No al fotovoltaico fra Minervino Murge e Spinazzola, il territorio è salvo
Il Consiglio di Stato respinge il ricorso delle società che avrebbero dovuto realizzare i tre impianti
venerdì 17 aprile 2020
Una vicenda durata circa dieci anni e che trova conclusione nella sentenza del Consiglio di Stato n. 2235/2020 pubblicata il 2 aprile scorso e che mette la parola fine a un lungo contenzioso e a numerose battaglie per tutelare l'agro compreso fra Minervino Murge e Spinazzola.
Il caso è quello della realizzazione di tre impianti fotovoltaici in totale, in agro di Minervino Murge, proposti dalla società Agrienergy di Bari S.r.l., dalla Solare di Minervino S.r.l. e la Enersole di Spinazzola S.r.l. I lavori comprendevano anche la realizzazione di un cavidotto lungo circa 15 Km, da Minervino Murge a Spinazzola, con costruzione di una sottostazione elettrica ed una mega stazione elettrica di trasformazione 150/380 Kv della società Terna S.p.A., in agro di Spinazzola, collegata alla linea AAT denominata Matera – S. Sofia.
La sentenza ripercorre nel dettaglio tutti i ricorsi presentati nel corso degli ultimi dieci anni, nel tentativo, da parte delle società ricorrenti, di sostenere il rispetto delle prescrizioni in materia di tutela ambientale e paesaggistica nella realizzazione del progetto e di far valere le proprie ragioni nell'evidenziare anomalie nel comportamento delle Amministrazioni interessate, in primis La Regione Puglia.
A seguito delle rispettive istanze del settembre – ottobre 2008 e del dicembre 2009, venivano convocate due apposite conferenze di servizi. Entrambe le conferenze si concludevano con il parere favorevole il nulla osta di tutte le Amministrazioni coinvolte con conseguente rilascio da parte della Regione Puglia delle autorizzazioni n. 219 e n. 220 il 30 settembre 2010.
Con successiva determina n. 5090 del 15 aprile 2011 la Regione annullava in autotutela le stesse autorizzazioni, che già avevano rappresentato un primo motivo di contenzioso e ricorso al Tar di Puglia da parte delle società che lamentavano come il ritardo nell'iter dell'autorizzazione avrebbe impedito il beneficio delle tariffe incentivanti.
In seguito a riesame, le autorizzazioni furono annullate per la seconda nel 2012 e anche in questo caso Agrienergy presentò ricorso sul comportamento dilatorio della Regione anche nel ritiro delle autorizzazioni.
A contribuire al ritiro delle autorizzazioni fu l'opposizione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia che, a seguito di rilievi (2011) constatava come la stazione di trasformazione progettata nel territorio di Spinazzola risultasse ubicata a meno di 70 metri dal torrente Basentello, corso d'acqua tutelato ai sensi dell'art. 142, comma 1, lettera c), del d.lgs. n. 42/2004.
Ricorsi al Capo dello Stato, al Tar di Bari, appelli al Consiglio di Stato, esposti alla Procura della Repubblica di Trani e di Bari, indagini affidate al N.O.E., interrogazioni parlamentari, perizie. Insomma, una lunga scia di battaglie e anche di numerosi ricorsi proposti dai proprietari dei fondi interessati dalla procedura espropriativa relativa alla realizzazione del cavidotto e alla stazione, e da associazioni di tutela dell'ambiente contro la speculazione.
Ad evidenziare irregolarità dell'impianto e a scendere in campo anche l'Ing. Donato Cancellara che ne aveva analizzato il progetto presentato agli Enti interessati e le anomalie sull'iter autorizzativo seguito dalle società che "avrebbero cercato di ottenere autorizzazioni parziali per creare un corollario di autorizzazioni propedeutiche all'ottenimento dell'autorizzazione principe". (Cosimo Forina in Gazzetta del Mezzogiorno, 23 gennaio 2014).
Controversia complessa che si conclude con la recente sentenza del 2 aprile del Consiglio di Stato che respinge il ricorso presentato dalle società Agrienergy di Bari s.r.l., Solare di Minervino s.r.l., Enersole Spinazzola s.r.l., Imagria s.r.l contro la Regione Puglia, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).
Di fatto, una vittoria per la tutela del patrimonio paesaggistico del Basentello e del territorio murgiano fra Minervino Murge e Spinazzola.
Il caso è quello della realizzazione di tre impianti fotovoltaici in totale, in agro di Minervino Murge, proposti dalla società Agrienergy di Bari S.r.l., dalla Solare di Minervino S.r.l. e la Enersole di Spinazzola S.r.l. I lavori comprendevano anche la realizzazione di un cavidotto lungo circa 15 Km, da Minervino Murge a Spinazzola, con costruzione di una sottostazione elettrica ed una mega stazione elettrica di trasformazione 150/380 Kv della società Terna S.p.A., in agro di Spinazzola, collegata alla linea AAT denominata Matera – S. Sofia.
La sentenza ripercorre nel dettaglio tutti i ricorsi presentati nel corso degli ultimi dieci anni, nel tentativo, da parte delle società ricorrenti, di sostenere il rispetto delle prescrizioni in materia di tutela ambientale e paesaggistica nella realizzazione del progetto e di far valere le proprie ragioni nell'evidenziare anomalie nel comportamento delle Amministrazioni interessate, in primis La Regione Puglia.
A seguito delle rispettive istanze del settembre – ottobre 2008 e del dicembre 2009, venivano convocate due apposite conferenze di servizi. Entrambe le conferenze si concludevano con il parere favorevole il nulla osta di tutte le Amministrazioni coinvolte con conseguente rilascio da parte della Regione Puglia delle autorizzazioni n. 219 e n. 220 il 30 settembre 2010.
Con successiva determina n. 5090 del 15 aprile 2011 la Regione annullava in autotutela le stesse autorizzazioni, che già avevano rappresentato un primo motivo di contenzioso e ricorso al Tar di Puglia da parte delle società che lamentavano come il ritardo nell'iter dell'autorizzazione avrebbe impedito il beneficio delle tariffe incentivanti.
In seguito a riesame, le autorizzazioni furono annullate per la seconda nel 2012 e anche in questo caso Agrienergy presentò ricorso sul comportamento dilatorio della Regione anche nel ritiro delle autorizzazioni.
A contribuire al ritiro delle autorizzazioni fu l'opposizione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia che, a seguito di rilievi (2011) constatava come la stazione di trasformazione progettata nel territorio di Spinazzola risultasse ubicata a meno di 70 metri dal torrente Basentello, corso d'acqua tutelato ai sensi dell'art. 142, comma 1, lettera c), del d.lgs. n. 42/2004.
Ricorsi al Capo dello Stato, al Tar di Bari, appelli al Consiglio di Stato, esposti alla Procura della Repubblica di Trani e di Bari, indagini affidate al N.O.E., interrogazioni parlamentari, perizie. Insomma, una lunga scia di battaglie e anche di numerosi ricorsi proposti dai proprietari dei fondi interessati dalla procedura espropriativa relativa alla realizzazione del cavidotto e alla stazione, e da associazioni di tutela dell'ambiente contro la speculazione.
Ad evidenziare irregolarità dell'impianto e a scendere in campo anche l'Ing. Donato Cancellara che ne aveva analizzato il progetto presentato agli Enti interessati e le anomalie sull'iter autorizzativo seguito dalle società che "avrebbero cercato di ottenere autorizzazioni parziali per creare un corollario di autorizzazioni propedeutiche all'ottenimento dell'autorizzazione principe". (Cosimo Forina in Gazzetta del Mezzogiorno, 23 gennaio 2014).
Controversia complessa che si conclude con la recente sentenza del 2 aprile del Consiglio di Stato che respinge il ricorso presentato dalle società Agrienergy di Bari s.r.l., Solare di Minervino s.r.l., Enersole Spinazzola s.r.l., Imagria s.r.l contro la Regione Puglia, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).
Di fatto, una vittoria per la tutela del patrimonio paesaggistico del Basentello e del territorio murgiano fra Minervino Murge e Spinazzola.