Mons. Renna: "Minervino riscopri Papa Pignatelli"

Abbiamo intervistato il caro "don Luigi" in occasione dell'Anno Innocenziano

giovedì 19 marzo 2015 17.28
A cura di Luigi Veglia
Sono giorni particolari questi per tutta la comunità minervinese, giorni dove si ricorda un nostro grande concittadino, Papa Innocenzo XII, Pontefice della Chiesa Romana molto legato al suo territorio dov'è vissuto nei primi anni di vita; proprio per questo abbiamo domandato ad un altro nostro grande concittadino, Mons. Luigi Renna, di parlarci di Papa Pignatelli, così da farci cogliere in maniera più profonda quale sia il senso dell'Anno Innocenziano che ci apprestiamo a celebrare:

Don Luigi qual è il senso della commemorazione di papa Innocenzo XII a Minervino?

«Papa Innocenzo in verità è nato a Spinazzola come attesta l'atto di nascita, che era conservato nella chiesa Matrice di San Pietro e che purtroppo è stato trafugato, e tutti gli storici in questo sono concordi; ma qualche anno dopo la sua nascita, sua madre Porzia Carafa comprò il feudo di Minervino e quindi la famiglia si trasferì nel castello più ampio di Minervino, l'attuale municipio, e lì Antonio Pignatelli è vissuto alcuni anni prima di diventare alunno del seminario romano. Quindi la nascita a Spinazzola e la permanenza, seppur nell'infanzia, a Minervino fanno si che la nostra cittadina partecipi alle celebrazioni dell'Anno Innocenziano, che naturalmente a Spinazzola hanno una certa rilevanza perchè Sua Eccellenza Mons. Ricchiuti ha chiesto al Papa un anno giubilare.
Abbiamo delle testimonianze della permanenza dei genitori e dei fratelli di Papa Pignatelli a Minervino attraverso gli atti di battesimo dei fratelli del papa, i quali vennero tutti battezzati nella Chiesa Madre di Minervino dai Padri Gesuiti: uno, padre Epice, che era il precettore di famiglia, e l'altro dal provinciale dei Gesuiti, che era appunto il fratello della madre del Papa, padre Carafa. E poi ecco la famiglia Pignatelli è rimasta sempre legata al nostro paese: conserviamo una lettera a Minervino, che è stata pubblicata in alcuni testi da me curati, e che fu recuperata da don Vincenzo Turturro nell'"Archivio Carampi", un archivio vaticano, nel quale il Vescovo di Minervino, Mons. Vignola, che era spinazzolese ed era stato compagno d'infanzia di Antonio, gli scrive nell'anno 1700, a pochi mesi dalla morte del Papa, dicendo che "per lui si fanno preghiere dinanzi al Santissimo Crocifisso della Cattedrale" e soprattutto una donna che lui ben conosce, tale Bernardina Strazzulli, prega per lui: queste testimonianze ci dicono di un legame del Papa con Minervino. Inoltre c'è un documento nel quale si afferma che egli concesse al Vescovo di Minervino cento ducati in perpetuo, perchè mosso dall'amore per la sua patria, riferendosi ai feudi di Minervino e Spinazzola.
Queste testimonianze scritte sono inoppugnabili e ci fanno ripercorrere un legame che purtroppo storicamente si è perso; è auspicabile che Minervino lo recuperi perchè fa parte della sua identità»