dem.

«Hanno tentato di farci ritrovare, nonostante la nostra chiara e preliminare impostazione, con quelli che hanno votato contro l'allargamento della NATO a Svezia e Finlandia, che contrastano le iniziative di contenimento e abbattimento dell'inquinamento ambientale da discariche, che osteggiano una politica di approvvigionamento delle risorse energetiche che eviti, a partire dal prossimo autunno, di mettere in sofferenza il sistema produttivo e lasciare al freddo i cittadini; insomma con quelli che disconoscono l'agenda Draghi e che gli hanno votato un sacco di volte la sfiducia. Partiti che dicevano tutto e il contrario di tutto solo per guadagnare uno spazio di visibilità, contendendolo al populismo più sfrenato. Stavamo per trovarci, così, in una coalizione innaturale; non contro la destra ma contro noi stessi liberaldemocratici» ha aggiunto il parlamentare.

«Letta ha giocato con più mazzi di carte, ha generato confusione e disorientamento, ha strizzato l'occhio alla sinistra più radicale e all'ecologismo duro e puro, non ha saputo puntare ad una alleanza per vincere, ma, senza dare così un'idea chiara di quello che vuole proporre il Pd al Paese, ha realizzato una coalizione perdente, impossibilitata a reggersi in piedi e soprattutto senza l'ambizione, politicamente necessaria, di governare l'Italia» ha spiegato.

«Adesso noi di Azione ripartiamo da dove eravamo rimasti con il nostro programma, dalla nostra identità riformista e liberale e dai nostri ideali che gli italiani stavano apprezzando sempre di più. Noi non facciamo demagogia; faremo proposte concrete e realizzabili, faremo proposte serie. Non ci faremo trascinare nel burrone del bipopulismo di destra e di sinistra. Abbiamo fatto una scelta coraggiosa tirandoci fuori da una morsa che avrebbe soffocato la nostra spinta riformista e liberale, dimostrando che non ci interessano gli accordi spartitori» è l'osservazione dell'esponente del partito guidato da Carlo Calenda.

«Chiederemo agli italiani non un voto contro qualcuno, ma lo chiederemo per la realizzazione delle riforme previste dal PNRR, sempre ostacolate e sempre più insidiate dalla destra meloniana. Chiederemo il voto per Azione per rafforzare la credibilità dell'Italia che Draghi ha costruito e per ancorare saldamente l'Italia all'Europa e nell'alleanza atlantica, che con la destra euroscettica e dominata da pulsioni filo-putiniane si volevano indebolire. Con i nostri candidati seri e preparati, saremo la proposta politica più seria dell'attuale momento politico. Avanti tutta» ha concluso Nunzio Angiola, che quasi sicuramente sarà capolista alla Camera nei listini, correndo così per un secondo mandato.