Aigo Confesercenti Bat lancia un appello contro i B&B abusivi
«Serve una legge nazionale di contrasto all’abusivismo nel turismo»
martedì 3 gennaio 2017
«E' tempo di bilanci e relativamente alla ricettività diffusa, non ci si può non riferire al Rapporto Censis che ha fotografato una realtà ormai consolidata circa la diffusione di strutture ricettive alternative come bed and breakfast e case destinate ad affitti brevi. Un fenomeno sociale che deriva sia dall'impoverimento del ceto medio, alla ricerca di strade alternative per mantenere lo status pre-crisi, ma anche dallo sfruttamento immobiliare. La sharing economy ed il turismo low cost stanno così invadendo il nostro Paese, senza offrire vere opportunità economiche di rilancio e senza garantire tutele a consumatori ed operatori, ma aprendo agli speculatori.
A parere della Confesercenti la gestione non controllata del fenomeno è dovuta alla mancata chiarezza dell'Unione Europea – sottolinea Agostino Ingenito, presidente di AIGO-Confesercenti – e del legislatore nazionale: non volendo fare assolutamente considerazioni di carattere protezionistico e corporativo né creare ostacoli in un settore, considerato "piccolo, ma in rapida crescita", che nel 2015 ha generato redditi lordi complessivi pari a 28 miliardi di euro".
Non si può non condividere l'invito di Bruxelles agli Stati dell'Unione di rivedere le proprie normative nazionali a favore delle piattaforme di sharing, ma a patto che si rispettino le regole sull'imposizione fiscale, quelle per la tutela dei consumatori e quelle relative alle condizioni di lavoro. E' infatti difficile immaginare la tutela del consumatore tanto evocata, quando è possibile inventarsi un b&b del tutto fasullo con qualche click o pubblicizzare strutture ricettive che non garantiscono servizi ed offerte, pure pubblicizzate da portali senza alcun filtro di verifica-qualità».
«E' ciò che succede anche nelle nostre realtà locali, dice Antonietta Caffarella. Sempre più servono chiarezza ed azioni che sostengano l'ospitalità extralberghiera, nelle realtà territoriali come nei piccoli borghi e nel turismo interno, lavorando ad un modello condiviso, in regola per le maggiori località turistiche italiane. E' innegabile che la "concorrenza sleale" delle strutture abusive danneggi gli imprenditori onesti (stesso prodotto "camera", stessi canali di vendita, ma costi e condizioni differenti per abusivi rispetto a Imprese regolari) che seguono le norme amministrative e fiscali. E' per tali ragioni che - a livello nazionale - Confesercenti chiede un tavolo con Anci e Regioni, per condividere una proposta di legge nazionale di contrasto all'abusivismo nel turismo, come quella già approvata in Francia, per la tutela dei consumatori e degli imprenditori in regola».
«Non si vuole fare guerra alla sharing economy ( che è un'opportunità di valorizzazione ed un esempio di economia diffusa) ma è necessario che qualsiasi forma economica stia in un quadro di regole per garantire e tutelare i consumatori. L'Unione Europea non può trincerarsi dietro alle logiche di libero mercato senza tener conto di quanti danni provoca chi agisce fuori dalle norme svolgendo un'attività concorrenziale ingiusta rispetto ad altri player di mercato in regola con gli adempimenti di legge. Essere autorizzati significa avere un riconoscimento da parte del mondo del lavoro, poter usufruire del credito degli Istituti bancari; si crea quindi un valore aggiunto per la propria attività. Essere abusivi significa lavorare ai margini, rischiando di essere denunciati penalmente, soprattutto per la mancata comunicazione degli ospiti alla polizia di stato, come previsto dalle norme di sicurezza e antiterrorismo.
Ecco perché si vuole discutere anche di esperienze di altre città e nazioni omogenee per individuare un'attività sinergica di valorizzazione del patrimonio immobiliare ad uso turistico, offrendo opportunità concrete con un progetto nazionale di ospitalità turistica diffusa, favorendo la sicurezza e la tutela dei consumatori e degli operatori turistici in regola».
A parere della Confesercenti la gestione non controllata del fenomeno è dovuta alla mancata chiarezza dell'Unione Europea – sottolinea Agostino Ingenito, presidente di AIGO-Confesercenti – e del legislatore nazionale: non volendo fare assolutamente considerazioni di carattere protezionistico e corporativo né creare ostacoli in un settore, considerato "piccolo, ma in rapida crescita", che nel 2015 ha generato redditi lordi complessivi pari a 28 miliardi di euro".
Non si può non condividere l'invito di Bruxelles agli Stati dell'Unione di rivedere le proprie normative nazionali a favore delle piattaforme di sharing, ma a patto che si rispettino le regole sull'imposizione fiscale, quelle per la tutela dei consumatori e quelle relative alle condizioni di lavoro. E' infatti difficile immaginare la tutela del consumatore tanto evocata, quando è possibile inventarsi un b&b del tutto fasullo con qualche click o pubblicizzare strutture ricettive che non garantiscono servizi ed offerte, pure pubblicizzate da portali senza alcun filtro di verifica-qualità».
«E' ciò che succede anche nelle nostre realtà locali, dice Antonietta Caffarella. Sempre più servono chiarezza ed azioni che sostengano l'ospitalità extralberghiera, nelle realtà territoriali come nei piccoli borghi e nel turismo interno, lavorando ad un modello condiviso, in regola per le maggiori località turistiche italiane. E' innegabile che la "concorrenza sleale" delle strutture abusive danneggi gli imprenditori onesti (stesso prodotto "camera", stessi canali di vendita, ma costi e condizioni differenti per abusivi rispetto a Imprese regolari) che seguono le norme amministrative e fiscali. E' per tali ragioni che - a livello nazionale - Confesercenti chiede un tavolo con Anci e Regioni, per condividere una proposta di legge nazionale di contrasto all'abusivismo nel turismo, come quella già approvata in Francia, per la tutela dei consumatori e degli imprenditori in regola».
«Non si vuole fare guerra alla sharing economy ( che è un'opportunità di valorizzazione ed un esempio di economia diffusa) ma è necessario che qualsiasi forma economica stia in un quadro di regole per garantire e tutelare i consumatori. L'Unione Europea non può trincerarsi dietro alle logiche di libero mercato senza tener conto di quanti danni provoca chi agisce fuori dalle norme svolgendo un'attività concorrenziale ingiusta rispetto ad altri player di mercato in regola con gli adempimenti di legge. Essere autorizzati significa avere un riconoscimento da parte del mondo del lavoro, poter usufruire del credito degli Istituti bancari; si crea quindi un valore aggiunto per la propria attività. Essere abusivi significa lavorare ai margini, rischiando di essere denunciati penalmente, soprattutto per la mancata comunicazione degli ospiti alla polizia di stato, come previsto dalle norme di sicurezza e antiterrorismo.
Ecco perché si vuole discutere anche di esperienze di altre città e nazioni omogenee per individuare un'attività sinergica di valorizzazione del patrimonio immobiliare ad uso turistico, offrendo opportunità concrete con un progetto nazionale di ospitalità turistica diffusa, favorendo la sicurezza e la tutela dei consumatori e degli operatori turistici in regola».