Legalità nelle campagne, Flai e Cgil: “Nella Bat serve un bollino di eticità”
I segretari generali Gaetano Riglietti e Biagio D’Alberto lanciano l’idea nella provincia
venerdì 27 settembre 2019
"Un bollino di eticità nella Bat". L'idea, o meglio la provocazione, la lanciano Gaetano Riglietti, segretario generale della Flai Cgil Bat e Biagio D'Alberto, segretario generale della Cgil Bat all'indomani della nascita di una filiera nel Foggiano. "Noi della Flai e Cgil abbiamo fatto della battaglia contro i caporali la nostra azione quotidiana fino ad arrivare alla legge 199 del 2016 sull'intermediazione illecita di manodopera. Apprendiamo dalla stampa che il Gruppo Megamark di Trani abbia messo in piedi l'intesa che interessa tre aree: la Capitanata, il Metapontino e il Ragusano e una ventina di imprese agricole di questi territori.
"Questa cosa da un lato ci fa piacere perché ci fa capire che tutti i nostri sforzi stanno dando dei risultati almeno in termini di diffusione della cultura della legalità, di sensibilità verso questo tema e del rispetto delle regole, dall'altro però ci spinge a fare delle riflessioni: nella Bat non si può immaginare di creare un bollino che rappresenti un riconoscimento per le aziende che fanno dell'eticità sul lavoro la loro cifra distintiva? Sappiamo che di problemi ce ne sono tanti e li abbiamo più volte denunciati, parliamo del mancato rispetto dei contratti, delle procedure con cui avviene il reclutamento della manodopera, delle condizioni di vita e lavoro dei migranti. Per questo lanciamo questa sfida al tessuto produttivo locale. Vorremmo vedere in prima fila in un progetto finalizzato al bollino di eticità non solo un Gruppo ma le tante aziende del nostro territorio".
"Purtroppo siamo in presenza di un'assenza, mancano tutti gli elementi di controllo che consentano di far emergere certe situazioni che invece ci sono e sono caratterizzate da lavoro precario, povero e nero. Auspichiamo che nel più breve tempo questo gap possa essere superato ma soprattutto che un bollino etico possa comparire anche sulle nostre produzioni locali", concludono Riglietti e D'Alberto".
"Questa cosa da un lato ci fa piacere perché ci fa capire che tutti i nostri sforzi stanno dando dei risultati almeno in termini di diffusione della cultura della legalità, di sensibilità verso questo tema e del rispetto delle regole, dall'altro però ci spinge a fare delle riflessioni: nella Bat non si può immaginare di creare un bollino che rappresenti un riconoscimento per le aziende che fanno dell'eticità sul lavoro la loro cifra distintiva? Sappiamo che di problemi ce ne sono tanti e li abbiamo più volte denunciati, parliamo del mancato rispetto dei contratti, delle procedure con cui avviene il reclutamento della manodopera, delle condizioni di vita e lavoro dei migranti. Per questo lanciamo questa sfida al tessuto produttivo locale. Vorremmo vedere in prima fila in un progetto finalizzato al bollino di eticità non solo un Gruppo ma le tante aziende del nostro territorio".
"Purtroppo siamo in presenza di un'assenza, mancano tutti gli elementi di controllo che consentano di far emergere certe situazioni che invece ci sono e sono caratterizzate da lavoro precario, povero e nero. Auspichiamo che nel più breve tempo questo gap possa essere superato ma soprattutto che un bollino etico possa comparire anche sulle nostre produzioni locali", concludono Riglietti e D'Alberto".