"Dietro gli occhiali bianchi - Ritratto di Lina Wertmüller"
A fine marzo a Minervino le riprese del documentario sulla regista de "I Basilischi".
martedì 3 marzo 2015
11.41
Si svolgeranno molto probabilmente a partire da mercoledì 25 marzo,a Minervino Murge, alcune delle riprese del film-documentario "Dietro gli occhiali bianchi - Ritratto di Lina Wertmüller", dedicato alla regista che nel 1963 scelse proprio la cittadina che si affaccia sul Tavoliere delle Puglie per dirigere uno dei suoi più grandi capolavori: "I Basilischi".
Proprio i luoghi, i vicoli e le stradine dove si svolgevano le scene di quel nastro, saranno le location del documentario in questione.
La regia è curata da Valerio Ruiz mentre la produzione è affidata a Leonardo Recalcati della Recalcati Multimedia s.r.l.
Il documentario è un viaggio, percorso al fianco di Lina Wertmüller, uno dei pilastri cinematografici più importanti della penisola italiana, nei luoghi che hanno caratterizzato i suoi film e la sua vita.
Questo viaggio attraverserà in lungo e in largo l'Italia, per restituire visivamente e attraverso la voce della Wertmüller, i ricordi e le sensazioni di questa grande artista.
Alle testimonianze della protagonista si affiancheranno interviste con amici e colleghi che hanno condiviso con lei sia esperienze lavorative che di vita come Sophia Loren, Giancarlo Giannini, Piera Degli Esposti, Martin Scorsese e Harvey Keitel.
Percorrere quest'avventura sarà un momento di grande arricchimento, sia per chi vi lavorerà sia per lo spettatore, poichè potrà ascoltare una delle voci più significative del '900.
Il documentario in questi giorni è stato preso in considerazione dal Ministero dei Beni Culturali che è attivato per una sua valorizzazione commerciale in Italia.
Le immagini delle strade di Minervino saranno proiettate in alcune delle principali città italiane (Napoli, Roma, Milano,Torino) in una data unica, ma non solo, il documentario verrà proiettato al prossimo Abu Dhabi Film Festival (Novembre 2015), grazie a Ethiad / Alitalia sponsor del documentario.
La partecipazione ad Abu Dhabi, sarà occasione per testimoniare il valore della donna, proprio vicino a quei luoghi dove interessi economici, scontri etnici o ideologici, di origine religiosa, rendono precaria la vita, dove le bambine e le donne sono inevitabilmente le più esposte a quanto di peggio questi scenari possano produrre.
Proprio i luoghi, i vicoli e le stradine dove si svolgevano le scene di quel nastro, saranno le location del documentario in questione.
La regia è curata da Valerio Ruiz mentre la produzione è affidata a Leonardo Recalcati della Recalcati Multimedia s.r.l.
Il documentario è un viaggio, percorso al fianco di Lina Wertmüller, uno dei pilastri cinematografici più importanti della penisola italiana, nei luoghi che hanno caratterizzato i suoi film e la sua vita.
Questo viaggio attraverserà in lungo e in largo l'Italia, per restituire visivamente e attraverso la voce della Wertmüller, i ricordi e le sensazioni di questa grande artista.
Alle testimonianze della protagonista si affiancheranno interviste con amici e colleghi che hanno condiviso con lei sia esperienze lavorative che di vita come Sophia Loren, Giancarlo Giannini, Piera Degli Esposti, Martin Scorsese e Harvey Keitel.
Percorrere quest'avventura sarà un momento di grande arricchimento, sia per chi vi lavorerà sia per lo spettatore, poichè potrà ascoltare una delle voci più significative del '900.
Il documentario in questi giorni è stato preso in considerazione dal Ministero dei Beni Culturali che è attivato per una sua valorizzazione commerciale in Italia.
Le immagini delle strade di Minervino saranno proiettate in alcune delle principali città italiane (Napoli, Roma, Milano,Torino) in una data unica, ma non solo, il documentario verrà proiettato al prossimo Abu Dhabi Film Festival (Novembre 2015), grazie a Ethiad / Alitalia sponsor del documentario.
La partecipazione ad Abu Dhabi, sarà occasione per testimoniare il valore della donna, proprio vicino a quei luoghi dove interessi economici, scontri etnici o ideologici, di origine religiosa, rendono precaria la vita, dove le bambine e le donne sono inevitabilmente le più esposte a quanto di peggio questi scenari possano produrre.