L'area di Minervino tra le più colpite dagli incendi nell'estate 2017
Il report del Parco colloca Minervino al terzo posto
domenica 12 novembre 2017
Satelliti, torrette di avvistamento e collaborazione con la popolazione. Nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia la lotta agli incendi si combatte con azioni integrate e, da quest'anno, con dotazioni tecnologiche all'avanguardia, che consentono porre in essere attività di prevenzione, di supporto alla lotta attiva e di gestione post evento.
I dati
È stato presentato a Bari, il rapporto sulle aree incendiate identificate e monitorate nel periodo estivo di quest'anno nell'area del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. La stagione più critica per gli incendi di boschi e foreste è ormai alle spalle. Per disporre dei primi dati di dettaglio certi sulle aree interessate occorre normalmente attendere diversi mesi. Non è così per il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, che quest'anno ha adottato le nuove tecnologie satellitari per realizzare un'analisi in tempi rapidissimi. Le informazioni, infatti, sono state raccolte e rese disponibili nel giro di pochi giorni, a fronte dei 12/18 mesi di attesa usuali.
Dal 7 luglio al 5 ottobre del 2017 le aree percorse dal fuoco nel Parco nazionale dell'Alta Mugia, in Puglia, sono state pari a 270 ettari tra boschi, pascoli, e sterpaglie. I dati sono stati diffusi a Bari dal direttore e dal vicepresidente del Parco, Fabio Modesti e Cesareo Troia, che hanno anche parlato del servizio di monitoraggio satellitare sperimentato dall'ente con l'obiettivo incrementare le capacità di indagine e ridurre i tempi di analisi, anche di 16 mesi, attivando un servizio di perimetrazione delle aree incendiate. Nel periodo luglio-ottobre 2017, dunque, gli incendi censiti sono stati 16.
Il comune con maggiore area percorsa dal fuoco è stato Andria seguito da Corato e Minervino Murge. Le tipologie di specie più colpite sono state le aree a pascolo e i seminativi. Le aree boschive interessate da incendi sono state circa 35 ettari e di queste poco meno di un ettaro ha presentato un elevato grado di severità di danno alla vegetazione. Quanto alla natura degli incendi, Modesti ha spiegato che di sicuro da noi non scoppiano incendi per cause naturali poiché non siamo né in Australia né nel deserto degli Stati Uniti.
Troia ha rimarcato che i risultati positivi relativi al numero degli incendi sono dovuti anche "agli incontri con gli agricoltori, guardiani del territorio, alle torrette di avvistamento, alle telecamere nel Parco". Mentre il monitoraggio satellitare "permette di capire quali sono i territori che vengono bruciati, studiare la frequenza, la rinaturalizzazione dell'area, cosa succede dal punto di vista della antropizzazione dopo l'incendio e capire quali sono le aree più fragili che devono essere tutelate".
I dati
È stato presentato a Bari, il rapporto sulle aree incendiate identificate e monitorate nel periodo estivo di quest'anno nell'area del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. La stagione più critica per gli incendi di boschi e foreste è ormai alle spalle. Per disporre dei primi dati di dettaglio certi sulle aree interessate occorre normalmente attendere diversi mesi. Non è così per il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, che quest'anno ha adottato le nuove tecnologie satellitari per realizzare un'analisi in tempi rapidissimi. Le informazioni, infatti, sono state raccolte e rese disponibili nel giro di pochi giorni, a fronte dei 12/18 mesi di attesa usuali.
Dal 7 luglio al 5 ottobre del 2017 le aree percorse dal fuoco nel Parco nazionale dell'Alta Mugia, in Puglia, sono state pari a 270 ettari tra boschi, pascoli, e sterpaglie. I dati sono stati diffusi a Bari dal direttore e dal vicepresidente del Parco, Fabio Modesti e Cesareo Troia, che hanno anche parlato del servizio di monitoraggio satellitare sperimentato dall'ente con l'obiettivo incrementare le capacità di indagine e ridurre i tempi di analisi, anche di 16 mesi, attivando un servizio di perimetrazione delle aree incendiate. Nel periodo luglio-ottobre 2017, dunque, gli incendi censiti sono stati 16.
Il comune con maggiore area percorsa dal fuoco è stato Andria seguito da Corato e Minervino Murge. Le tipologie di specie più colpite sono state le aree a pascolo e i seminativi. Le aree boschive interessate da incendi sono state circa 35 ettari e di queste poco meno di un ettaro ha presentato un elevato grado di severità di danno alla vegetazione. Quanto alla natura degli incendi, Modesti ha spiegato che di sicuro da noi non scoppiano incendi per cause naturali poiché non siamo né in Australia né nel deserto degli Stati Uniti.
Troia ha rimarcato che i risultati positivi relativi al numero degli incendi sono dovuti anche "agli incontri con gli agricoltori, guardiani del territorio, alle torrette di avvistamento, alle telecamere nel Parco". Mentre il monitoraggio satellitare "permette di capire quali sono i territori che vengono bruciati, studiare la frequenza, la rinaturalizzazione dell'area, cosa succede dal punto di vista della antropizzazione dopo l'incendio e capire quali sono le aree più fragili che devono essere tutelate".