La Biblioteca Diocesana ammessa a finanziamento per Beni Ecclesiastici
Presidio culturale del territorio, potrà adesso realizzare il potenziamento dell'offerta dei servizi al pubblico
domenica 12 luglio 2020
È stato pubblicato, sul sito della Regione Puglia, l'esito dell'avviso per la valorizzazione e la fruizione dei Beni Ecclesiastici e nella graduatoria dei soggetti ammissibili che ne hanno fatto domanda di partecipazione vi è anche la Biblioteca diocesana "San Tommaso D'Aquino" di Andria, che riceverà un finanziamento pari ad 1 milione di euro.
Un meritato finanziamento per il presidio culturale del territorio, diretto da Don Domenico Basile, dotato di Sala lettura e che offre servizi di Prestito, Prestito Interbibliotecario, Informazioni e reference, l'utilizzo pc e internet, dotato di wireless, documenti, fotocopie e visite guidate.
L'avviso, che prevedeva inizialmente una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro, è stato implementato, lo scorso 6 luglio, a 40 milioni.
«Abbiamo lavorato per recuperare ulteriori risorse - ha detto Loredana Capone. La partecipazione era troppo significativa per non tenerne conto. Questo vuol dire che il messaggio è arrivato forte e chiaro e che la Puglia ha riconosciuto nei beni ecclesiastici un'opportunità per tutti. Perché al di là della personale inclinazione religiosa il patrimonio ecclesiastico è a tutti gli effetti patrimonio culturale pubblico. Non era un bando semplice, per candidarsi occorreva presentare un progetto di fruizione adeguandosi a precisi standard europei. Per questo, d'intesa con gli uffici regionali, abbiamo promosso incontri su tutti i territori. Abbiamo incontrato vescovi, progettisti e operatori, riscontrando grande collaborazione, competenza, entusiasmo, e questi, oggi, sono i risultati».
«Uno degli strumenti più significativi della strategia SMART IN - ha aggiunto - per il quale ci siamo spesi con la Commissione europea chiedendo la modifica del regolamento che escludeva il patrimonio ecclesiastico dai finanziamenti per il restauro e la valorizzazione degli immobili culturali. E la nostra proposta è stata accettata».
«Un patrimonio vissuto - ha concluso l'assessore - si degrada meno e assolve alla funzione di creare capitale culturale, promuovere inclusione, integrazione, valorizzazione. E questo vale per le biblioteche, i teatri, i musei, i cinema, e vale anche per i beni ecclesiastici che con le competenze e i talenti di tanti giovani professionisti del settore possono arricchire la conoscenza e la consapevolezza di cittadini e turisti visitatori».
L'avviso era rivolto agli Enti ecclesiastici, appartenenti a qualunque confessione religiosa, e sosteneva interventi per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali del patrimonio, nel rispetto dello sviluppo ambientale e sostenibile, e il potenziamento dell'offerta di servizi culturali, attraverso la realizzazione di laboratori, l'adeguamento tecnologico, la creazione di strutture di servizio per la fruizione dei beni destinate alle collettività locali e ai turisti.
Un meritato finanziamento per il presidio culturale del territorio, diretto da Don Domenico Basile, dotato di Sala lettura e che offre servizi di Prestito, Prestito Interbibliotecario, Informazioni e reference, l'utilizzo pc e internet, dotato di wireless, documenti, fotocopie e visite guidate.
L'avviso, che prevedeva inizialmente una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro, è stato implementato, lo scorso 6 luglio, a 40 milioni.
«Abbiamo lavorato per recuperare ulteriori risorse - ha detto Loredana Capone. La partecipazione era troppo significativa per non tenerne conto. Questo vuol dire che il messaggio è arrivato forte e chiaro e che la Puglia ha riconosciuto nei beni ecclesiastici un'opportunità per tutti. Perché al di là della personale inclinazione religiosa il patrimonio ecclesiastico è a tutti gli effetti patrimonio culturale pubblico. Non era un bando semplice, per candidarsi occorreva presentare un progetto di fruizione adeguandosi a precisi standard europei. Per questo, d'intesa con gli uffici regionali, abbiamo promosso incontri su tutti i territori. Abbiamo incontrato vescovi, progettisti e operatori, riscontrando grande collaborazione, competenza, entusiasmo, e questi, oggi, sono i risultati».
«Uno degli strumenti più significativi della strategia SMART IN - ha aggiunto - per il quale ci siamo spesi con la Commissione europea chiedendo la modifica del regolamento che escludeva il patrimonio ecclesiastico dai finanziamenti per il restauro e la valorizzazione degli immobili culturali. E la nostra proposta è stata accettata».
«Un patrimonio vissuto - ha concluso l'assessore - si degrada meno e assolve alla funzione di creare capitale culturale, promuovere inclusione, integrazione, valorizzazione. E questo vale per le biblioteche, i teatri, i musei, i cinema, e vale anche per i beni ecclesiastici che con le competenze e i talenti di tanti giovani professionisti del settore possono arricchire la conoscenza e la consapevolezza di cittadini e turisti visitatori».
L'avviso era rivolto agli Enti ecclesiastici, appartenenti a qualunque confessione religiosa, e sosteneva interventi per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali del patrimonio, nel rispetto dello sviluppo ambientale e sostenibile, e il potenziamento dell'offerta di servizi culturali, attraverso la realizzazione di laboratori, l'adeguamento tecnologico, la creazione di strutture di servizio per la fruizione dei beni destinate alle collettività locali e ai turisti.