Intervista a Franco Volpe, protagonista della Passione Vivente 2015.

Questa sera in scena la prima delle due rappresentazioni.

sabato 28 marzo 2015 11.19
A cura di Savio Scarpa
Finalmente ci siamo, dopo il rinvio di giovedì scorso a causa delle previsioni del tempo non ottimali, stasera a partire dalle ore 18.30 presso P.zza Moro andrà in scena l'edizione 2015 della "Passione Vivente" a cura della comunità parrocchiale Santa Maria Assunta e dell'Associazione "Teatro la Scesc'l", con la regia di Nella Angiulo, Antonio Baccaro e Saba Pantone.

La redazione di MinervinoViva ha pensato di porre alcune domande al protagonista di questa edizione, Franco Volpe, che interpreterà il ruolo di Gesù Cristo.
Ecco l'intervista completa:

La "Passione Vivente" che significato ha per te?
«Per me "La Passione Vivente" significa ciò che Gesù ci ha insegnato nel suo cammino e a non dimenticarlo».

Interpretare il ruolo di Gesù è una scelta abbastanza forte, che motivazione ti ha spinto a farlo?
«Inizialmente sono stato contattato dai registi. Ma la fede e la voglia di interpretare questo ruolo sono stati fondamentali ed ho accettato».

Qual'è la difficoltà più grande che hai trovato in questa esperienza? Mentre la cosa positiva che hai riscontrato?
«La difficoltà più grande è stata certamente quella di immedesimarsi nel ruolo di Gesù, al contrario la cosa positiva l'ho riscontrata nell' aver collaborato e conosciuto nuova gente».

Ogni anno la Passione Vivente sta riscontrando molto successo a Minervino, quale messaggio l'edizione di quest'anno vuole lasciare ai Minervinesi?
«Sicuramente l'educazione,il rispetto il perdono e soprattutto l amore tra di noi;per tutto questo occorre ringraziare Gesù».

Un motivo per non perdere questa edizione della "Passione Vivente"?
«Non si dovrebbe mancare perchè noi "tutti" siamo appassionati alla "passione" . Ogni anno c'è qualcosa di diverso nelle scene, inoltre quest'anno abbiamo cambiato pure qualche scena, modificando il copione delle edizioni precedenti. Io spero che la gente venga a vedere la passione per rivivere ciò che Gesù ci ha lasciato. Infine vorrei ringraziare le sarte che hanno svolto un lavoraccio immane, e come si suol dire con tanta "passione"».