La Preside Masiello: "La mia battaglia a favore della legalità e della diversità"
Intervista alla Dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo "Pietrocola-Mazzini"
sabato 21 marzo 2015
11.51
La Redazione di MinervinoViva ha deciso di porre alcune domande ad una figura importante che negli ultimi anni, con il suo lavoro di coordinamento e guida, ha dato lustro e vari riconoscimenti alla cittadina di Minervino Murge, in particolar modo all'Istituto Comprensivo "Pietrocola-Mazzini".
Si sta parlando della Dirigente Scolastica Amalia Masiello, che gentilmente ha risposto cordialmente alle seguenti domande
Partiamo a ritroso, dando uno sguardo al suo vissuto professionale, c'è qualche particolare che le riaffiora alla mente, qualche ricordo, qualche esperienza che le riporta ai primi anni della sua carriera?
«Si, la mia carriera è stata lunga, molti sono i ricordi che sono indelebili nella mia vita. Ricordo con piacere episodi vissuti con gli alunni; purtroppo alcuni di loro non ci sono più e io ricordo spesso belle esperienze vissute con loro. Il ricordo più vivo è legato al giorno che il mio direttore didattico mi portò la notizia che ero passata di ruolo, mi ero recata presso la Villa Faro con gli alunni per osservare i cambiamenti che portava l'autunno nel giardino e quella notizia mi commosse a tal punto che mi sembrò tutto più bello; aspettavo la mia prima figlia e da quel momento a pieno titolo cominciava la mia carriera e aumentava la voglia di andare avanti».
Quali erano i suoi progetti di vita quando aveva l'età dei suoi alunni? Si aspettava che un giorno sarebbe diventata Preside?
«Da alunna ero una ragazza molto studiosa. Ho sempre avuto la certezza che sarei stata una donna artefice del mio destino e già da allora amavo fare "la maestra" con gli altri miei compagni di gioco. Sono stata sempre determinata, creativa e innovativa e quando ho capito quale era il mio sogno, "Fare la scuola a modo mio", mi sono impegnata a diventare Preside».
Il mestiere di Preside e quello di docente, sebbene possano sembrare simili, in realtà sono molto diversi. Qual'è la differenza che lei ha avvertito maggiormente?
«Sin da quando ero docente capivo bene che il Preside aveva delle responsabilità complesse, in modo particolare raggiungere obiettivi per tutta la scuola a medio e lungo termine, la cosiddetta "Visione". La differenza tra Preside e e docente è fondamentale. Il docente può fare la buona scuola impegnandosi a fondo. Il Preside deve avere la "governance" della scuola molto più complessa e sistematica (genitori, alunni, personale). Sono fondamentali le sue doti di coordinatore, mediatore e innovatore. Io sento molto di più la responsabilità, perchè nessuno mi può sostituire nelle scelte fondamentali che per funzionare devono essere condivise».
Molte sono le battaglie che lei ha portato avanti per i suoi studenti, qual'è la più rilevante?
«La battaglia più importante è stata quella di riconoscere la diversità di ognuno e lavorare sulla legalità».
Cosa pensa degli studenti di questa generazione?
«Gli studenti hanno più opportunità di prima, manca spesso l'impegno e la costanza nello studio. Bisogna catturare la loro attenzione e la loro motivazione».
Cosa pensa del sistema scuola di oggi?
«Il sistema scuola deve essere innovato e si deve misurare con quello europeo. Bisogna investire più risorse nell'educazione, per eliminare gli elevati tassi di dispersione».
Progetti presenti e futuri della sua scuola?
«Digitalizzare l'apprendimento e prepararsi alle classi 2.0, non tralasciando l'educazione globale degli alunni per formare "persone" adeguate a questa società».
Si sta parlando della Dirigente Scolastica Amalia Masiello, che gentilmente ha risposto cordialmente alle seguenti domande
Partiamo a ritroso, dando uno sguardo al suo vissuto professionale, c'è qualche particolare che le riaffiora alla mente, qualche ricordo, qualche esperienza che le riporta ai primi anni della sua carriera?
«Si, la mia carriera è stata lunga, molti sono i ricordi che sono indelebili nella mia vita. Ricordo con piacere episodi vissuti con gli alunni; purtroppo alcuni di loro non ci sono più e io ricordo spesso belle esperienze vissute con loro. Il ricordo più vivo è legato al giorno che il mio direttore didattico mi portò la notizia che ero passata di ruolo, mi ero recata presso la Villa Faro con gli alunni per osservare i cambiamenti che portava l'autunno nel giardino e quella notizia mi commosse a tal punto che mi sembrò tutto più bello; aspettavo la mia prima figlia e da quel momento a pieno titolo cominciava la mia carriera e aumentava la voglia di andare avanti».
Quali erano i suoi progetti di vita quando aveva l'età dei suoi alunni? Si aspettava che un giorno sarebbe diventata Preside?
«Da alunna ero una ragazza molto studiosa. Ho sempre avuto la certezza che sarei stata una donna artefice del mio destino e già da allora amavo fare "la maestra" con gli altri miei compagni di gioco. Sono stata sempre determinata, creativa e innovativa e quando ho capito quale era il mio sogno, "Fare la scuola a modo mio", mi sono impegnata a diventare Preside».
Il mestiere di Preside e quello di docente, sebbene possano sembrare simili, in realtà sono molto diversi. Qual'è la differenza che lei ha avvertito maggiormente?
«Sin da quando ero docente capivo bene che il Preside aveva delle responsabilità complesse, in modo particolare raggiungere obiettivi per tutta la scuola a medio e lungo termine, la cosiddetta "Visione". La differenza tra Preside e e docente è fondamentale. Il docente può fare la buona scuola impegnandosi a fondo. Il Preside deve avere la "governance" della scuola molto più complessa e sistematica (genitori, alunni, personale). Sono fondamentali le sue doti di coordinatore, mediatore e innovatore. Io sento molto di più la responsabilità, perchè nessuno mi può sostituire nelle scelte fondamentali che per funzionare devono essere condivise».
Molte sono le battaglie che lei ha portato avanti per i suoi studenti, qual'è la più rilevante?
«La battaglia più importante è stata quella di riconoscere la diversità di ognuno e lavorare sulla legalità».
Cosa pensa degli studenti di questa generazione?
«Gli studenti hanno più opportunità di prima, manca spesso l'impegno e la costanza nello studio. Bisogna catturare la loro attenzione e la loro motivazione».
Cosa pensa del sistema scuola di oggi?
«Il sistema scuola deve essere innovato e si deve misurare con quello europeo. Bisogna investire più risorse nell'educazione, per eliminare gli elevati tassi di dispersione».
Progetti presenti e futuri della sua scuola?
«Digitalizzare l'apprendimento e prepararsi alle classi 2.0, non tralasciando l'educazione globale degli alunni per formare "persone" adeguate a questa società».