Prodotti alimentari non conformi nella Bat, l'operazione dei Carabinieri
Coldiretti: «Rischio contraffazioni a tavola»
venerdì 26 giugno 2020
Plauso all'operazione dei Carabinieri dei Reparti Tutela Agroalimentare (R.a.c.) di Salerno e Torino che hanno riscontrato violazioni in provincia di Barletta e Trani su 100 kg di prodotti lattiero caseari e non conformità relative all'identificazione di partite di olio contenute all'interno di silos, mentre a Foggia hanno sequestrato cime di rape in olio di semi, commercializzati con etichettatura irregolare degli ingredienti.
È quanto afferma Coldiretti Puglia in merito ai controlli in atto sul territorio, dove quasi due consumatori su tre (65%) hanno paura delle contraffazioni a tavola perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute.
«La stretta sui controlli è essenziale in questo momento difficile per l'economia agricola regionale e per gli stessi consumatori, ancora alle prese con gli effetti dell'emergenza Coronavirus e del lungo lockdown. Siamo all'avanguardia in Europa nelle politiche per la trasparenza dell'informazione ai consumatori, con l'etichetta di origine Made in Italy su ¾ della spesa per impedire di spacciare prodotti stranieri come made in Italy», afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
«L'Italia che è leader europeo nella qualità e nella sicurezza alimentare ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie, - precisa il presidente Muraglia nel sottolineare che - in un momento difficile per l'economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l'obbligo di indicare in etichetta l'origine di tutti gli alimenti».
Grazie all'azione di Coldiretti l'Italia si è dotata di una legislazione nazionale di avanguardia che prevede multe da 2 mila a 16 mila euro in caso di mancata indicazione dell'origine. Le norme italiane che prevedono l'obbligo di indicare l'origine in etichetta dei derivati del latte, del grano nella pasta, olio extravergine e derivati del pomodoro, si aggiungono a quelle europee dove – continua la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato con la carne bovina dopo l'emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004 c'è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.
Un obiettivo condiviso dalla maggioranza dei consumatori europei e dall'82% di quelli italiani che chiedono di superare l'atteggiamento incerto e contradditorio dell'Unione Europea che obbliga ad indicare l'etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi.
L'ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione origine E quelli senza
Carne di pollo e derivati Salumi
Carne bovina Carne di coniglio
Frutta e verdura fresche Carne trasformata
Uova Frutta e verdura trasformata
Miele Pane
Passata di pomodoro
Pesce
Olio Extravergine di oliva
Latte/Formaggi
Pasta
Riso
Derivati del pomodoro diversi da passata e sughi pronti
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
È quanto afferma Coldiretti Puglia in merito ai controlli in atto sul territorio, dove quasi due consumatori su tre (65%) hanno paura delle contraffazioni a tavola perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute.
«La stretta sui controlli è essenziale in questo momento difficile per l'economia agricola regionale e per gli stessi consumatori, ancora alle prese con gli effetti dell'emergenza Coronavirus e del lungo lockdown. Siamo all'avanguardia in Europa nelle politiche per la trasparenza dell'informazione ai consumatori, con l'etichetta di origine Made in Italy su ¾ della spesa per impedire di spacciare prodotti stranieri come made in Italy», afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
«L'Italia che è leader europeo nella qualità e nella sicurezza alimentare ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie, - precisa il presidente Muraglia nel sottolineare che - in un momento difficile per l'economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l'obbligo di indicare in etichetta l'origine di tutti gli alimenti».
Grazie all'azione di Coldiretti l'Italia si è dotata di una legislazione nazionale di avanguardia che prevede multe da 2 mila a 16 mila euro in caso di mancata indicazione dell'origine. Le norme italiane che prevedono l'obbligo di indicare l'origine in etichetta dei derivati del latte, del grano nella pasta, olio extravergine e derivati del pomodoro, si aggiungono a quelle europee dove – continua la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato con la carne bovina dopo l'emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004 c'è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.
Un obiettivo condiviso dalla maggioranza dei consumatori europei e dall'82% di quelli italiani che chiedono di superare l'atteggiamento incerto e contradditorio dell'Unione Europea che obbliga ad indicare l'etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi.
L'ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione origine E quelli senza
Carne di pollo e derivati Salumi
Carne bovina Carne di coniglio
Frutta e verdura fresche Carne trasformata
Uova Frutta e verdura trasformata
Miele Pane
Passata di pomodoro
Pesce
Olio Extravergine di oliva
Latte/Formaggi
Pasta
Riso
Derivati del pomodoro diversi da passata e sughi pronti
Fonte: Elaborazioni Coldiretti