Fenomeno baby gang all'attenzione del Comitato provinciale per l'ordine pubblico
Il Prefetto Riflesso: «Originato prevalentemente da situazioni di disagio familiare o sociale»
giovedì 2 marzo 2023
10.41
Un'attenta disamina della situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica a livello provinciale, con un particolare focus sul fenomeno della delinquenza giovanile e delle baby gang, al centro dell'attenzione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi nel pomeriggio mercoledì 1° marzo in Prefettura a Barletta a presieduto dal Prefetto Rossana Riflesso.
All'incontro hanno preso parte i procuratori della repubblica di Trani e Foggia, Renato Nitti e Ludovico Vaccaro, il presidente del Tribunale per i minori di Bari, Riccardo Greco, il procuratore della repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bari, Ferruccio De Salvatore, ed i vertici provinciali delle forze di polizia: il Questore Roberto Pellicone, il Comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri Colonnello Alessandro Andrei ed il Comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Mercurino Mattiace.
Secondo quanto emerso, le bande giovanili rappresentano una realtà in aumento in tutto il Paese, originata prevalentemente da situazioni di disagio familiare o sociale e da mancata integrazione, piuttosto che da legami con la criminalità, che si esprime con azioni violente e reati, spesso contro coetanei, reati quali il traffico di stupefacenti e rapine, nonché episodi di vandalismo e disturbo della quiete pubblica.
In questo territorio, secondo quanto riferito sia dall'Autorità Giudiziaria sia dai vertici delle forze di polizia, nonostante un incremento percepito della criminalità minorile, gli episodi recentemente verificatisi non sono comunque ascrivibili al fenomeno delle cosiddette "baby gang", ma espressione prevalentemente di marginalità, disagio familiare e povertà culturale, che spesso sfociano in comportamenti aggressivi.
«Questo però non significa che abbasseremo la guardia, anzi» ha spiegato, a margine dell'incontro, il Prefetto Riflesso. «La situazione è costantemente monitorata perchè gli episodi recentemente accaduti contribuiscono inevitabilmente a ridurre la serenità e la percezione di sicurezza nella comunità. Più volte, in sede di Comitato, abbiamo predisposto servizi straordinari di controllo ad alto impatto, che hanno visto le forze dell'ordine intensificare, nelle ore serali, i controlli in locali ricettivi e circoli ricreativi, con posti di controllo nelle aree di accesso alla città e l'identificazione di centinaia di persone ed il controllo di altrettanti veicoli, accompagnati da attività di indagine che hanno portato all'individuazione di alcuni giovanissimi deferiti alla procura della repubblica per i minorenni di Bari. Ma ovviamente la sola repressione non può bastare, bisogna insistere anche con attività di prevenzione in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni, il mondo della scuola, le parrocchie e l'associazionismo, incidendo maggiormente con strumenti di prevenzione sociale ed educazione alla legalità nei confronti delle giovani generazioni. La riunione di mercoledì era necessaria in primo luogo per riunire attorno ad un tavolo tutte le parti in causa, dalla magistratura alle forze di polizia, al fine di analizzare attentamente il fenomeno nella nostra provincia ma anche per individuare possibili iniziative proprio finalizzate al contenimento di un disagio generazionale sempre più dilagante, acuito ulteriormente dall'assenza delle famiglie e dalla dispersione scolastica».
All'incontro hanno preso parte i procuratori della repubblica di Trani e Foggia, Renato Nitti e Ludovico Vaccaro, il presidente del Tribunale per i minori di Bari, Riccardo Greco, il procuratore della repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bari, Ferruccio De Salvatore, ed i vertici provinciali delle forze di polizia: il Questore Roberto Pellicone, il Comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri Colonnello Alessandro Andrei ed il Comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Mercurino Mattiace.
Secondo quanto emerso, le bande giovanili rappresentano una realtà in aumento in tutto il Paese, originata prevalentemente da situazioni di disagio familiare o sociale e da mancata integrazione, piuttosto che da legami con la criminalità, che si esprime con azioni violente e reati, spesso contro coetanei, reati quali il traffico di stupefacenti e rapine, nonché episodi di vandalismo e disturbo della quiete pubblica.
In questo territorio, secondo quanto riferito sia dall'Autorità Giudiziaria sia dai vertici delle forze di polizia, nonostante un incremento percepito della criminalità minorile, gli episodi recentemente verificatisi non sono comunque ascrivibili al fenomeno delle cosiddette "baby gang", ma espressione prevalentemente di marginalità, disagio familiare e povertà culturale, che spesso sfociano in comportamenti aggressivi.
«Questo però non significa che abbasseremo la guardia, anzi» ha spiegato, a margine dell'incontro, il Prefetto Riflesso. «La situazione è costantemente monitorata perchè gli episodi recentemente accaduti contribuiscono inevitabilmente a ridurre la serenità e la percezione di sicurezza nella comunità. Più volte, in sede di Comitato, abbiamo predisposto servizi straordinari di controllo ad alto impatto, che hanno visto le forze dell'ordine intensificare, nelle ore serali, i controlli in locali ricettivi e circoli ricreativi, con posti di controllo nelle aree di accesso alla città e l'identificazione di centinaia di persone ed il controllo di altrettanti veicoli, accompagnati da attività di indagine che hanno portato all'individuazione di alcuni giovanissimi deferiti alla procura della repubblica per i minorenni di Bari. Ma ovviamente la sola repressione non può bastare, bisogna insistere anche con attività di prevenzione in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni, il mondo della scuola, le parrocchie e l'associazionismo, incidendo maggiormente con strumenti di prevenzione sociale ed educazione alla legalità nei confronti delle giovani generazioni. La riunione di mercoledì era necessaria in primo luogo per riunire attorno ad un tavolo tutte le parti in causa, dalla magistratura alle forze di polizia, al fine di analizzare attentamente il fenomeno nella nostra provincia ma anche per individuare possibili iniziative proprio finalizzate al contenimento di un disagio generazionale sempre più dilagante, acuito ulteriormente dall'assenza delle famiglie e dalla dispersione scolastica».