24 Giugno 1945: Minervino dichiara guerra all'Italia.
Ieri ricorrevano i 70 anni dall'evento.
giovedì 25 giugno 2015
11.46
Ieri 24 Giugno 2015 sono tracorsi i primi 70 anni da quando Minervino, all'epoca definita da molti storici "repubblica rossa" dichiarò guerra all'Italia.
Un' avvenimento alquanto singolare e inconsueto che da sempre caratterizza la storia del piccolo centro murgiano.
In particolar modo come si può leggere in diversi libri della storia di MInervino, la sera del 24 Giugno 1945 alcuni cittadini furono arrestati con l'accusa di furto e di renitenza alla leva. A seguito di ciò scoppiò una rivolta cittadina che portò Minervino a dichiarare guerra all'Italia, in tutta la cittadina furono piazzate armi e mitragliatrici e nei punti nevralgici del paese sorsero trincee.
Per placare il disordine occorse l'intervento dei carabinieri di mezza provincia, in particolare provenienti da Bari e Andria. Vi fu uno scontro a fuoco nei pressi della Villa Faro, dove perse la vita Michele Colia, unica vittima di questo episodio, al quale è stata eretta una lapide nel luogo dell'uccisione.
Il 26 giugno 1945 giunsero a Minervino per placare gli animi l'onorevole Scoccimarro, il segretario comunista di Andria, Di Gaetano, e il segretario comunista di Bari, Di Donato.
A seguito di una mediazione si riuscì ad ottenere la liberazione degli arrestati.
Due giorni dopo però, sopraggiunse il Battaglione San Marco che in notturna eseguì una rettata che portò all'arresto di trenta persone.
Infine dopo 28 mesi si celebrò il processo che assolse tutti nell'ottica di riconciliazione e pacificazione nazionale.
Un' avvenimento alquanto singolare e inconsueto che da sempre caratterizza la storia del piccolo centro murgiano.
In particolar modo come si può leggere in diversi libri della storia di MInervino, la sera del 24 Giugno 1945 alcuni cittadini furono arrestati con l'accusa di furto e di renitenza alla leva. A seguito di ciò scoppiò una rivolta cittadina che portò Minervino a dichiarare guerra all'Italia, in tutta la cittadina furono piazzate armi e mitragliatrici e nei punti nevralgici del paese sorsero trincee.
Per placare il disordine occorse l'intervento dei carabinieri di mezza provincia, in particolare provenienti da Bari e Andria. Vi fu uno scontro a fuoco nei pressi della Villa Faro, dove perse la vita Michele Colia, unica vittima di questo episodio, al quale è stata eretta una lapide nel luogo dell'uccisione.
Il 26 giugno 1945 giunsero a Minervino per placare gli animi l'onorevole Scoccimarro, il segretario comunista di Andria, Di Gaetano, e il segretario comunista di Bari, Di Donato.
A seguito di una mediazione si riuscì ad ottenere la liberazione degli arrestati.
Due giorni dopo però, sopraggiunse il Battaglione San Marco che in notturna eseguì una rettata che portò all'arresto di trenta persone.
Infine dopo 28 mesi si celebrò il processo che assolse tutti nell'ottica di riconciliazione e pacificazione nazionale.