Il Tar annulla il Pug di Minervino Murge
SiAmo Minervino: «I minervinesi pagano l'incapacità del PD»
venerdì 7 febbraio 2020
13.25
Con sentenza dello scorso 6 febbraio il TAR Puglia ha annullato la delibera di approvazione definitiva del Piano Urbanistico Generale n. 76 del 8/11/2012 del Comune di Minervino Murge.
Il ricorso contro il provvedimento del Consiglio Comunale era stato proposto dalla Regione Puglia. Si eccepiva la violazione della legge regionale 20 del 2001, che disciplina il procedimento amministrativo di approvazione del Piano Urbanistico Generale, oltre chela violazione della legge urbanistica fondamentale n. 1150 del 1942, l'eccesso di potere in tutte le sue figure sintomatiche, e la violazione del principio di leale collaborazione istituzionale.
I giudici hanno deciso che, poiché lo strumento urbanistico non aveva superato la valutazione di compatibilità sotto il profilo paesaggistico, non poteva essere adottato dal consiglio.
Una notizia che il gruppo consiliare "SiAmo Minervino" commenta puntando l'indice contro l'amministrazione Superbo e contro «l'incapacità del PD».
«La vicenda del PUG di Minervino Murge ha radici lontane e profonde ben innestate nella dirigenza vecchia e nuova di quel Partito Democratico, che ne ha avuto la paternità nell'Amministrazione Della Croce-Superbo (padre). Un PUG che prevedeva 4 direttrici di sviluppo urbano, cubature e cementificazioni per una città di 25.000 abitanti, aree industriali manco fossimo a Bari, aree residenziali oltremisura, per nulla integrate nel contesto sociale, demografico, paesaggistico e ambientale della nostra bellissima cittadina. I vari esperti sinistri locali hanno contestato l'amministrazione Roccotelli quando metteva in discussione lo strumento urbanistico perché apriva al dialogo con la Regione accogliendo le osservazioni per evitare contenziosi e lungaggini. Ritornati ai pieni poteri, con Superbo (figlio), Scarpa e company, i grandi scienziati della politica minervinese riprendono il vecchio progetto originario per il quale non sono disposti a concedere nulla, rialzano un muro contro la Regione (dello stesso colore politico), che ne ravvisava l'evidente inadeguatezza, e mettendo in atto procedure amministrative al limite del farsesco (ricorso al Presidente della Repubblica), approvano il PUG in via definitiva contro il parere della Regione. Inevitabilmente si apre il contenzioso lungo e costoso per le casse dell'Ente - tra spese progettuali e legali si sono spesi al vento oltre € 200.000 - che ora finalmente è giunto a conclusione. Con il facile prevedibile esito che vi abbiamo raccontato.
Ecco svelati quelli che per tanti anni hanno amministrato il nostro Comune: un gruppo di potere incapace, presuntuoso, arrogante e ignorante che ha portato il nostro paese nel baratro, bloccando il suo sviluppo urbano, edilizio ed industriale, arrecando danni economici all'Ente e ai cittadini che hanno pagato tasse per qualcosa di inesistente. Questa non è l'opinione di un partito politico avverso, è la valutazione oggettiva che la magistratura ha espresso nella sentenza, cari cittadini, sulla quale c'è poco da discutere o da controbattere.
Chi pagherà tutto questo?
Nomi e cognomi dei responsabili ce li abbiamo, ce li avete, non ci resta che procedere.
La nostra Amministrazione che sinora ha avuto le mani legate nella risoluzione della questione in attesa di questa sentenza, dovrà ripartire da zero, avviando la copianificazione con la Regione. E tutto questo, lo diciamo con responsabilità politica, comporterà ancora spese e tempi burocratici lunghi» si legge nella nota diffusa dal gruppo consiliare.
Il ricorso contro il provvedimento del Consiglio Comunale era stato proposto dalla Regione Puglia. Si eccepiva la violazione della legge regionale 20 del 2001, che disciplina il procedimento amministrativo di approvazione del Piano Urbanistico Generale, oltre chela violazione della legge urbanistica fondamentale n. 1150 del 1942, l'eccesso di potere in tutte le sue figure sintomatiche, e la violazione del principio di leale collaborazione istituzionale.
I giudici hanno deciso che, poiché lo strumento urbanistico non aveva superato la valutazione di compatibilità sotto il profilo paesaggistico, non poteva essere adottato dal consiglio.
Una notizia che il gruppo consiliare "SiAmo Minervino" commenta puntando l'indice contro l'amministrazione Superbo e contro «l'incapacità del PD».
«La vicenda del PUG di Minervino Murge ha radici lontane e profonde ben innestate nella dirigenza vecchia e nuova di quel Partito Democratico, che ne ha avuto la paternità nell'Amministrazione Della Croce-Superbo (padre). Un PUG che prevedeva 4 direttrici di sviluppo urbano, cubature e cementificazioni per una città di 25.000 abitanti, aree industriali manco fossimo a Bari, aree residenziali oltremisura, per nulla integrate nel contesto sociale, demografico, paesaggistico e ambientale della nostra bellissima cittadina. I vari esperti sinistri locali hanno contestato l'amministrazione Roccotelli quando metteva in discussione lo strumento urbanistico perché apriva al dialogo con la Regione accogliendo le osservazioni per evitare contenziosi e lungaggini. Ritornati ai pieni poteri, con Superbo (figlio), Scarpa e company, i grandi scienziati della politica minervinese riprendono il vecchio progetto originario per il quale non sono disposti a concedere nulla, rialzano un muro contro la Regione (dello stesso colore politico), che ne ravvisava l'evidente inadeguatezza, e mettendo in atto procedure amministrative al limite del farsesco (ricorso al Presidente della Repubblica), approvano il PUG in via definitiva contro il parere della Regione. Inevitabilmente si apre il contenzioso lungo e costoso per le casse dell'Ente - tra spese progettuali e legali si sono spesi al vento oltre € 200.000 - che ora finalmente è giunto a conclusione. Con il facile prevedibile esito che vi abbiamo raccontato.
Ecco svelati quelli che per tanti anni hanno amministrato il nostro Comune: un gruppo di potere incapace, presuntuoso, arrogante e ignorante che ha portato il nostro paese nel baratro, bloccando il suo sviluppo urbano, edilizio ed industriale, arrecando danni economici all'Ente e ai cittadini che hanno pagato tasse per qualcosa di inesistente. Questa non è l'opinione di un partito politico avverso, è la valutazione oggettiva che la magistratura ha espresso nella sentenza, cari cittadini, sulla quale c'è poco da discutere o da controbattere.
Chi pagherà tutto questo?
Nomi e cognomi dei responsabili ce li abbiamo, ce li avete, non ci resta che procedere.
La nostra Amministrazione che sinora ha avuto le mani legate nella risoluzione della questione in attesa di questa sentenza, dovrà ripartire da zero, avviando la copianificazione con la Regione. E tutto questo, lo diciamo con responsabilità politica, comporterà ancora spese e tempi burocratici lunghi» si legge nella nota diffusa dal gruppo consiliare.