Il fronte comune dei ristoratori parte da Trani: “Proporre idee concrete alle istituzioni”
Gli esponenti del settore pugliese si sono riuniti coinvolgendo sindacati e associazioni. Del Mastro: “In programma una manifestazione nei limiti della legalità”
martedì 30 marzo 2021
17.44
La rinascita del settore della ristorazione pugliese parte dalla città di Trani. Questa mattina gli esponenti e le associazioni del settore si sono ritrovati nel ristorante "Corteinfiore" per fare fronte comune e trovare una soluzione alla crisi economica causata dalla pandemia di Coronavirus. Le interviste sono a cura di Lucia De Mari.
"Il settore ha preso finalmente conoscenza e consapevolezza della propria unità – spiega Gianni Del Mastro, presidente dei ristoratori del centro storico di Bari -. Questa emergenza ci ha dato l'occasione di lasciare da parte le divisioni e l'individualismo del passato, ci siamo riuniti per mettere insieme un'idea che è quella di lottare per cercare di salvare una categoria che è sull'orlo del fallimento. La ristorazione è stata il valore aggiunto in questi anni per l'accreditamento dell'immagine della Puglia nel mondo. La nostra regione da due anni è considerata dalle testate più importanti del mondo la meta preferita dei turchi turisti di tutto il mondo. Il ruolo che ha avuto la gastronomia è fondamentale. Pensare di poter ricostruire l'immagine della Puglia dopo il Covid con un pezzo consistente della nostra categoria che non c'è più è una pura follia. Tutta la filiera è in ginocchio e questa situazione rischia di portare alla chiusura tantissime aziende. Sono circa 150mila le attività del nostro settore presenti in Puglia".
I ristori previsti dal governo sono insufficienti e non coprono le spese enormi affrontate dagli imprenditori in questi mesi: "La situazione debitoria si aggrava in maniera considerevole – prosegue Del Mastro -, ci sono a canoni d'affitto da pagare e questo ritardo è un dramma. Abbiamo l'obbligo morale di salvare tutte le realtà, i fondi riservati per lo Stato sono quattro spiccioli. L'opinione pubblica pensa che noi siamo inondati di soldi ma in realtà i ristori non servono nemmeno a coprire il canone di affitto, inoltre dobbiamo pensare anche alle famiglie dei nostri dipendenti che sono in cassa integrazione. Il nostro compito è quello di metterci insieme, prendere coscienza del fatto che insieme abbiamo un potere e una forza maggiore. Dobbiamo battere i pugni e cercare in qualche modo di riuscire a invertire una tendenza che altrimenti ci porterà tutta la chiusura".
I ristoratori hanno teso una mano a due importanti sigle sindacali: la FIEPET di Confesercenti e la FIPE di Confcommercio. Il settore è pronto a scendere in piazza per chiedere udienza alle istituzioni: "Sicuramente ci sarà una manifestazione – conclude Del Mastro -, ma resteremo sempre nei limiti della legalità. Non intendiamo contravvenire alla legge o fare azioni violente che ci potrebbero esporre ad un giudizio negativo dell'opinione pubblica. Oltre ai sindacati abbiamo cercato di coinvolgere singole associazioni di stampo territoriale: tutti insieme dobbiamo elaborare proposte concrete nei confronti di chi fino ad ora non ci ha tenuto in considerazione. Vogliamo dare un contributo per trovare delle soluzioni concrete".
"Il settore ha preso finalmente conoscenza e consapevolezza della propria unità – spiega Gianni Del Mastro, presidente dei ristoratori del centro storico di Bari -. Questa emergenza ci ha dato l'occasione di lasciare da parte le divisioni e l'individualismo del passato, ci siamo riuniti per mettere insieme un'idea che è quella di lottare per cercare di salvare una categoria che è sull'orlo del fallimento. La ristorazione è stata il valore aggiunto in questi anni per l'accreditamento dell'immagine della Puglia nel mondo. La nostra regione da due anni è considerata dalle testate più importanti del mondo la meta preferita dei turchi turisti di tutto il mondo. Il ruolo che ha avuto la gastronomia è fondamentale. Pensare di poter ricostruire l'immagine della Puglia dopo il Covid con un pezzo consistente della nostra categoria che non c'è più è una pura follia. Tutta la filiera è in ginocchio e questa situazione rischia di portare alla chiusura tantissime aziende. Sono circa 150mila le attività del nostro settore presenti in Puglia".
I ristori previsti dal governo sono insufficienti e non coprono le spese enormi affrontate dagli imprenditori in questi mesi: "La situazione debitoria si aggrava in maniera considerevole – prosegue Del Mastro -, ci sono a canoni d'affitto da pagare e questo ritardo è un dramma. Abbiamo l'obbligo morale di salvare tutte le realtà, i fondi riservati per lo Stato sono quattro spiccioli. L'opinione pubblica pensa che noi siamo inondati di soldi ma in realtà i ristori non servono nemmeno a coprire il canone di affitto, inoltre dobbiamo pensare anche alle famiglie dei nostri dipendenti che sono in cassa integrazione. Il nostro compito è quello di metterci insieme, prendere coscienza del fatto che insieme abbiamo un potere e una forza maggiore. Dobbiamo battere i pugni e cercare in qualche modo di riuscire a invertire una tendenza che altrimenti ci porterà tutta la chiusura".
I ristoratori hanno teso una mano a due importanti sigle sindacali: la FIEPET di Confesercenti e la FIPE di Confcommercio. Il settore è pronto a scendere in piazza per chiedere udienza alle istituzioni: "Sicuramente ci sarà una manifestazione – conclude Del Mastro -, ma resteremo sempre nei limiti della legalità. Non intendiamo contravvenire alla legge o fare azioni violente che ci potrebbero esporre ad un giudizio negativo dell'opinione pubblica. Oltre ai sindacati abbiamo cercato di coinvolgere singole associazioni di stampo territoriale: tutti insieme dobbiamo elaborare proposte concrete nei confronti di chi fino ad ora non ci ha tenuto in considerazione. Vogliamo dare un contributo per trovare delle soluzioni concrete".