Riorganizzazione del sistema di emergenza e chiusura PPI, il Pd di Minervino scrive ad Emiliano
Ieri conferenza stampa a Canosa di Puglia
venerdì 1 giugno 2018
9.38
Riconversione dei punti di primo intervento e riorganizzazione del sistema emergenza-urgenza territoriale. Sono stati i punti al centro di una conferenza del Pd che si è svolta a Canosa di Puglia ieri pomeriggio alla presenza del segretario PD di Trani Ferdinando Riccio, del segretario PD di Canosa Nicola D'Ariano, il segretario PD di Spinazzola Domenico Rotondella e del segretario PD Minervino Antonio Di Tria che si è conclusa con la stesura di una missiva da inviare al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano con delle richieste ben precise:
«I segretari dei circoli del Partito Democratico di Canosa di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola e Trani, in merito al provvedimento della Regione Puglia di chiusura dei Punti di Primo Intervento, in ottemperanza del Decreto Ministeriale 70, considerano tale decisione estremamente negativa per le suddette comunità, poiché alla mancanza del coinvolgimento preventivo dei territori, si aggiunge un'ulteriore taglio al diritto alla salute dei cittadini di questa provincia, già in passato fortemente penalizzata dall'attuazione del piano regionale di riordino ospedaliero. Ricordiamo infatti che la BAT è attualmente sotto la media regionale nel rapporto tra i suoi abitanti e i posti letto disponibili, senza contare che nel corso di questi ultimi anni gli auspicati obiettivi di potenziamento della sanità locale non siano mai stati attuati.
Pertanto chiediamo al Presidente della Regione, nonché Assessore alla sanità Michele Emiliano, di considerare le particolari esigenze di queste comunità in un contesto di offerta sanitaria già ampiamente rimaneggiata, se si eccettuano gli ospedali di Andria e Barletta che devono soddisfare una richiesta di salute di almeno duecentomila abitanti.
A fronte di queste considerazioni, chiediamo:
per le città di Canosa di Puglia e Minervino Murge che i punti di Primo Intervento siano mantenuti fino a che la riorganizzazione sanitaria della sesta provincia non preveda l'apertura del nuovo ospedale di Andria, di cui si parla da almeno un decennio e riconfermato in più di un'occasione in queste ultime settimane.
per la città di Spinazzola, ci appelliamo invece agli aspetti derogatori del D.M. 70, il quale per le aree marginali e svantaggiate e su cui insistono distanze elevate dai presidi ospedalieri di I° livello più vicini, prevederebbe il mantenimento dei P.P.I. e il suo potenziamento, viste le pessime condizioni della viabilità soprattutto nel periodo invernale e la contestuale presenza della Rems nella comunità.
per la città di Trani, città capoluogo di provincia a forte attrazione turistica, è doveroso prevedere una struttura con un'alta offerta di sicurezza sanitaria che si definisca in un Presidio Territoriale di Assistenza, con 4 posti letto di osservazione breve intensiva (OBI), la consulenza cardiologica, ortopedica e rianimatoria, la consulenza del laboratorio di analisi più, oltre le 2 ambulanze medicalizzate (Mike) e quella con soccorritori (Victor) presenti 365 giorni all'anno h24 (già previste dal piano), una ambulanza con infermiere (India) nei mesi estivi e nei giorni festivi invernali».
«I segretari dei circoli del Partito Democratico di Canosa di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola e Trani, in merito al provvedimento della Regione Puglia di chiusura dei Punti di Primo Intervento, in ottemperanza del Decreto Ministeriale 70, considerano tale decisione estremamente negativa per le suddette comunità, poiché alla mancanza del coinvolgimento preventivo dei territori, si aggiunge un'ulteriore taglio al diritto alla salute dei cittadini di questa provincia, già in passato fortemente penalizzata dall'attuazione del piano regionale di riordino ospedaliero. Ricordiamo infatti che la BAT è attualmente sotto la media regionale nel rapporto tra i suoi abitanti e i posti letto disponibili, senza contare che nel corso di questi ultimi anni gli auspicati obiettivi di potenziamento della sanità locale non siano mai stati attuati.
Pertanto chiediamo al Presidente della Regione, nonché Assessore alla sanità Michele Emiliano, di considerare le particolari esigenze di queste comunità in un contesto di offerta sanitaria già ampiamente rimaneggiata, se si eccettuano gli ospedali di Andria e Barletta che devono soddisfare una richiesta di salute di almeno duecentomila abitanti.
A fronte di queste considerazioni, chiediamo:
per le città di Canosa di Puglia e Minervino Murge che i punti di Primo Intervento siano mantenuti fino a che la riorganizzazione sanitaria della sesta provincia non preveda l'apertura del nuovo ospedale di Andria, di cui si parla da almeno un decennio e riconfermato in più di un'occasione in queste ultime settimane.
per la città di Spinazzola, ci appelliamo invece agli aspetti derogatori del D.M. 70, il quale per le aree marginali e svantaggiate e su cui insistono distanze elevate dai presidi ospedalieri di I° livello più vicini, prevederebbe il mantenimento dei P.P.I. e il suo potenziamento, viste le pessime condizioni della viabilità soprattutto nel periodo invernale e la contestuale presenza della Rems nella comunità.
per la città di Trani, città capoluogo di provincia a forte attrazione turistica, è doveroso prevedere una struttura con un'alta offerta di sicurezza sanitaria che si definisca in un Presidio Territoriale di Assistenza, con 4 posti letto di osservazione breve intensiva (OBI), la consulenza cardiologica, ortopedica e rianimatoria, la consulenza del laboratorio di analisi più, oltre le 2 ambulanze medicalizzate (Mike) e quella con soccorritori (Victor) presenti 365 giorni all'anno h24 (già previste dal piano), una ambulanza con infermiere (India) nei mesi estivi e nei giorni festivi invernali».