Raccolta dei tartufi, ok alla modifica della legge regionale

Il cambio della regolamentazione è passata in commissione regionale

lunedì 20 gennaio 2020 16.32
La IV Commissione presieduta da Donato Pentassuglia, ha approvato a maggioranza la proposta di legge del consigliere Nino Marmo (FI) "Modifiche ed integrazione alla legge regionale n.8 del 23 marzo 2015 'Disciplina della coltivazione, ricerca, raccolta, conservazione e commercializzazione dei tartufi freschi o conservati nel territorio della Regione Puglia".

Tale proposta di legge si è resa necessaria, in considerazione del fatto che la Puglia si è scoperta terra ricca di tartufi. Pertanto si è ritenuto opportuno migliorarne la regolamentazione della ricerca e della raccolta dei tartufi anche per proteggere le tartufaie naturali esistenti. Con le modifiche apportate si intende procedere all'individuazione di aree di particolare pregio ambientale e faunistico da destinare ad oasi protette. Infatti, è stato stabilito che la raccolta dei tartufi è libera nei boschi e nei terreni non coltivati e non è consentito, per i boschi di qualunque natura in aree protette e su territorio pubblico o demaniale, assegnare autorizzazioni per lo sfruttamento delle tartufaie ad uso privato, consorziale o associativo.

Su proposta della consigliera del M5S Rosa Barone, è stato approvato a maggioranza un emendamento che riguarda la disciplina della raccolta dei tartufi nelle aree naturali protette. In particolare, il regime delle aree sulle quali sono istituiti parchi nazionali e regionali, riserve naturali e aree che compongono la reta Natura 2000 rimane disciplinato, per quanto concerne modalità e tempi della raccolta dei tartufi, dai rispettivi atti istitutivi, dai loro strumenti di pianificazione e dai relativi regolamenti. Gli enti di gestione potranno riservarsi la facoltà, per particolari esigenze di tutela ambientale e in considerazione della disponibilità della risorsa, di limitare temporaneamente il quantitativo ammissibile di raccolta di singole specie, nonché di interdire l'accesso in determinate aree.

Sarà la Regione Puglia d'intesa con gli enti preposti, a determinare ogni anno il numero massimo delle autorizzazioni da rilasciare, con una validità annuale e nel rispetto delle prescrizioni e regolamenti delle aree ricomprese nei rispettivi ambiti amministrativi.