Quattro "Sistemi locali" nella BAT: uno studio Euro*IDEES su dati Istat
Due i Distretti Industriali. Nuova geografia economica tra disagio e speranza
giovedì 12 novembre 2015
18.20
Nei giorni scorsi l'ISTAT ha pubblicato due volumi dedicati a una lettura territoriale dei dati dell'ultimo censimento del 2011 e di ulteriori dati aggiornati sino al 2014: il primo riguarda "La nuova geografia dei sistemi locali", il secondo "I distretti industriali 2011". Si tratta di uno sforzo in linea con gli impegni del Sistema Statistico Nazionale su scala internazionale, in particolare con l'Unione Europea per venire incontro alle necessità di conoscenza connesse alle politiche di sviluppo da questa promosse, fra cui la politica per la coesione economica, sociale e territoriale che assorbe un terzo del bilancio europeo per il periodo 2014-2020. E' Emmanuele Daluiso, Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles, a commentare i risultati di questa ricerca territoriale con particolare riferimento alla BAT, in una nota approfondita e puntuale.
«La geografia dei sistemi locali, generata dagli spostamenti quotidiani per raggiungere la sede di lavoro, descrive con un buon grado di approssimazione i sistemi urbani giornalieri, cioè quei luoghi dove si concentra la maggior parte delle attività e degli spostamenti quotidiani delle persone e dei soggetti economici. I sistemi locali, secondo l'ISTAT, sono "regioni funzionali" costruite tramite aggregazione di due o più comuni, massimizzando la loro interazione. Sulla base dei dati sul pendolarismo rilevati in occasione del censimento 2011, l'Italia risulta articolata in 611 sistemi locali, in riduzione rispetto ai 955 individuati nel 1981, un trend molto chiaro che pone in secondo rilievo le questioni connesse alla diversa metodologia di analisi. La contrazione è evidente anche rispetto ai 784 individuati nel 1991 e ai 686 individuati nel 2001. Tende ad aumentare dunque la dimensione media dei sistemi locali in termini di numero di comuni, di popolazione e di occupazione. Nel contempo il fenomeno del pendolarismo è diventato più intenso in termini quantitativi e più complesso in termini qualitativi. Ben 56 sistemi locali del 2001 sono interregionali e in due casi interessano tre regioni, come quello di Melfi che interessa Basilicata, Campania e Puglia».
Ma arrivando al nostro territorio si possono notare degli interessanti passaggi: «La Puglia si articola in 44 sistemi locali e quattro di questi interessano la BAT. Il sistema di Barletta, che comprende i comuni di Andria, Barletta, Canosa, Margherita di Savoia e Trani, rappresenta il quinto sistema pugliese per numero di posti di lavoro con un coefficiente di auto-contenimento sia dal lato della domanda che dell'offerta superiore a 0,80. In altri termini, più di 80 persone su 100 risiedono e lavorano all'interno del sistema locale. Rispetto al 2001 il sistema locale di Barletta perde quattro comuni, che costituiscono due nuovi sistemi locali: Minervino Murge e Spinazzola, che costituiscono il sistema locale di Minervino Murge; San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli che costituiscono il sistema locale di San Ferdinando di Puglia. Le dinamiche economiche e sociali fra il 2001 e il 2011 hanno dunque determinato una nuova geografia economica della BAT, la ri-articolazione territoriale del precedente sistema di Barletta in tre sistemi locali. Un quarto sistema locale interessa Bisceglie ed è quello di Molfetta che comprende anche Giovinazzo e Terlizzi. Si tratta di un sistema con un coefficiente di auto-contenimento minimo inferiore a 0,70 e un indice di intensità relazionale intercomunale pari a 15».
La nuova geografia economica della BAT insomma vive tra disagio e speranza. «Nel complesso la nuova geografia economica della BAT fa emergere sistemi locali indeboliti rispetto al passato, fortemente colpiti dal processo di deindustrializzazione degli anni 2000, non adeguatamente controbilanciato dal processo di terziarizzazione, con la conseguente crescita del tasso di disoccupazione. In termini di caratterizzazione socio-demografica i sistemi locali di Barletta e di Molfetta sono definiti dall'ISTAT come "territori del disagio", contraddistinti da una connotazione fortemente critica da un punto di vista socio-economico, soprattutto per ciò che concerne gli indicatori relativi all'istruzione e al mercato del lavoro. Il sistema locale di Minervino Murge rientra invece nella casistica dei territori del "Mezzogiorno interno", territori scarsamente popolati, anche a seguito di processi di spopolamento avvenuti nel recente passato, presumibilmente legati a fenomeni migratori interni del tipo rurale- urbano. Il sistema di San Ferdinando di Puglia rientra, infine, nella casistica dell' "altro Sud", il raggruppamento del Mezzogiorno che presenta le maggiori potenzialità e si differenzia dal Mezzogiorno interno per segnali di maggiore vitalità».
I sistemi locali della BAT si caratterizzano prevalentemente per la presenza delle produzioni del made in Italy. Le dinamiche della crisi hanno ovviamente inciso sul mercato del lavoro. Considerando le diverse combinazioni di tasso di occupazione e tasso di disoccupazione emerge una mappa dei sistemi locali molto diversificata. «Nel complesso del periodo 2008-2014 i sistemi sono divisi fra "vincenti", "vincenti ma in calo", "perdenti", "perdenti ma in ripresa". I sistemi locali del nord barese rientrano tutti in quest'ultima categoria, grazie alla capacità di ripresa manifestata nel 2014». Molto interessante è la lettura fatta dall'ISTAT del territorio italiano per vocazione culturale: «Il sistema di Barletta viene classificato fra i sistemi della grande bellezza, quei sistemi che riescono a coniugare in modo ottimale le differenti espressioni dell'arte, della cultura, delle tradizioni artigianali e imprenditoriali. I sistemi di Minervino Murge e San Ferdinando di Puglia sono invece classificati fra i sistemi con potenzialità del patrimonio, sistemi locali che sono caratterizzati da valori elevati per la consistenza del patrimonio culturale e paesaggistico, ma in cui è carente la componente formativa e produttiva e che potrebbero compiere un "salto di qualità" se riuscissero a promuovere una crescita anche nella dimensione imprenditoriale».
Per chiudere i Distretti industriali: «I distretti industriali sono, più in generale, sistemi locali con le caratteristiche economiche, sociali e istituzionali definite a livello teorico già alla fine dell'Ottocento da Alfred Marshall, in Inghilterra, riprese e sviluppate in Italia da Giacomo Becattini alla fine degli anni '70. Nel 2011 su 611 sistemi locali 141 hanno presentato le caratteristiche di distretti industriali, in diminuzione rispetto al 2001 quando erano risultati in numero di 181, segno evidente di processi di riorganizzazione indotti dalla globalizzazione degli anni 2000. Due di questi sistemi interessano la BAT e sono quelli di Barletta e di Minervino Murge. Barletta è il distretto industriale storico, già così individuato dall'ISTAT nel 1991. Quello di Minervino Murge nasce come gemmazione di quello di Barletta, ma si tratta di uno dei più piccoli sistemi a livello nazionale e i dati sulla sua capacità di auto-contenimento di residenti e di occupazione fanno registrare valori relativamente bassi. Inoltre, il distretto di Minervino Murge si caratterizza per la sua mono-specializzazione nel settore tessile-abbigliamento, il distretto di Barletta si presenta come un distretto multi-specializzato, con il tessile-abbigliamento come industria principale, seguito dal settore delle pelli, cuoio e calzature e dal settore delle industrie alimentari».
«La nuova mappa dei sistemi locali e dei distretti industriali - conclude Daluisio - fa emergere con maggior forza, anche rispetto agli obiettivi delle politiche europee, in particolare quella della coesione, la necessità di politiche di sviluppo in grado di tener conto delle specificità dei luoghi.
«La geografia dei sistemi locali, generata dagli spostamenti quotidiani per raggiungere la sede di lavoro, descrive con un buon grado di approssimazione i sistemi urbani giornalieri, cioè quei luoghi dove si concentra la maggior parte delle attività e degli spostamenti quotidiani delle persone e dei soggetti economici. I sistemi locali, secondo l'ISTAT, sono "regioni funzionali" costruite tramite aggregazione di due o più comuni, massimizzando la loro interazione. Sulla base dei dati sul pendolarismo rilevati in occasione del censimento 2011, l'Italia risulta articolata in 611 sistemi locali, in riduzione rispetto ai 955 individuati nel 1981, un trend molto chiaro che pone in secondo rilievo le questioni connesse alla diversa metodologia di analisi. La contrazione è evidente anche rispetto ai 784 individuati nel 1991 e ai 686 individuati nel 2001. Tende ad aumentare dunque la dimensione media dei sistemi locali in termini di numero di comuni, di popolazione e di occupazione. Nel contempo il fenomeno del pendolarismo è diventato più intenso in termini quantitativi e più complesso in termini qualitativi. Ben 56 sistemi locali del 2001 sono interregionali e in due casi interessano tre regioni, come quello di Melfi che interessa Basilicata, Campania e Puglia».
Ma arrivando al nostro territorio si possono notare degli interessanti passaggi: «La Puglia si articola in 44 sistemi locali e quattro di questi interessano la BAT. Il sistema di Barletta, che comprende i comuni di Andria, Barletta, Canosa, Margherita di Savoia e Trani, rappresenta il quinto sistema pugliese per numero di posti di lavoro con un coefficiente di auto-contenimento sia dal lato della domanda che dell'offerta superiore a 0,80. In altri termini, più di 80 persone su 100 risiedono e lavorano all'interno del sistema locale. Rispetto al 2001 il sistema locale di Barletta perde quattro comuni, che costituiscono due nuovi sistemi locali: Minervino Murge e Spinazzola, che costituiscono il sistema locale di Minervino Murge; San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli che costituiscono il sistema locale di San Ferdinando di Puglia. Le dinamiche economiche e sociali fra il 2001 e il 2011 hanno dunque determinato una nuova geografia economica della BAT, la ri-articolazione territoriale del precedente sistema di Barletta in tre sistemi locali. Un quarto sistema locale interessa Bisceglie ed è quello di Molfetta che comprende anche Giovinazzo e Terlizzi. Si tratta di un sistema con un coefficiente di auto-contenimento minimo inferiore a 0,70 e un indice di intensità relazionale intercomunale pari a 15».
La nuova geografia economica della BAT insomma vive tra disagio e speranza. «Nel complesso la nuova geografia economica della BAT fa emergere sistemi locali indeboliti rispetto al passato, fortemente colpiti dal processo di deindustrializzazione degli anni 2000, non adeguatamente controbilanciato dal processo di terziarizzazione, con la conseguente crescita del tasso di disoccupazione. In termini di caratterizzazione socio-demografica i sistemi locali di Barletta e di Molfetta sono definiti dall'ISTAT come "territori del disagio", contraddistinti da una connotazione fortemente critica da un punto di vista socio-economico, soprattutto per ciò che concerne gli indicatori relativi all'istruzione e al mercato del lavoro. Il sistema locale di Minervino Murge rientra invece nella casistica dei territori del "Mezzogiorno interno", territori scarsamente popolati, anche a seguito di processi di spopolamento avvenuti nel recente passato, presumibilmente legati a fenomeni migratori interni del tipo rurale- urbano. Il sistema di San Ferdinando di Puglia rientra, infine, nella casistica dell' "altro Sud", il raggruppamento del Mezzogiorno che presenta le maggiori potenzialità e si differenzia dal Mezzogiorno interno per segnali di maggiore vitalità».
I sistemi locali della BAT si caratterizzano prevalentemente per la presenza delle produzioni del made in Italy. Le dinamiche della crisi hanno ovviamente inciso sul mercato del lavoro. Considerando le diverse combinazioni di tasso di occupazione e tasso di disoccupazione emerge una mappa dei sistemi locali molto diversificata. «Nel complesso del periodo 2008-2014 i sistemi sono divisi fra "vincenti", "vincenti ma in calo", "perdenti", "perdenti ma in ripresa". I sistemi locali del nord barese rientrano tutti in quest'ultima categoria, grazie alla capacità di ripresa manifestata nel 2014». Molto interessante è la lettura fatta dall'ISTAT del territorio italiano per vocazione culturale: «Il sistema di Barletta viene classificato fra i sistemi della grande bellezza, quei sistemi che riescono a coniugare in modo ottimale le differenti espressioni dell'arte, della cultura, delle tradizioni artigianali e imprenditoriali. I sistemi di Minervino Murge e San Ferdinando di Puglia sono invece classificati fra i sistemi con potenzialità del patrimonio, sistemi locali che sono caratterizzati da valori elevati per la consistenza del patrimonio culturale e paesaggistico, ma in cui è carente la componente formativa e produttiva e che potrebbero compiere un "salto di qualità" se riuscissero a promuovere una crescita anche nella dimensione imprenditoriale».
Per chiudere i Distretti industriali: «I distretti industriali sono, più in generale, sistemi locali con le caratteristiche economiche, sociali e istituzionali definite a livello teorico già alla fine dell'Ottocento da Alfred Marshall, in Inghilterra, riprese e sviluppate in Italia da Giacomo Becattini alla fine degli anni '70. Nel 2011 su 611 sistemi locali 141 hanno presentato le caratteristiche di distretti industriali, in diminuzione rispetto al 2001 quando erano risultati in numero di 181, segno evidente di processi di riorganizzazione indotti dalla globalizzazione degli anni 2000. Due di questi sistemi interessano la BAT e sono quelli di Barletta e di Minervino Murge. Barletta è il distretto industriale storico, già così individuato dall'ISTAT nel 1991. Quello di Minervino Murge nasce come gemmazione di quello di Barletta, ma si tratta di uno dei più piccoli sistemi a livello nazionale e i dati sulla sua capacità di auto-contenimento di residenti e di occupazione fanno registrare valori relativamente bassi. Inoltre, il distretto di Minervino Murge si caratterizza per la sua mono-specializzazione nel settore tessile-abbigliamento, il distretto di Barletta si presenta come un distretto multi-specializzato, con il tessile-abbigliamento come industria principale, seguito dal settore delle pelli, cuoio e calzature e dal settore delle industrie alimentari».
«La nuova mappa dei sistemi locali e dei distretti industriali - conclude Daluisio - fa emergere con maggior forza, anche rispetto agli obiettivi delle politiche europee, in particolare quella della coesione, la necessità di politiche di sviluppo in grado di tener conto delle specificità dei luoghi.