Criminalità nelle campagne, la Bat tra le province con più alta penetrazione
Le mafie condizionano molti aspetti del sistema produttivo in agricoltura
martedì 11 agosto 2020
La Provincia Bat sarebbe al terzo posto fra le provincie pugliesi per incidenza della criminalità nel comparto agricolo. È quanto emerge dai dati dell'Osservatorio sulla criminalità in agricoltura di Coldiretti che evidenzia l'intensità elevata dell'associazionismo criminale nel Mezzogiorno, con il grado di penetrazione forte e stabile sul versante adriatico con Foggia 67,4; Brindisi 51,6, Barletta-Andria-Trani 40,9, Bari 40,9, Taranto 39,4 e Lecce 37,4.
I dati sono emersi in occasione della commemorazione dei fratelli Luigi e Aurelio Luciani, vittime tre anni fa di un agguato a San Marco in Lamis e così ricordati da Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia: «L'unica colpa dei nostri due soci imprenditori agricoli fu di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. L'ironia della sorte è che il posto era esattamente il luogo di lavoro, l'area rurale che curavano e manutenevano quotidianamente. Il nostro pensiero e la nostra vicinanza continua ad andare alle famiglie dei due fratelli – ha aggiunto Piccioni – alle mogli e ai figli che si sono visti strappare senza un perché i loro cari. È pressante la grande esigenza di sicurezza che avvertiamo quotidianamente nelle campagne, divenute a vario titolo terra di nessuno, dove per i motivi più disparati i campi si trasformano in un far west e gli agricoltori sono vittime inermi e indifese. Per questo serve una stretta ancora più forte sul fronte della prevenzione, dei controlli e della repressione».
La capacità di attrazione dei capitali legali da parte della malavita – sottolinea l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare – è ben evidenziata dall'attività della Guardia di Finanza che fa notare come le mafie non limitano la loro attività solo all'accaparramento dei terreni agricoli, ma spaziano in tutto l'indotto, arrivando a operare direttamente nelle attività di trasporto e di stoccaggio della merce, nell'intermediazione commerciale e nella determinazione dei prezzi.
Dei 26.200 terreni su tutto il territorio nazionale nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano, tra l'altro, l'associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione, in Puglia ben 2.489 (il 9,5%) sono in mano alla mafia – conclude Coldiretti Puglia - anche perché il processo di sequestro, confisca e destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lungo e confuso, spesso non efficace e sono numerosi i casi in cui i controlli hanno rilevato che alcuni beni, anche confiscati definitivamente, sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi.
I dati sono emersi in occasione della commemorazione dei fratelli Luigi e Aurelio Luciani, vittime tre anni fa di un agguato a San Marco in Lamis e così ricordati da Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia: «L'unica colpa dei nostri due soci imprenditori agricoli fu di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. L'ironia della sorte è che il posto era esattamente il luogo di lavoro, l'area rurale che curavano e manutenevano quotidianamente. Il nostro pensiero e la nostra vicinanza continua ad andare alle famiglie dei due fratelli – ha aggiunto Piccioni – alle mogli e ai figli che si sono visti strappare senza un perché i loro cari. È pressante la grande esigenza di sicurezza che avvertiamo quotidianamente nelle campagne, divenute a vario titolo terra di nessuno, dove per i motivi più disparati i campi si trasformano in un far west e gli agricoltori sono vittime inermi e indifese. Per questo serve una stretta ancora più forte sul fronte della prevenzione, dei controlli e della repressione».
La capacità di attrazione dei capitali legali da parte della malavita – sottolinea l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare – è ben evidenziata dall'attività della Guardia di Finanza che fa notare come le mafie non limitano la loro attività solo all'accaparramento dei terreni agricoli, ma spaziano in tutto l'indotto, arrivando a operare direttamente nelle attività di trasporto e di stoccaggio della merce, nell'intermediazione commerciale e nella determinazione dei prezzi.
Dei 26.200 terreni su tutto il territorio nazionale nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano, tra l'altro, l'associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione, in Puglia ben 2.489 (il 9,5%) sono in mano alla mafia – conclude Coldiretti Puglia - anche perché il processo di sequestro, confisca e destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lungo e confuso, spesso non efficace e sono numerosi i casi in cui i controlli hanno rilevato che alcuni beni, anche confiscati definitivamente, sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi.