Grotta di San Michele: non esiste nessun tipo di concessione della a favore della Diocesi

La risposta del Sindaco alle notizie errate dei giorni scorsi

martedì 28 luglio 2015 15.37
A cura di Luigi Veglia
Arriva pronta la risposta da parte del Sindaco di Minervino Murge, il dott. Mario Gennaro Superbo, alle errate notizie giunte nei giorni scorsi sul caso "Grotta di San Michele".
E' bene chiarire subito quello che ci auguriamo sia solo un equivoco interpretativo relativo alla delibera di Giunta Comunale num. 80 del 22 Luglio 2015.
Innanzitutto è bene specificare che in nessun atto, né nella relazione del funzionario incaricato né nella delibera di Giunta Comunale, si parla di cessione o vendita; il tutto semplicemente perché la delibera tratta di ben altro. Infatti, come emerge chiaramente fin dal titolo dell'atto, quello deliberato è una ricognizione sulla titolarità della Grotta di San Michele, quindi sulla realtà dei fatti ad oggi consolidati.
La Diocesi, con documenti debitamente consegnati e protocollati, ha dimostrato il proprio pieno e pacifico possesso del Grotta di San Michele fin dall'anno 1833. A fronte di queste il funzionario comunale, dopo ulteriori ricerche, non ha fatto altro che prendere atto di tale situazione e relazionare alla Giunta Comunale che a sua volta ha solo riconosciuto un acquisto già prodottosi in passato.
Entrando nello specifico è bene chiarire che la delibera lascia perfettamente immutata la titolarità dei beni: il Comune resta proprietario della particella n.245, la Diocesi resta proprietaria - perché lo era già- della Grotta. Del resto è pacifico che per cedere una proprietà di un immobile non basta una delibera di Giunta ma occorre altro atto formale davanti ad un notaio o tramite riconoscimento di un titolo formale di un Giudice.
E' bene sottolineare come le grotte non siano beni ricadenti all'interno del demanio pubblico ( basta leggere l'art. 822 del codice civile per conferma) e nel caso specifico della Grotta di San Michele non risulta al Comune che questa è stata riconosciuta come bene di interesse storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in materia; quindi, non essendo un bene demaniale, non è soggetto a quanto disposto dall'art. 823 del codice civile.
Ultimo appunto sulla presunta "fretta" con cui l'atto è stato adottato: anche se l'istanza della Diocesi è stata presentata il 10 Luglio 2015, in realtà i primi contatti e le prime richieste della Diocesi finalizzate ad ottenere un titolo ricognitorio sulla Grotta, risalgono a diversi anni addietro come testimoniano mail conservate negli Uffici Comunali.
Entrando nel pratico sottolineo come l'aver chiarito tale situazione in merito alla proprietà non altera in nessun modo la fruibilità della Grotta di San Michele atteso che i luoghi di culto nel nostro Paese sono sempre parte della cultura nazionale e come tali fruibili da tutti coloro che lo desiderano. Considerando altresì che, come fatto fin'ora, sarà sempre la Diocesi tramite la Parrocchia di San Michele ad occuparsi della gestione della Grotta e quindi nulla cambierà rispetto al passato.
In ultimo, dato che nessuno pensa di essere infallibile, qualora l'atto deliberato abbia degli errori siamo disponibilissimi a correggerli: quindi invitiamo chiunque sia in possesso di elementi che possano determinare in tal senso, se hanno davvero a cuore gli interessi della nostra collettività e non hanno solo la voglia di creare inutili polemiche, a recarsi in Comune presso gli Uffici preposti o da sottoscritto e collaborare per la definizione della vicenda.