Consiglio Comunale, M5S: «Minervino ha bisogno di altro»
Aspre polemiche provenienti dai pentastellati dopo l'assise comunale
lunedì 12 ottobre 2015
16.09
«La maggioranza mutua la Corea, ma non quella del Sud, quella del Nord, che fa relegare i giornalisti che vorrebbero condividere immagini di celebrazioni pubbliche»: è questa l'accusa che parte dal Movimento 5 Stelle di Minervino dopo il consiglio comunale di venerdì scorso, in cui si è votata la mozione presentata dalle opposizioni in consiglio comunale. Gli animi dei pentastellati presenti in aula si sono fatti aspri verso l'assessore all'urbanistica Michele Tamburrano. «Assistendo al consiglio comunale abbiamo constatato il Confucianesimo di questa maggioranza, o meglio Tamburranesimo. Sì, perché non si seguono più le norme comportamentali scritte e dettate nelle leggi d'Italia, ma dall'esperienza amministrativa di questa maggioranza (si fa per dire)».
Continua a spada tratta la critica del Movimento 5 Stelle minervinese: «Fortunatamente per la maggioranza, nessuno della minoranza ha proposto di regalare la grotta, altrimenti avrebbe votato contro la proposta negando la proprietà alla diocesi. Ma il nuovo Tamburranesimo va oltre queste regole raccapriccianti: contro la trasparenza amministrativa si preoccupa di minacciare querela a quei pochi presenti che avrebbero potuto registrare gli interventi e le votazioni in consiglio. A Tamburra', è obbligatorio verbalizzare tutto il lavoro del consiglio comunale e renderlo pubblico ai cittadini, senza vuoti di nastro. Anzi da un bel po' di tempo, contrariamente all'obbligo previsto dal vostro statuto, non vengono più pubblicati i verbali. Evidentemente siete impegnati in faccende di Stato».
«Visto che la presenza del pubblico influenza negativamente a tal punto il comportamento dei consiglieri - dice lo auspichiamo nell'immediato futuro che tra le tante riforme in pentola ci sia una per abolire la presenza del pubblico ai consigli e, se Dio ce la manda buona, magari la cancellazione delle minoranze, che fanno perdere tempo per approvare i tanti debiti fuori bilancio, anche se le stesse hanno deciso in quel momento di alzarsi e lasciare il consiglio. Minervino ha bisogno di altro».
Continua a spada tratta la critica del Movimento 5 Stelle minervinese: «Fortunatamente per la maggioranza, nessuno della minoranza ha proposto di regalare la grotta, altrimenti avrebbe votato contro la proposta negando la proprietà alla diocesi. Ma il nuovo Tamburranesimo va oltre queste regole raccapriccianti: contro la trasparenza amministrativa si preoccupa di minacciare querela a quei pochi presenti che avrebbero potuto registrare gli interventi e le votazioni in consiglio. A Tamburra', è obbligatorio verbalizzare tutto il lavoro del consiglio comunale e renderlo pubblico ai cittadini, senza vuoti di nastro. Anzi da un bel po' di tempo, contrariamente all'obbligo previsto dal vostro statuto, non vengono più pubblicati i verbali. Evidentemente siete impegnati in faccende di Stato».
«Visto che la presenza del pubblico influenza negativamente a tal punto il comportamento dei consiglieri - dice lo auspichiamo nell'immediato futuro che tra le tante riforme in pentola ci sia una per abolire la presenza del pubblico ai consigli e, se Dio ce la manda buona, magari la cancellazione delle minoranze, che fanno perdere tempo per approvare i tanti debiti fuori bilancio, anche se le stesse hanno deciso in quel momento di alzarsi e lasciare il consiglio. Minervino ha bisogno di altro».